PROGRAMMA ELETTORALE
Trieste - Elezioni amministrative 2006

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I 5 punti prioritari della Rosa nel Pugno

1. ABORTO FARMACOLOGICO (RU486)

La Rosa nel Pugno (RnP) intende sostenere la sperimentazione della pillola abortiva RU 486, per consentire, come già previsto dalla Legge 194/78, un più adeguato e meno invasivo trattamento medico al già complesso e provante evento dell'interruzione volontaria della gravidanza. Si propone di sostenere tutte quelle iniziative che possano permettere alle strutture sanitarie, ai medici , agli organi istituzionali ed alla popolazione di conoscere e poter eventualmente scegliere questo trattamento sanitario .

2. DELIBERE ONLINE

Il principio di trasparenza sancito quale principio generale del nostro ordinamento legislativo, ha esteso a tutte le pubbliche amministrazioni, agli enti pubblici, ai gestori di pubblici servizi, alle aziende autonome e speciali, alle autorità di garanzia e vigilanza e all'amministrazione comunitaria, la normativa sul diritto di accesso ai documenti amministrativi. Dunque la nostra proposta è quella di dare avvio concreto a questi principi tramite gli strumenti telematici, per consentire una maggiore interattività tra cittadino-utente e pubblica amministrazione, ad esempio, tramite la pubblicazione di tutti gli atti (delibere e determine) del Comune e della Provincia.

3. DIRETTE AUDIO-VIDEO

Oggi le moderne tecnologie permettono, con un investimento relativamente irrisorio, di ottenere una maggiore trasparenza degli enti istituzionali e di avvicinare il cittadino alla cosa pubblica migliorando il suo grado di informazione e consapevolezza. Offrono inoltre, all'amministrazione pubblica, strumenti di approfondimendo dei bisogni dei cittadini e non solo di quelle poche categorie privilegiate che possono comunque accedere alle informazioni ed interloquire con efficacia con i suoi rappresentanti.

Si propone attraverso dei siti web aperti allo scopo, trasmettere in diretta audio-video le sedute , avere disponibile un archivio di quelle precedenti, avere la possibilità di sentire e vedere i vari interventi dei consiglieri con un indice appropriato e di visionare e scaricare reportage fotografici e copia dei documenti presentati, discussi, approvati o bocciati.

4. REFERENDUM

Nel corso degli ultimi anni è calata sia la partecipazione alle elezioni politiche sia alle consultazioni referendarie, e se è pur vero che queste hanno un alto costo, ben più costoso è il prezzo che comunque si paga al disinteresse , poichè facendo deperire l'attività di controllo dell'elettore si favorisce il rafforzamento dei poteri dei controllati e spesso dei "comitati di affari" ad essi collegati.

Per queste ragioni è necessario rafforzare gli strumenti di democrazia diretta per i cittadini e per le forze di opposizione con:

  • 1) il referendum abrogativo e propositivo senza quorum
  • 2) il voto elettronico
  • 3) la sottoscrizione on-line delle firme
  • 5. VOTO AGLI IMMIGRATI

    I comuni di Genova e Venezia che hanno inteso onorare la responsabilità di governo del proprio territorio apportando modifiche ai propri statuti tali da estendere il diritto di voto ai consigli circoscrizionali agli emigranti. Per altro verso la provincia di Genova ha indirizzato la sua azione amministrativa in modo da modificare quei regolamenti che creavano disuguaglianza e disparità di accesso in materia di concorsi pubblici. Varrà la pena di ricordare che il Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa, con il parere numi 8007 del 28/7/2004 non avvalorava la posizione del Ministero degli Interni che contestava la possibilità per gli Enti Locali di attribuire il diritto al voto amministrativo agli stranieri residenti.

    Il parere del Consiglio non ha modificato la legislazione vigente, l'ha riconosciuta. La RnP propone, in tutte le forme, di favorire e sostenere una piena partecipazione dei cittadini migranti alla vita politica ed amministrativa a partire dal diritto di voto.

    6. REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO

    La RnP intende incoraggiare il riconoscimento delle coppie di fatto, per rimuovere tutti gli ostacoli che, anche a livello amministrativo, comportano una discriminazione - o una diversità di trattamento rispetto alle coppie sposate - nei confronti delle coppie di fatto.

