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Il Messaggero Veneto 03-01-2002

Fi: no al terzo mandato per i sindaci

Nuova bozza Marpillero e subito si riaccende il dibattito sulla riforma elettorale

TRIESTE - (L.S.) «La bozza Marpillero è il telaio della riforma elettorale. Se rimane intatta possiamo farcela ad approvare la legge, altrimenti vedremo. Certo che non accetteremo meccanismi perversi e interessati, come l'introduzione del terzo mandato per i sindaci, o altri stravolgimenti». Uscito dall'ufficio legale cui Forza Italia ha commissionato uno studio di fattibilità della nuova normativa, il deputato e coordinatore azzurro udinese Ferruccio Saro si mostra più cauto del solito.

L'architettura è complessa - spiega - perché devono esserci anche il riequilibrio dei poteri tra giunta e consiglio e le incompatibilità. «Contiamo sulla collaborazione di tutti, anche dei Ds e del Ppi Margherita. Se ce la faremo a raggiungere i 40 voti, bene, altrimenti andremo avanti lo stesso, perché il referendum popolare non ci intimorisce, ma ci fanno paura i pasticci, i vizi di natura giuridica e sostanziale che potrebbero produrre impugnazioni e bocciature del testo», aggiunge. Già oggi inizieranno gli abboccamenti con la Lega. Il 7 ci sarà una riunione di gruppo di Forza Italia, e il lunedì successivo, due giorni prima dell'avvio dei lavori in commissione, il coordinatore regionale Ettore Romoli riunirà i suoi e i federati. «Ci incontreremo per fare il punto e per serrare i ranghi. Siamo chiamati a un passaggio estremamente importante, cui non possiamo presentarci in ordine sparso», dice il parlamentare goriziano.

«L'intera Casa delle libertà deve fare rientrare i personalismi e gli interessi elettorali individuali, per votare, responsabilmente, una buona legge. Gli elettori ci giudicheranno anche su questo». I contenuti della bozza sono comunque quelli noti da tempo, dei quali è stata verificata la praticabilità attraverso il servizio elettorale nazionale, l'ufficio che segue la formazione delle leggi. E dunque con il conforto della dottrina su quasi tutto il testo, si tratta di trovare l'intesa politica.

Indicazione del presidente. Il primo punto è quello dell'indicazione del presidente. Se ne uscirà con la formula del "listino": tre candidati designati da ogni coalizione, che verranno eletti sia in caso di affermazione che in caso di sconfitta. Il primo è di fatto il capolista del listino stesso e il candidato presidente dell'alleanza: a elezioni vittoriose concluse, si presenta al consiglio illustrando il programma e annunciando la squadra di governo, per ricevere la fiducia. Premio di maggioranza. Il secondo punto è quello del premio di maggioranza per la coalizione più votata. Entra in funzione se viene toccata la soglia del 40% dei consensi, e porta i consiglieri a 36.

I tre candidati del listino sono scomputati, quindi dalle liste vengono recuperate 33 persone. Se il risultato è così positivo da raggiungere o superare i 36 consiglieri, rendendo superfluo il premio, i tre del listino vengono comunque eletti, a spese dei meno votati. Questo perché in Friuli-Venezia Giulia per introdurre un numero di consiglieri variabile (come nelle altre regioni), occorrerebbe una modifica statutaria, per la quale non esistono margini di tempo. Niente seggio garantito alla minoranza slovena. La modifica statutaria (o un'eventuale norma nazionale) occorrerebbe anche per garantire il seggio alla minoranza slovena. Almeno in questa fase non ci saranno così meccanismi di salvaguardia (Marpillero, candidamente, aveva proposto l'inclusione di uno sloveno nel listino, ma non è stato preso molto sul serio).

Sbarramento al 5%. Confermato lo sbarramento partitico del 5% (comunque "trattabile" secondo Forza Italia), per venir rappresentati in consiglio, e confermato anche l'istituto della sfiducia costruttiva, (per cui per far cadere un presidente occorre aver pronta un'altra maggioranza ed un altro esecutivo) rimane invece ancora dubbia la legittimità di una "norma antiribaltone" che impedirebbe di firmare le mozioni di sfiducia a chi ha cambiato schieramento. Il 15, il 16 e il 17 gennaio la quinta commissione, presieduta dal segretario della Lega Beppino Zoppolato affronterà il testo. Con Forza Italia che deve trovare un'intesa con il Carroccio, visto che An difficilmente farà le barricate. Anche se, tutto sommato, non le dispiacerebbe affatto su al voto si andasse, secondo la norma transitoria, con la legge delle altre Regioni, ossia il presidenzialismo vero.