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Il Piccolo 21-06-2002

L'esecutivo sloveno deciso a riportare a Capodistria e Pirano le opere di autori italiani che erano state trasferite a Roma nel 1940

Lubiana chiede la restituzione del «tesoro istriano»

Formata una commissione interministeriale che dovrà negoziare con il governo italiano

LUBIANA - Il governo sloveno ha dato via libera al ministero degli Esteri e a quello della Cultura di formare un gruppo di lavoro che dovrà esaminare il cosiddetto «tesoro istriano», le opere d'arte portate via prima della Seconda guerra mondiale da alcune chiese di Capodistria e Pirano, e custodite per decenni a Roma. Ora Lubiana le rivuole indietro e ha già inoltrato la domanda al governo italiano.

In base alle constatazioni che saranno fatte dal gruppo di lavoro il governo sloveno ha delegato il ministero degli Esteri ha nominare un'equipe di negoziatori a cui verrà affidato il compito di trattare la restituzione delle opere con il governo italiano. Come si ricorderà, le opere erano rimaste "dimenticate" per oltre sessant'anni a Roma dopo esservi giunte nel 1940 su iniziativa di priviati cittadini aderenti alla Società istriana di archeologia e storia patria i quali, per metterle in salvo dalle devastazioni della guerra, pensarono che l'indirizzo più sicuro fosse quello della Sopraintendenza archeologica della capitale. A riportarle alla luce ci ha pensato di recente l'ex sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi che ha pensato di farle esporre al pubblico nelle sale di Palazzo Venezia in Roma. Una mostra che è stata bloccata poco prima che aprisse i battenti, per le polemiche che erano sorte.

Con l'iniziativa del governo sloveno la questione sembra essere tornata in cima alla lista degli affari bilaterali tra Roma e Lubiana. Infatti, la questione delle opere "istriane", tra cui figurano tele del Vivarini, del Carpaccio, del Veneziano, del Tiepolo, erano state più volte oggetto delle rivendicazioni non solo della Slovenia ma anche dell'ex Jugoslavia. Entrabe le entità statali avevano motivato le loro richieste con gli accordi di Osimo che prevedono la restituzione dei beni esportati, ma all'epoca dell'ex jugoslavia l'allora commissione mista bloccò la questione per motivi politici.

Con l'indipendenza, la Slovenia ha riaperto il capitolo invitando le autorità italiane a ripristinare i negoziati nel 1999. Di recente, il ministro sloveno alla cultura Andreja Rihter, incontrando a Spalato Sgarbi, aveva ipotizzato la possibilità di una restituzione delle opere una volta restaurate. Stando alle dichiarazioni della Rihter la proposta avrebbe trovato d'accordo anche Sgarbi. La Rihter aveva inoltre annunciato la formazione di un gruppo di lavoro misto italo-sloveno incaricato di seguire i restauri mentre il sottosegreatario italiano ai beni culturali non ha escluso l'ipotesi che in caso di restituzione la custodia delle opere possa essere affidata ad un istituto di cultura italiano d'oltreconfine.

c.r.