    7. ENTI LOCALI

    Riforma della legge regionale n. 1/2006 emendandola da errori, eccessi verbali, ambiguità giuridiche disponendo il concreto trasferimento delle funzioni amministrative agli enti locali attuando il comparto unico del pubblico impiego;

    Riconosciuto il ruolo di ente di programma della Provincia ( art. 17 c. 3 1/2006) e l'erosione nelle competenze amministrative da parte delle più agili ed efficaci forme di collaborazione tra Comuni, si assumano le iniziative necessarie ( a partire dalla modifica dell'art. 114 della Costituzione dopo il no al referendum confermativo della riforma costituzionale) per l'abolizione di tale ente territoriale;

    Trasformazione dell'ente Provincia da territoriale , destinando allo scopo le risorse attuali a disposizione, in ente a supporto sia della Regione che delle forme di collaborazione tra Comuni, evitando che queste ultime si trasformino in altrettante occasioni per prosciugare le tasche dei cittadini, con la creazione di " doppioni " inutili;

    Trasformazione di Trieste in Città metropolitana; che dia impulso alle unioni di Comuni ( in specie gli ambiti metropolitani ) ed alle fusioni fissando una soglia minima d'abitanti al di sotto del quale il Comune piccolo si deve accorpare a quelli contermini, al fine specifico di ridurre il numero degli eletti, il costo e l'aggravamento burocratico.

    8. DISAGIO SOCIALE

    Pur essendo molti gli addetti ai lavori che si dedicano con capacità e impegno al servizio dei cittadini è tuttavia sempre più necessario, per ottenere dei risultati, operare mettendo assieme tutte le risorse dei vari Enti presenti sul territorio, cosa che attualmente non succede, in una logica di progetti comuni e condivisi, finalizzati al benessere delle persone . La proposta è quella di guardare a obiettivi comuni, tenendo in debito conto le potenzialità degli altri soggetti al fine di sviluppare fruttuose sinergie.

    Risulta sempre più evidente la presenza nel nostro territorio di nuclei familiari in cui convivono contemporaneamente problemi economici, sanitari e sociali. In questi casi, l'intervento delle Istituzioni e la risposta ai molteplici bisogni, dovrà tendere a evitare che si verifichi la cosiddetta deriva sociale, fenomeno che compromette non solo il nucleo familiare ma rappresenta un costo per la Comunità ben superiore a quello determinato dalla "presa in carico" delle persone.

    Pur non prescindendo dalla disponibilità di risorse economiche e umane, il raccordo tra tutti i Servizi competenti dovrà diventare la norma che consentirà la creazione delle sinergie necessarie all'approccio degli interventi realizzati come PROGETTI CON E PER LE PERSONE, nella logica del lavoro di rete che accomuna l'agire di tutti gli Enti preposti

    Il raccordo fra tutti i Servizi competenti dovrà contemplare:

  • 1. attività di ascolto della domanda, accoglienza dei bisogni, consulenza riguardo tutti gli aspetti socio-sanitari;
  • 2. attività di sostegno e consulenza rispetto alla gestione delle relazioni familiari, con particolare attenzione al benessere dei minori con genitori detenuti e agli utenti disagiati di servizi sanitari;
  • 3. attività di sensibilizzazione e informazione in materia di prevenzione rivolte prioritariamente a salvaguardare la salute della donna, del bambino, degli adolescenti ;
  • 4. attivazione di reti di raccordo operativo con i Servizi e le Istituzioni coinvolti e con le Associazioni di Volontariato, che condividono progetti di sostegno, assistenza e cura inerenti i percorsi di vita ;
  • 9. MOBILITA'

