Il Messaggero Veneto 13-09-2001
Le necessità del settore ammontano a 3.056 miliardi, più 100 miliardi in investimenti irrinunciabili
In base al decreto Tremonti la Regione dovrebbe tagliare circa 800 posti letto
TRIESTE – Spesa sanitaria da definire, e soprattutto da mettere sotto controllo con interventi di razionalizzazione. In Consiglio regionale un po' tutti sono consapevoli del fatto che l'impegno più importante dell'esecutivo e della maggioranza sarà quello di misurarsi con i tagli previsti dalla riforma, e anche dal ministero della Sanità, che per il Friuli-Venezia Giulia vorrebbero dire circa 800 posti letto in meno negli ospedali.
La legge elettorale è uno strumento capace di suscitare dissidi politici, ma sul quale c'è sempre la possibilità di trovare una quadratura. La Sanità è invece tutt'altra cosa: si tratta di conti enormi che devono tornare. E di servizi su cui i cittadini sono attentissimi, a differenza del sistema di voto. Sicché è qui che si concentra l'attenzione della giunta, e soprattutto dell'assessore alle Finanze Pietro Arduini.
Le necessità del settore ammontano esattamente a 3.056 miliardi, cui si aggiungono altri 100 miliardi abbondanti di investimenti irrinunciabili. E questo sulla base di proiezioni quasi caute. L'incremento di spesa previsto è tra il 5,5 e il 6 per cento. Il settore sanitario, per la rapidità dello sviluppo nelle tecniche, nei farmaci, nelle apparecchiature ha infatti crescite anomale, e il 5-6% è anche poco rappresentato al 9 e al 7 fatti segnare negli anni passati. Ci sono poi le risorse aggiuntive promesse alla fine della scorsa legislatura dal sottosegretario Giarda, ancora attese. Non dovessero arrivare, andrebbero aggiunte al computo.
Nei calcoli esiste comunque anche la previsione di un incremento nelle retribuzioni degli infermieri (c'era già quest'anno, in vista del nuovo contratto stoppato però dal ministro Tremonti). Sui soldi con cui la Regione affronterà il 2002, c'è ancora incertezza. Trattandosi di una quota parte del gettito erariale, e che un incremento del Pil c'è stato, la speranza è quella di un aumento rispetto allo scorso anno. Ma le misure messe in atto dal governo potrebbero riservare sorprese, si sono detti ieri l'altro Arduini, Santarossa, e il collega Ciriani, che hanno ragionato, in incontri separati, sugli stanziamenti.
Al di là del problema dei trasferimenti, maggioranza e opposizione sanno che la spesa sanitaria è sempre sul punto di sfuggire al controllo. L'applicazione della riforma segna il passo, mentre sulle razionalizzazioni e gli accorpamenti oggetto di dichiarazioni tanto dell'assessore quanto del presidente, non esistono priorità e tempistica.
La partita decisiva comunque si giocherà sugli ospedali. Anche se l'approssimarsi della campagna elettorale renderà tutto molto problematico, occorrerà provvedere a ridurre drasticamente la quantità dell'offerta ospedaliera. Negli scorsi giorni il ministro Sirchia ha annunciato gli standard ammissibili: i posti letto per acuti devono scendere a 5 ogni mille abitanti. In una regione con un milione e duecentomila abitanti, come il Friuli-Venezia Giulia, si arriverebbe a circa 6000 letti, ovvero 800 in meno rispetto ai 6800 oggi esistenti.