Il drammatico appello rivolto dall'australiana Nancy Crick, malata terminale di tumore, affinché nel suo Paese venga legalizzata l'eutanasia, rivela soltanto una piccola parte della sofferenza a cui, purtroppo, sono costrette migliaia di persone in tutto il mondo. E' sicuramente una decisione moralmente molto "impegnativa", quella di porre volontariamente fine all'esistenza di un essere umano ma è anche "grave" imporre deliberatamente sofferenza ad una persona.

Non è compito della politica quello di dare giudizi morali; è compito della politica garantire ad ogni individuo la massima potenzialità di espressione delle proprie esigenze, attitudini e libertà fisiche ed intellettuali, nel rispetto delle libertà altrui. Tra queste libertà dovrebbe essere compresa anche quella di poter decidere come porre fine alla propria esistenza, soprattutto nel caso di una situazione estrema come quella di una malattia allo stadio terminale.

La libertà di poter scegliere è anche libertà di poter rifiutare. Se legalizziamo l'eutanasia tuteliamo chi, secondo la sua coscienza, decide di voler terminare la vita in maniera un po' meno dolorosa, ma consentiamo anche a chi non è d'accordo, di morire in maniera "naturale". Se non legalizziamo l'eutanasia continuiamo ad imporre la nostra volontà, e spesso atroci sofferenze, anche a chi ha legittimamente farebbe una scelta diversa.

Il movimento Radicali Italiani dà la possibilità (presso i tavoli di raccolta firme e nel municipio di molte citta italiane), ai cittadini, di sottoscrivere una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia, affinché ognuno di noi possa, per mezzo di un testamento biologico, predisporre le eventuali modalità di una fine dignitosa.

Distinti saluti Christina Sponza, Comitato Radicali Italiani di Monfalcone

cell. 3337126430, e-mail: sponza.chris@tin.it, http://www.radicalifvg.it