    Si propone di usufruire del contributo stanziato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia per la costruzione di piste ciclabili, che ammonta a 258.000 euro , fondo che a tutt'oggi è inutilizzato dal Comune. L'amministrazione in passato e' gia' stata sensibilizzata sull'argomento da una petizione a firma di cittadini e promossa da una Associazione cittadina (l'Ulisse Fiab).In quella petizione si proponeva l'inserimento di un percorso ciclabile in sede propria nel piano di ristrutturazione delle rive con l'obiettivo di collegare quanto prima le esistenti ciclopiste di Miramare e della Val Rosandra. Inoltre, sempre nella stessa petizione, si suggerivano interventi a favore dell'intermodalità come ad esempio la possibilità di caricare le biciclette sugli autobus (seguendo l'esempio del Tram di Opicina), la creazione di parcheggi per biciclette presso la stazione per facilitare l'interscambio bici + treno e la nascita di almeno tre servizi di biciclette a nolo nel centro cittadino.Sempre in un'ottica di promozione dell'uso della bicicletta nella nostra città, l'Associazione Ulisse-Fiab ha redatto nel 2003 una piattaforma per una città amica della bicicletta dove sono espresse richieste e proposte utili ai fini di una mobilità ciclabile, sempre facendo ricorso alle linee programmatiche della legge nazionale 366/98.

    Ad aiutare comunque una città di salite come la nostra, viene in soccorso la bicicletta elettrica. Il comune dovrebbe garantire ai cittadini che acquistano questo tipo di veicoli un contributo. Senza scomodarsi troppo , basta fare riferimento a modelli molto vicini a noi: Monfalcone, dove è stato istituito un servizio di bici a noleggio e il comune di Venezia che sta portando avanti un lavoro eccellente come il Biciplan.

    Ma per non fermarsi alla sola bicicletta come unica alternativa al traffico di automobili private (che comunque chi scrive ritiene essere in assoluto l'alternativa piu' ecologica e con il massino di ricadute positive), le soluzioni che la nostra amministrazione può (e deve) adottare per ridurre il problema dell'inquinamento sono anche di altra natura. Potenziamento del trasporto pubblico e garanzia che lo stesso non debba subire i rallentamenti causati dalla convivenza sulle strada con i veicoli privati (vedi fermate degli autobus occupate da auto in sosta vietata o ingorghi che rallentano le corse dei bus), ulteriore chiusura del centro urbano e conseguente pedonalizzazione di più vaste aree, istituzione del car-sharing da parte del comune ed informazione ai cittadini della possibilità di adottare negli spostamenti casa-lavoro il car pooling e , da ultimo, incentivare , come amministrazione comunale, il ricorso ad energie alternative per i veicoli privati e pubblici (metano e ibridi ad elettricità). Questo ultimo punto mi fa spostare l'attenzione dall'inquinamento da automobili ad un più ampio discorso legato all'inquinamento di altre fonti come ad esempio il riscaldamento.

    10. AUTOSTRADE DEL MARE - PORTO

    Vi è un aspetto della città che se da un lato è un elemento considerato sempre più soltanto una risorsa turistica, dall'altro c'è chi ancora lo relaziona ad un futuro popolato dallo scambio di merci pesanti. Il mare, naturalmente, e quindi il porto. Se si tralascia lo scambio di informazioni, è evidente che la condizione morfologica del territorio triestino privilegia lo scambio marittimo. E se a questo si somma una posizione strategica di confine e la constatazione che sempre più, nei paesi occidentali, si andrà incontro ad una diminuzione del volume delle merci pesanti spostate, occorre individuare nuove risorse che consentano di valorizzare questa dote naturale. Le autostrade del mare. Ossia il progetto legato alla politica di sviluppo delle reti di trasporto dell'UE che consentirà di ridurre il trasporto merci su gomma, come conseguenza della concentrazione dei flussi merci su percorsi marittimi ad alta redditività.

    Come luogo di interscambio privilegiato tra il trasporto marittimo e quello terrestre, in funzione della distribuzione verso l'Europa centro-orientale, il porto di Trieste potrebbe giocare un ruolo strategico non solo in termini di attuazione, di un progetto nazionale ed europeo, ma anche di proposta. Al di là della pronta risposta alle sollecitazioni che arriveranno dalla Società Autostrade del Mare, che in Italia si occupa della realizzazione del progetto, Trieste potrebbe essere attiva e propositrice - quindi all'avanguardia - non soltanto dal punto di vista politico, stabilendo spontaneamente sinergie con la suddetta società, ma anche precorrendo i tempi sull'ottimizzazione delle infrastrutture coinvolte dal progetto.

