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Il Messagger Veneto 05-01-2002

Romoli ferma il terzo mandato dei sindaci

Il coordinatore regionale di Fi alla Lega: la nostra legislazione non può diventare un Far West

TRIESTE - «Quella della seconda ricandidatura per i sindaci è un'idea stravagante, in quanto, al di là della competenza primaria, la nostra legislazione non può diventare un Far West in cui secondo le esigenze particolari di uno o di un altro partner della coalizione si possa derogare da principi validi in tutta Italia». Parole che pesano come macigni, perchè a pronunciarle è Ettore Romoli, coordinatore regionale di Forza Italia, che esprime una posizione ufficiale del partito. «Tondo fa bene a dialogare, ma occorre che, nel prossimo incontro di maggioranza, Zoppolato si convinca che una soluzione del genere è assolutamente impossibile. E non è il caso di immaginare scelte secondo coscienza, perché su argomenti di tale rilievo istituzionale, non è possibile avanzare in ordine sparso. Ciò detto, sarebbe il caso che il dibattito politico si tenesse nelle sedi a ciò deputate e non sui giornali», conclude il deputato azzurro. «Una volta il confronto era frequente, e si riusciva a chiarire le posizioni, a smussare gli angoli. Adesso anche per qualche lontanza dei responsabili politici, tra i quali anche il sottoscritto, capita troppo di rado». Quella della Lega «è un'ipotesi del tutto irrazionale», constata il consigliere forzista Adino Cisilino.

Il ccd Bruno Marini, vicecapogruppo del partito di maggioranza relativa, si dice perfettamente d'accordo con Saro. «Un ritorno sulle nostre decisioni apparirebbe una scorrettezza gravissima: tutti direbbero che abbiamo messo il vincolo solo per impedire la candidatura di Riccardo Illy. Forse, e sottolineo il forse, si potrebbe ragionare sull'eventualità di toglierlo per i comuni sotto i cinquemila abitanti». Claudio Violino difende Zoppolato: «Premesso che a livello personale sarei contro il terzo mandato, perché nell'area udinese i nostri sono tutti al debutto, mi adeguerò al parere della maggioranza. Ma devo dire che Saro "gioca sporco". Ha sparato il suo niet proprio perché sapeva di questo orientamento. Vuol farci fare la figura dei "poltronari", e poi, dalla sua specchiato disinteresse, elargirci, a malincuore, questo provvedimento, cui sotto sotto è magari favorevole. Fa cosí per mettere in difficoltà il nostro segretario».

L'opposizione assiste all'ennesimo scontro e assesta qualche frecciata. «Se si metterà ai voti la cosa, noi saremo favorevoli a eliminare il vincolo, coerentemente con la posizione già assunta quando lo si introdusse - sottolinea Gianfranco Moretton capogruppo del Ppi-Margherita. E penso che la proposta passerà, con una maggioranza trasversale che prescinderà da nuove alleanze. Però certo che la Lega così critica vero la Prima repubblica ha fatto il suo tempo: Zoppolato sta piazzando al caldo tutti i suoi: Bosco, Scotti, e tanti altri. Si potrebbe fare l'elenco». Più articolato il parere di Mario Puiatti, capogruppo Verdi-Sdi: «Il limite era stato voluto in considerazione dei nuovi, enormi poteri dei primi cittadini.

Se lo si vuole togliere, occorre rivedere l'impianto, ripristinando i qualche modo i poteri del consiglio. Fatta questa considerazione si può osservare nello specifico che il terzo mandato sembra essere un problema tutto di Zoppolato», osserva. «Il segretario del Carroccio vuole salvaguardare il posto dei suoi sindaci, che sono radicati in particolare nel Pordenonese, tutti al secondo mandato, vedi i casi di Zille a Porcia, di Gerussi a Spilimbergo, di Panontin ad Azzano X, di Ronchese a Prata. Al di là di questo aspetto di interesse partitico, ne è sospettabile un altro personale: se questi personaggi si troveranno la strada sbarrata per le comunali, correranno alle regionali, con il loro bel serbatoio di voti. E potrebbero fare la festa proprio a Zoppolato. Siccome pensare di poter modificare le regole generali sulla base degli interessi specifici di tizio o di caio è una cosa fuori dal mondo, Forza Italia dovrebbe provare una buona volta a dire di no ai ricatti leghisti», conclude Puiatti. «La Finanziaria è ormai stata approvata, e in quanto alla legge elettorale, se non la si dovesse fare, è proprio la Lega a rimetterci di più, perché non avrebbe nessuna possibilità di correre da sola».

Luciano Santin