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Il Messaggero Veneto 18-12-2001

L'assessore regionale spiega la filosofia dei prossimi regolamenti per le grandi strutture di vendita

Dressi, via libera ai supermercati

Ai piccoli negozianti: evitate una battaglia di retroguardia sui mega-centri

TRIESTE - I commercianti del Friuli-Venezia Giulia devono ragionare sui nuovi scenari e affrontare con coraggio il nodo della media e grande distribuzione. Così parla loro l'assessore Sergio Dressi, che si appresta a varare l'ultimo tassello della legge 8, appunto i regolamenti relativi alle strutture di vendita maggiori. Una normativa sinora rimasta bloccata dal timore che la categoria nutre nei confronti di supermercati e ipermercati La messa a punto del regolamento ha superato diversi passaggi, ultimo dei quali lo studio prodotto dall'Ascom, solo un mese fa, e relativo soprattutto agli aspetti urbanistici, spiega Dressi.

Gli uffici hanno messo a punto una bozza, che ha tenuto conto dei rilievi, apportando le integrazioni necessarie, ma sulla quale però occorrerà "stringere" quanto prima. «Miriamo a un testo ampiamente condiviso, che muove però da tre considerazioni di fondo. La prima è che il pubblico amministratore deve preoccuparsi prima di tutto del cittadino consumatore; la seconda, che il riassetto dell'organizzazione commerciale dev'essere basato non su regole che ne limitino l'evoluzione ma dal recepimento delle aspettative e dei desideri dei consumatori, che se non si sentono soddisfatti si rivolgono altrove. L'ultima notazione riguarda una tendenza generale, non soltanto italiana: i negozi tradizionali chiudono, ma riaprono come franchising, o esercizi gestiti direttamente dalle case», spiega l'assessore.

In questo contesto, così, vanno adottati regolamenti di una certa elasticità, pena la desertificazione dei centri urbani o la perdita di competitività. «Occorrono soluzioni capaci di attenuare le regole rigide che svuotano i centri cittadini. Faccio un esempio: l'obbligo di ampi spazi di parcheggio rende impossibile la realizzazione di strutture sui 1500- 2500 mq, quelle che poi esercitano un potere di attrazione sui negozi minori», prosegue Dressi. «Quanto alla grande distribuzione, bisogna rendersi conto che oggi i 20 mila metri quadrati sono insufficienti a creare una massa critica inclusiva di strutture per il tempo libero e la wellness.

L'organizzazione dei nuovi centri, e la ristrutturazione di quelli pensati dieci e più anni fa, specie nell'hinterland udinese, deve tenerne conto». A non farlo, c'è pericolo di perdere terreno. «Commercialmente subiamo un'emorragia verso il Veneto. E ne rischiamo altre, oltre alla perdita del potere di attrazione verso la Carinzia e la Slovenia», dice ancora Dressi. «A Postumia, ovvero a venti minuti di macchina dal confine italiano, un gruppo olandese sta progettando la realizzazione di un complesso da un milione di metri quadrati. Il governo sloveno ha dato l'okay, e gli investitori si stanno informando proprio sulla possibile concorrenza esercitata da nuove strutture nel Friuli-Venezia Giulia. Realizzando il centro commerciale di Villesse, pur di dimensioni minori, si andrebbero a spostare i termini della questione».

E dunque l'assessore invita le organizzazioni dei commercianti a non fare una difesa a priori dei propri interessi minimali e corporativi, ma a impegnarsi a favore degli associati con gli strumenti di cui sono stati dotati dalla la Legge 8, ovvero i Cat, centri di assistenza capaci di guidarli sui percorsi della professionalità e qualità. «Tra pochi giorni si chiarirà il nocciolo della questione: o si crea forte unione tra gli indirizzi e obiettivi che la Regione è tenuta a dare, i Comuni, cui verrà attribuita una forte delega per la media distribuzione, e le associazioni di categoria, ovvero si va verso una netta diversificazione delle posizioni», conclude Dressi. «A questo punto però credo risulterà difficile, per i commercianti, spiegare la loro strategia. Perché non risulterebbe rivolta alla crescita economia ed occupazionale del territorio, ma a una pura difesa di retroguardia».

Luciano Santin