    La scelta di dirottare le merci su percorsi marittimi, evitando corridoi autostradali ormai saturi, sarà infatti economicamente vantaggiosa soltanto se saranno ridotti al massimo i tempi ed i costi delle operazioni di cambio modalità di trasporto. Ciò si otterrà, quindi, sia lavorando sulla ottimizzazione della gestione logistica e delle procedure amministrative e doganali sia - e qui diventa fondamentale il ruolo svolto da Comune e Provincia - agendo sulle infrastrutture portuali ed i collegamenti di accesso al porto.

    Onde favorire il buon funzionamento dello scalo triestino - che è un porto diverso da tutti i porti nazionali e dell'Unione Europea e gode di un regime speciale - attualmente in gravissima crisi, bisogna poi elaborare e veder sanciti dalla legge nuovi e più idonei sistemi di nomina dei vertici dell'Autorità Portuale, che determinino la scelta di tecnici di provate capacità ed esperienza nel settore; riformare altresì l'Autorità stessa,da una parte connettendola più strettamente al Governo della città e dando voce ai principali utenti del porto triestino; dall'altra depoliticizzandone ed internazionalizzandone i livelle decisionali.

    Infine salvaguardia e riqualificazione dell'area del Porto Vecchio e sua almeno parziale conservazione a finalità portuali. E' un porto, commerciale con area disponibile e con l'aggiunta della particolarità del Porto Franco, che è un valore aggiunto. Il ripristino delle gru e delle banchine in Porto Vecchio, la ristrutturazione dei magazzini, assieme all'interramento dello specchio acqueo che va dal molo zero all'attuale terrapieno di Barcolla, renderebbero facilmente praticabile la dismissione dell'area contigua al contesto urbano, che potrebbe essere disponibile per altre destinazioni ed attività.

    11. FORMAZIONE

    Abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole private e difesa intransigente di scuola ed assistenza pubblica, onde non dover assistere, in futuro, al crescere delle disuguaglianze tra le diverse classi economiche; significative agevolazioni per gli studenti migliori, ed ulteriore sostegno alle famiglie che versino in situazioni economiche disagiate. Particolare attenzione per gli asili nido e per le scuole materne, con la verifica di possibili agevolazioni per le famiglie con più figli.

    12. AMBIENTE

    Una nuova politica ambientale che consenta di coniugare le esigenze di un moderno porto industriale con i progetti di sviluppo turistico che interessano l'arco costiero da Muggia Duino Aurisina. Valorizzazione del carso Triestino, con opportune campagne informative, e sua piena integrazione - previa istituzione di un parco internazionale - con la porzione di territorio situata al di là del confine sloveno.

