Sintesi dell'intervento di Marco Gentili (Radicali)


Così come dall'aprile al settembre dell'anno scorso circa 7000 persone, firmando i quesiti referendari, hanno dato avvio a Trieste alla battaglia per cambiare la legge sulla procreazione medicalmente assistita, così oggi le centosessanta persone, che fino ad oggi hanno aderito al comitato per il Sì, danno l'avvio ad una difficile battaglia per arrivare al quorum ed alla vittoria del Sì il 12 e 13 giugno prossimo.

Sono persone impegnate politicamente in partiti politici, rappresentanti istituzionali o di associazioni, ma anche casalinghe, medici, avvocati, operai, malati, ricercatori, docenti, giornalisti, pensionati ecc... 160 persone che hanno colto questa occasione per lavorare assieme per una legge piò civile e moderna, 160 storie tutte interessanti , che spero i mezzi di informazione prima o poi vorranno raccontare e trasmettere a tutti gli elettori.

Tre considerazioni:

Chi ha votato questa legge ?

Quando si parla di referendum, se ne parla perchè c'è un evidente conflitto tra le maggioranze popolari e quelle parlamentari. Il 12 e 13 giugno si pronunceranno gli elettori ma i parlamentari che sono i maggiori responsabili di questa legge nel bene e nel male, devono rendere esplicite le loro posizioni ed i loro voti. Anche così la democrazia vive, informazione ed assunzioni di responsabilità di fronte ai cittadini sono gli elementi indispensabili di questa tornata elettorale. Antonione, Budin, Camber, Rosato, Damiani, Menia, Sgarbi, Bordon, come hanno votato sulla legge 40/2004 ? A quanto ci risulta solo Roberto Damiani, che ha firmato i referendum e che ha aderito al comitato per il Sì, lo dichiarato pubblicamente .

I quesiti sono difficili e tecnici.

Molti oggi vanno ripetendo altre storie meno interessanti, storie di quesiti difficili e molto tecnici. In realtà il difficile in tutta questa storia è far capire come la maggioranza del parlamento in maniera fortemente trasversale sia riuscita ad approvare questa legge proibizionista ed antisociale, mentre non pochi decenni fa in maniera trasversale si riusciva, con la prima repubblica saldamente al potere, a far approvare leggi come l'aborto ed il divorzio.

I quesiti riguardano tre semplici domande:

La ricerca scientifica deve essere limitatata ad alcuni settori ?
I medici devono essere ricondotti a rigidi protocolli nell'esercizio della loro professione ?
I diritti della donna vengono dopo quelli dell'embrione ?

I referendum dividono il Paese tra laici e cattolici.

I referendum non ripropongono una contrapposizione tra chi è laico e chi è cattolico, ma tra chi ha la passione civile di proporre e lottare per una soluzione al problema e chi se ne frega. Il referendum (al di là dei risultati) non divide il paese ma lo unisce nella conoscenza del processo politico e della legislazione, il nemico è semmai la disinformazione ed il disimpegno.

Trieste 07/05/2005

Marco Gentili
3282220364