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Il Piccolo 05-04-2002

I sindacati del Friuli Venezia Giulia preparano le manifestazioni per lo sciopero generale del 16 aprile

«Tra gli industriali voglia di dialogo»

Cgil e Cisl: «Molti imprenditori locali non appiattiti sul governo»

TRIESTE - Nicola Tognana da Udine «apre» al dialogo, dimostrazione, anche questa, che all'interno di Confindustria, compresa quella del Friuli Venezia Giulia, i sostenitori di una ripresa del confronto esistono. Forse lo sciopero generale del 16 aprile diventerà la linea di demarcazione, quella della svolta: dalla contrapposizione a muso duro davanti all'altare dell'articolo 18, alla ripresa del dibattito sulle riforme che buona parte del sindacato ritiene necessarie.

«Intanto - dichiara Sante Marzotto, segretario regionale Cisl - stiamo lavorando perché sia lo sciopero che le manifestazione, a carattere regionale e provinciale, abbiano successo». Come dire che indietro non si torna. Ma dal 17 aprile le cose effettivamente potrebbero cambiare. Legge così Marzotto le dichiarazioni di Nicola Tognana, numero due di Confindustria: «Mi pare che l'officina si sia messa in moto per riparare i danni fatti. Forse si è compreso che la strada della sfida non conduce a risultati positivi. L'arroganza mi pare abbia solo imposto la necessità di ragionare sulle cose».

E che in seno alla Confindustria probabilmente non tutti siano compatti e allineati sulle posizioni di D'Amato, per Marzotto «troppo schiacciato sul governo» lo dimostrerebbe il livello, assai contenuto, di scontro registrato in Friuli Venezia Giulia, fatte salve alcune dichiarazioni di fuoco di Andrea Pittini. «Non mi stupirebbe - aggiunge Marzotto - l'esistenza di fronde interne agli industriali». Un «sentire» comune a quello di Paolo Pupulin, segretario regionale della Cgil che ha già registrato «aperture da parte di industriali locali, in sedi riservate molti imprenditori dichiarano che quella dell'apertura di un conflitto sui diritti dei lavoratori è stata una scelta sbagliata. Si tratta di un malessere che esiste tra gli imprenditori. Finalmente - aggiunge Pupulin - spero si prenderà atto che la battaglia deve essere accantonata, una battaglia che punta, secondo me, al ridimensionamento del peso del sindacato». E se il dissenso dilaga è in parte frutto «dell'azione della Cgil e del sindacato confederale che ha assunto una posizione determinata nel chiedere lo stralcio dell'articolo 18».

Quello stralcio è ancora parte fondante dello sciopero generale del 16 aprile. Ma «non va dimenticato - ancora il segretario Cgil - che è aperta anche la partita sullo stato sociale», e di particolare le scelte su fisco, previdenza, scuola e sanità. È uno sciopero «contro» lo smantellamento dello stato sociale e che punta alla creazione di «una sorta di stato minimo, che penalizzerebbe i cittadini, e che si pone al di fuori anche della concezione europea di welfare».

L'organizzazione della triplice sindacale è dunque già in moto per la definizione nei dettagli della manifestazione di rilievo regionale, in programma a Udine, e di quelle provinciali, previste a Trieste, Pordenone, Gorizia. Queste ultime si articoleranno al mattino con presidi davanti alle sedi istituzionali, delle associazioni degli industriali, delle strutture sanitarie, e distribuzione di volantini. Nel pomeriggio il concentramento avverrà a Udine davanti a Palazzo Torriani, sede dell'Assindustria friulana; da lì il corteo raggiungerà piazza Venerio per il comizio e in chiusura è previsto un concerto. Il gruppo di cui si fa il nome è quello dei Nomadi.

Elena Del Giudice