  • 12.1 Bonifiche aree inquinate Attuazione di una partnership tra amministrazioni pubbliche e investitori privati per il recupero delle aree inquinate inserite nel sito di interesse nazionale di Trieste ed anche per quelle ad ora escluse (terrapieno di Barcola). Le bonifiche possono avvenire in loco con l'utilizzo di tecnologie che consentano il trattamento dei rifiuti. L'asporto totale dei rifiuti è previsto solo per le zone di maggiore criticità e dove siano presenti inquinanti letali (diossina, cromo, mercurio, PCB, IPA). Rispetto del principio "chi inquina paga".
  • 12.2 Ferriera Riduzione dell'inquinamento con ammodernamento dell'impianto siderurgico da parte della società proprietaria. Installazione di nuovi filtri per l'assorbimento dei fumi nei camini di emissione (oppure sostituzione integrale degli stessi). Per l'ammodernamento degli impianti deve essere valutata la possibilità di chiusura temporanea degli stessi. Devono essere migliorati i sistemi di controllo delle emissioni di inquinanti sia in atmosfera che a mare secondo il seguente schema:
  • a) Acquisizione del ciclo tecnologico
  • b) Realizzazione di un sistema di monitoraggio atmosferico adeguato alla realtà esistente
  • c) Valutazione dell'impatto ambientale nella prospiciente area marina
  • d) Definizione dell'estensione dell'inquinamento atmosferico attraverso il biomonitoraggio su componenti vegetali
  • 12.3 Piano del traffico - inquinamento atmosferico Attuazione rapida del Piano del Traffico e del relativo Piano Parcheggi. Creazione di assi di scorrimento veloci, isole pedonali e parcheggi periferici. Realizzazione di una rete effettiva di monitoraggio dell'inquinamento atmosferico e acustico con visualizzazione istantanea dei principali parametri (polveri sottili, monossido di carbonio, anidride solforosa ecc.) inquinanti nelle principali piazze cittadine (piazza Goldoni, della Libertà, Foraggi ecc.) tramite display luminosi multimediali (sui quali possono essere inserite notizie relative anche al traffico cittadino tipo posizione degli autobus, situazione ingorghi, lavori stradali ecc.). Potenziamento del trasporto pubblico con acquisizione di mezzi adatti alle persone anziane.
  • 12.4 Verde pubblico/privato Modifica del regolamento comunale del verde per arrivare ad una effettiva tutela delle aree verdi non solo pubbliche ma anche private. Potenziamento del settore verde pubblico e incremento degli stanziamenti per la manutenzione dei parchi pubblici. Creazione di nuovi parchi urbani attrezzati (anche per i disabili).
  • 12.5 Diritto di accesso alle informazioni in materia di ambiente e partecipazione dei cittadini. Attuazione della legislazione nazionale e comunitaria. Apertura di uno sportello informativo in materia ambientale e urbanistica (con orari effettivi). Comunicazione ai cittadini dei piani di emergenza sia per il rischio nucleare (Krsko - porto), sia per gli stabilimenti industriali a rischio (Ferriera, SIOT, inceneritore). I piani dovranno essere sempre consultabili presso lo sportello informativo.
  • 12.6 Elettrosmog Mappatura degli impianti di telecomunicazioni esistenti, realizzazione del piano comunale delle antenne, delocalizzazione degli impianti con rispetto di una fascia di sicurezza dalle zone residenziali.
  • 13. RELAZIONI INTERNAZIONALI

    Soddisfacente chiusura, in tempi rapidi, delle controversie ancora aperte con i Paesi vicini, in un'ottica di fattiva collaborazione ed amicizia reciproca. Veder sottolineato il ruolo della nostra città quale cerniera tra la vecchia e la nuova Europa comunitaria, migliorando i collegamenti ed incrementando i traffici e gli scambi con l'Est ed in special modo con l'area danubiana; favorendo pieni rapporti di collaborazione tra le autorità/istituzioni locali e quelle dei Paesi esteri ed agevolando, tra la popolazione locale e le giovani generazioni in particolare, l'accostamento alle culture e l'apprendimento delle lingue dei Paesi limitrofi. L'italianità di Trieste non è in discussione, così come il suo cosmopolitismo, ma la vocazione portuale della città non può prescindere da un reinserimento nel tessuto culturale e produttivo dell'Europa centro-orientale. Totale e convinto sostegno alle iniziative volte a rafforzare e valorizzare il polo scientifico triestino; adoperandosi perché abbiano un reale collegamento con la città e reali ricadute economiche sul territorio.

    14. DROGA

    E' necessario un salto qualitativo che vada oltre la contrapposizione , un aldilà dall'antiproibizionismo come dal proibizionismo. Ciò che intendiamo è una prospettiva che più propriamente si ponga altrove rispetto questi punti di vista, che ne prenda la distanza, che si allontani e che ne privi la ragione d'essere o di contrapposizione. In questo senso preferiamo parlare di aproibizionismo dove la privazione, la presa di distanza è già operativa a livello del significante. Sul piano pratico questo significa pensare modalità di superamento che siano alternative alla logica più propriamente proibizionista ma anche a quella antiproibizionista.

    Significa pensare una modalità che non legalizza per fare merce nel mercato. Significa pensare una modalità che renda possibile una gestione delle domande al di là della loro repressione o medicalizzazione forzata, ma anche al di là della possibile implementazione dell'offerta. Significa pensare un potenziale consumo, e quindi un valore d'uso, che non faccia parte del mercato dello scambio. Significa togliere ad una merce ciò che la rende tale, purificarla, per così dire, rendendo possibile sia la liceità di ciò che rimane al di fuori della logica della produzione e riproduzione, sia la presa di distanza da un atto che evidentemente non può essere rinforzato nella sua potenziale diffusione.

