Il Piccolo 20-06-2002
Prima riunione nella sede della giunta regionale dell'organismo che soprintenderà all'applicazione della legge di tutela della minoranza. «Giallo» sull'assenza della Pedicchio
Si è imposto per 12 a 7 sul forzista Alex Pintar. Alla vicepresidenza Maurizio Lenarduzzi (Ccd)
TRIESTE - È iniziata con un piccolo «giallo», ma è finita con pacche sulle spalle, strette di mano, dichiarazioni di stima reciproca e promesse di collaborazione ripetute più volte davanti ai fotografi e alle telecamere. La riunione insediativa del comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena non poteva avere di certo un approccio più «soft», così come morbida e non viziata dalle polemiche è stata l'indicazione del presidente dell'organismo e del suo «vice». L'avvocato sloveno Rado Race è stato insediato al vertice del «paritetico» che, per legge, ha un compito strategico e sovrintende all'applicazione della legge di tutela della minoranza slovena. Lo affiancherà quale vicepresidente, sempre in base all'articolato un componente di lingua italiana, scelto, dopo due votazioni, nella figura di Maurizio Lenarduzzi, esponente politico del Ccd e attuale assessore del Centrodestra a Duino Aurisina. Sebastiano Piana è stato invece nominato dal ministero per gli Affari regionali segretario del comitato. Fin qui la cronaca dell'insediamento, durato globalmente quasi tre ore e svoltosi nella sala solitamente occupata dalla giunta regionale, nel palazzo di piazza Unità. Il regolamento attuativo della legge affida infatti alla Regione Friuli Venezia Giulia il compito di garantire il funzionamento del comitato e di svolgere il supporto di segreteria. Nei risvolti e nei «si dice» non è difficile peraltro trovare degli spunti di riflessione.
Iniziamo dal «giallo». Il comitato non era a ranghi completi, in quanto risultavano presenti 19 componenti su 20. Non si è fatta vedere, infatti, Maria Cristina Pedicchio, docente universitaria, presidente dell'Erdisu e dell'Area di Ricerca, componente di nomina governativa legata da noti rapporti di amicizia col coordinatore nazionale di Forza Italia, Roberto Antonione. Passato il primo momento di logico smarrimento, ieri mattina era stata avanzata l'ipotesi che per un deprecabile errore il fax di convocazione non fosse stato recapitato alla Pedicchio. Ottenuta conferma, sia a livello ministeriale che locale del regolare ricevimento dell'invito si sono scatenate le illazioni. Difficile, peraltro, paventare un'assenza «tattica», che non avrebbe avuto molto senso. A titolo di curiosità, va comunque rilevato che non è stata una grande mattinata per Forza Italia. Dapprima, infatti, Rado Race, nella corsa alla presidenza, si è imposto con una certa tranquillità sul candidato sloveno alternativo, il forzista Alex Pintar per 12 a 7. Pur registrando una certa trasversalità nel voto, che era segreto, ieri mattina era opinione abbastanza comune che a esprimersi per Pintar siano stati Basile, de' Vidovich, Perna, Lenarduzzi, Koglot, Ritossa e lo stesso candidato. Mancherebbero, nel gruppo della Casa delle libertà, i voti dei due sloveni di area leghista Slokar e Clavora.
Pollice verso anche nella successiva votazione per il «vice», dove si dava per scontata o quasi l'elezione di de' Vidovich, che nella prima votazione ha in effetti ottenuto 10 voti a fronte dei 9 di Lenarduzzi. Essendo però necessaria la maggioranza assoluta si è dovuto rivotare, e alla seconda consultazione Lenarduzzi è venuto fuori, a sua volta trasversalmente, con 12 voti, mentre 4 ne ha ottenuti Livio Furlan, sindaco di Ronchi, e 3 sono stati gli astenuti. Anche in questo caso, le «letture» si sono sprecate. Non sembra campata in aria quella che parla di un «omaggio» al Ccd e segnatamente a un suo esponente, il ministro Carlo Giovanardi, spesosi parecchio per far partire il «paritetico» dopo i noti e prolungati ritardi. Il comitato tornerà a riunirsi venerdì 5 luglio alle 15, sempre nella sede della giunta regionale. All'ordine del giorno la definizione della tabella che indica i comuni da includere per l'applicazione delle misure di tutela della minoranza slovena.
Furio Baldassi