    A questo titolo ci sembra indispensabile differenziare le sostanze in base alla loro diversa nocività sia per quanto riguarda il grado di dipendenza che inducono, sia per la loro tossicità diretta, sia per il grado di alterazione dello stato di coscienza che inducono.

    La cannabis in questo senso apparterebbe alle sostanze per cui si potrebbe prevedere, per gli adulti, la libertà della coltivazione ad uso personale, oltre che l' uso terapeutico su prescrizione medica e\o una qualche forma di monopolio di stato mentre la somministrazione terapeutica d'eroina controllata sarebbe più opportuna per la dipendenza da eroina (solo per soggetti che non riescono a seguire altri trattamenti ecc.). La depenalizzazione dell'uso appartiene alla prospettiva aproibizionista in senso generale mentre sarebbero da pensare strategie di distribuzione "ludica" controllata per sostanze la cui nocività è più che evidente, ad esempio alcool, tabacco, estasy, cocaina. Distribuzione da organizzare evidentemente , in regime di monopolio di stato o comunque "non profit" ed accompagnata da un adeguato dispositivo informativo di prevenzione ed educazione.

    15. OPEN SOURCE - RICERCA SCIENTIFICA

    Laddove è operativo l'atteggiamento proibizionista, ciò che si potrebbe andare a contrapporre in modo antagonista potrebbe rilevarsi del tutto controproducente. Per esempio possiamo pensare alla libertà di ricerca scientifica oppure alle politiche di tutela della proprietà intellettuale (copyright, brevettabilità dei software, diritto d'autore ecc.). Infatti sia la liberalizzazione della droga o il "tutto è lecito" nella ricerca scientifica, oppure la rivendicazione del diritto alla condivisione senza alcuna licenza possono evidentemente comportare problemi piuttosto grossi. Si tratta di trovare il modo di ovviare alla complicazioni possibili laddove però non si "sposa" l'atteggiamento proibizionista (penalizzazione del consumo senza alcuna distinzione tra le sostanze, divieto totale e indiscriminato di ricerca scientifica in un certo ambito, criminalizzazione delle pratiche di condivisione, ecc.)

    Ecco che nell'ambito della questione droga diventa importante per esempio togliere alla stessa il valore di merce e depenalizzare il consumo ed inoltre permettere la sperimentazione di pratiche mediche terapeutiche. Nell' ambito dell'informatica l' Open Source, le Creative Commons possono essere soluzioni interessanti. Nell'ambito della ricerca scientifica potrebbe essere la ricerca di un codice etico internazionale condiviso.

    16. ANZIANI

    Esistono Paesi stranieri in cui le persone di una certa età possono ritirarsi a vivere in villaggi appositamente creati per consentire una più agevole gestione delle attività quotidiane. Nulla a che vedere con molte delle nostre case di riposo, trattandosi di luoghi in cui può essere mantenuta la dignità di una vita individuale con il vantaggio di una serie di servizi in comune con altre persone che si trovano in simili condizioni e con simili bisogni. La vicinanza è la chiave per ottimizzare servizio sanitario, fornitura di pasti, assistenza in generale. Un ghetto? Sicuramente meno sconfortante di molti dei nostri ospizi o di molti degli agglomerati di case fatiscenti popolate da persone socialmente emarginate e difficilmente raggiungibili dall'assistenza domiciliare se non con costi elevati. Già, proprio i costi sono quelli che dovrebbero far propendere per la soluzione di concentrazione abitativa in parti della città appositamente studiate per essere a misura d'anziano.

    Se si sommano i costi dell'assistenza a domicilio a quelli derivanti dall'assistenza sanitaria a persone che in altre condizioni di vita non sarebbero così spesso costrette a ricorrere a ricoveri ospedalieri, allora si vedrebbe che l'insediamento ravvicinato di persone con medesimi bisogni costituisce una soluzione economicamente vantaggiosa per l'amministrazione pubblica; tanto più se poi a questo si aggiunge la considerazione che, sebbene sia estremamente difficile pensare ad una totale e veloce trasformazione della città in chiave di rimozione delle barriere architettoniche, è molto più verosimile ipotizzare l'ottimizzazione di porzioni urbane limitate e magari già individuate come maggiormente funzionali e confortevoli.

    Consentendo la permutazione di abitazioni di proprietà e favorendo, in funzione del reddito, la localizzazione in appartamenti tra loro vicini ma indipendenti, si darebbe la possibilità di sfruttare sinergie di vicinanza e, al contempo, di garantire una adeguata privacy. Inoltre, allo scopo di non troncare l'originario legame con il contesto di appartenenza, si potrebbero inserire tali "villaggi" in diversi rioni cittadini, salvo naturalmente valutare che il numero e la volontà dei potenziali fruitori renda maggiormente vantaggiosa una ulteriore concentrazione.

    17. ETA' PENSIONABILE

    Con il presente punto programmatico la Rosa nel Pugno intende portare avanti una battaglia giusta, una battaglia per sollecitare interventi legislativi sul diritto al lavoro (non al posto di lavoro) e per la creazione di ammortizzatori sociali per questi lavoratori le cui possibilità di ricollocazione nel ciclo produttivo sono praticamente nulle e che si trovano a dover attendere per anni, privi di reddito, la maturazione del loro diritto alla pensione. Perciò è necessario dapprima promuovere nella pubblica opinione, la conoscenza della drammatica situazione in cui versano centinaia di migliaia di cittadini italiani privati per anni di ogni fonte di reddito. Dobbiamo tutelare gli interessi ed i diritti civili di queste categorie di cittadini per denunciare l'esistenza di palesi situazioni d'incostituzionalità nella applicazione delle normative in tema di trattamento previdenziale. Tuttavia la Rosa nel Pugno non si propone solo di denunciare le gravi discriminazioni a svantaggio di molti lavoratori nel riconoscimento del diritto di accesso al trattamento previdenziale, ma di trovare le soluzioni idonee e le fonti di finanziamento atte a creare gli ammortizzatori sociali.

    E' a questi lavoratori, a questi cittadini che la Rosa nel Pugno si propone come punto di riferimento organizzativo per segnalare la drammatica condizione di chi con la perdita del lavoro si trova oggi privato di ogni fonte di reddito, di chi si è visto negare il diritto di accesso alla pensione, di chi, infine, lavora sopportando una situazione di pesante emarginazione o che teme di essere la prossima vittima di un taglio occupazionale. Dal punto di vista economico e sociale, il fenomeno non è più funzionale neppure al mercato del lavoro giacché questo tenderà a scaricare sui lavoratori più anziani, liberandosene prematuramente, il costo di crisi e ristrutturazioni aziendali. La Rosa nel pugno dovrà mettere in evidenza le mancanze di un sistema che non è in grado né di garantire né di creare incentivi finalizzati a scoraggiare l'abbandono prematuro del posto di lavoro, come pure la promozione di interventi di formazione continua e la diffusione di una qualità e accessibilità del lavoro anche per i lavoratori senior e, al limite, anche attraverso misure di part-time.

    La nostra proposta è liberalizzazione dell'età pensionabile.

    Diversi articoli della legge definiscono criteri e regole che permettano a chi ha già raggiunto i requisiti per l'accesso alla pensione di poter continuare a lavorare ottenendo delle forme di incentivo economico a vantaggio proprio e del proprio datore di lavoro. Si continua in modo ipocrita ad ignorare che le imprese buttano fuori i lavoratori appena superano i 45 anni, altro che dare loro la possibilità di rimanere al lavoro dopo che si è raggiunta l'età pensionabile. Perciò la nostra proposta è quella di LIBERALIZZARE L'ETA' PENSIONABILE. Si tratta di una proposta liberale e liberista che non pregiudica le casse dello Stato. In effetti, non c'è nessuna perdita per l'INPS. Dal punto di vista attuariale i valori di conversione della rendita di pensione rispetto ai contributi versati sono facilmente calcolabili attraverso formule attuariali demografico-finanziarie. Si tratta di un semplice calcolo che, naturalmente, comporterà una pensione molto più bassa di quella che sarebbe spettata se il lavoratore fosse andato all'età giusta e con i contributi giusti. Ma se il lavoratore accetta non si vede alcun motivo per denegare tale diritto.

    18. ENERGIA

    Tutto il pianeta è costantemente sempre più assetato di energia; il mondo occidentale sembra costretto ad una lunga condizione di dipendenza nei confronti dei paesi esportatori di idrocarburi; l'Italia è condannata all'acquisto di energia elettrica da vicini stati che la producono con centrali nucleari e il Friuli Venezia Giulia deve importare dalla Slovenia (per quanto riguarda lo scenario elettrico del 2000 e secondo i dati pubblicati nell'ultimo Piano Energetico Regionale) circa 4.400 GWh (dei quali, 2000 GWh sono poi dirottati verso altre regioni italiane). Alla notevole dipendenza dall'estero per quanto riguarda petrolio, gas, ed energia elettrica, riferendosi all'ambito triestino, si deve sommare il paradosso del capoluogo di regione maggiormente a rischio di incidente nucleare, vista la presenza, a pochi chilometri di distanza in territorio sloveno, di una centrale termonucleare obsoleta.

    E' giunto il momento, quindi, di assumersi la piena responsabilità della produzione di energia necessaria al fabbisogno interno ed anche di accettare tutti i rischi che sono connessi ad ogni trasformazione della materia, evitando di delegare il controllo a paesi che possono adottare regimi di sicurezza inferiori. Sebbene le funzioni e le competenze per la costruzione e l'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica, con impianti di potenza superiore ai 300 MW termici, siano esercitate dallo Stato d'intesa con la regione, e sebbene la competenza per gli impianti di potenza inferiore sia regionale, ciò non toglie che il Comune e la Provincia possano, e a mio avviso debbano, farsi carico di individuare quali tipologie di impianti, e con quale localizzazione, siano compatibili con il territorio e la società.

    A partire dalla scala locale, Comune e Provincia possono concorrere alla costruzione di quel insieme di tasselli che daranno la possibilità di delineare un Piano Energetico Nazionale, non soltanto come bilancio tra consumo e generazione ma anche come dettagliata individuazione di tutte quelle sfumature che consentiranno di individuare il luogo più adatto ad ogni insediamento produttivo. A tale scopo, ed in accordo con le previsioni dell'unione europea che riconoscono alle fonti rinnovabili e all'energia nucleare il ruolo più concreto di limitazione delle emissioni climalteranti, sarà bene valutare, senza pregiudizio e preclusione alcuna, quale tipo di installazione sia compatibile con le risorse e le limitazioni di questa parte della regione e se - per non sottrarsi alle conseguenze di quella che potrebbe essere una futura scelta strategica nazionale - vi siano le condizioni per lo stoccaggio di scorie radioattive.

    19. INNOVAZIONE E RICERCA

    L'Area di Ricerca, che è un ente di primo livello, beneficia di finanziamenti pubblici nella media europea ma ha insufficienti risorse da parte dei privati. I propulsori di questo sistema sono le risorse umane, che si concretizzano in progetti condivisi, lavoro di gruppo ed entusiasmo. La Rosa nel Pugno si propone di colmare i punti deboli che sono la mancanza di abitazioni, di biblioteche, aule e laboratori per i riceracatori 2) la scarsa disponibilità di aree per nuovi insediamenti 3) maggiore coordinamento con le istituzioni in modo da sfruttare le grandi potenzialità che la città potrebbe offrire nel senso della condivisione delle scelte di sviluppo.

    Altro punto riguarda la richiesta di maggiore attenzione verso lo studio delle nanotecnologie con particolare riguardo alla produzione di idrogeno combustibile , da considerarsi l'energia del futuro. Infatti a Trieste si sta sviluppando il nuovo settore industriale delle fonti energetiche alternative, tra cui catalizzatori di nuovo tipo per la produzione di idrogeno a basso costo. Le nanotecnologie in genere possono quindi dare soluzioni di grande efficacia anche nella produzione , trasformazione ed uso dell'energia. Le imprese hanno bisogno per decollare dell'iniziale supporto pubblico.


    I candidati al Comune

    I candidati alla Provincia

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