Il Messaggero Veneto 01-06-2002
In caso di vittoria al ballottaggio, all'ex sindaco andranno due assessorati e la presidenza del consiglio
Ieri a Gorizia la firma dell'apparentamento fra la lista civica e quella di Pettarin
di FLAVIO NANUT
Antonio Scarano ha deciso: la lista civica di cui è a capo si presenterà, al ballottaggio del 9 e 10 giugno per l'elezione del sindaco di Gorizia, assieme alla Casa delle libertà. Il "matrimonio" con il candidato del centro-destra, Guido Germano Pettarin, è stato celebrato nel pomeriggio di ieri, in municipio. Fra i "testimoni" il primo cittadino uscente, Gaetano Valenti, l'onorevole Ettore Romoli, il braccio destro di Scarano, Erminio Tuzzi, e lo stesso Pettarin, oltre ai rappresentanti legali delle liste interessate all'apparentamento. E così, fra nove giorni, gli elettori del capoluogo isontino troveranno sulla scheda, assieme al nome di Pettarin, i simboli di Forza Italia, Alleanza nazionale, Lega e Udc, cui sarà affiancato quello della lista civica "Per Gorizia-Scarano sindaco".
E veniamo ai termini di un accordo inseguito da giorni ma che in molti davano per scontato all'indomani dei risultati del primo turno. La lista civica, in caso di vittoria di Pettarin, si aggiudicherà due assessorati nella nuova giunta più la poltrona di presidente del consiglio comunale: a far parte dell'esecutivo dovrebbero essere chiamati l'ex primo cittadino, Erminio Tuzzi, e Nereo Tavagnutti, già consigliere comunale prima nelle file della Lega, poi come indipendente. Antonio Scarano, sindaco per dodici anni, tornerebbe in Comune per assumere l'incarico di presidente dell'assemblea civica. Ma la novità più ghiotta, al di là della ripartizione delle poltrone, è costituita dal fatto che la prossima giunta sarà allargata: da otto assessorati si passerà infatti a dieci. Nella squadra così rinnovata, dal punto di vista numerico, entreranno anche quattro esponenti di Forza Italia: i più gettonati sono il capogruppo uscente del partito, Maurizio Tripani, l'ex assessore ai tempi proprio di Scarano, Rodolfo Ziberna (che avrebbe prenotato il referato alla cultura), e il presidente uscente del consiglio, Rinaldo Roldo, il più votato fra gli azzurri.
Resta da riempire una casella, al momento vacante. Passiamo ad Alleanza nazionale. Due le poltrone, una delle quali di prestigio, quella di vicesindaco: spetterebbe all'attuale consigliere provinciale, Gino Maniacco, mentre l'altro posto andrebbe al capogruppo uscente, Fabio Gentile. Il nuovo esecutivo sarebbe completato da un esponente della Lega Nord e da uno dell'Udc: si fanno i nomi, rispettivamente, del commerciante Claudio Tomani e dell'assessore uscente Dario Baresi (o, in alternativa, del consigliere Giancarlo Marega).
Passiamo ai programmi. È stata evidenziata la necessità che Gorizia riacquisti il ruolo di capoluogo e la vocazione di città internazionale. La lista civica ha chiesto anche modifiche al piano regolatore, la riduzione dell'aliquota Ici e una politica sanitaria in difesa dell'area ospedaliera di via Vittorio Veneto, da salvaguardare rispetto a possibili lottizzazioni. Non solo: uno degli aspetti fondamentali dell'intesa riguarda l'eventualità di riportare a Gorizia le specialità che, nel passato, qualcuno ha voluto togliere trasferendole altrove. Romoli, nel commentare i termini dell'alleanza, ha affermato di non aver mai visto «tanta disponibilità in una trattativa. L'apparentamento con Scarano farà perdere a Forza Italia cinque consiglieri: è stata una scelta dolorosa, ma adesso comincia un'avventura anche in prospettiva delle regionali». Dall'altra parte, Tuzzi ha dichiarato: «Nessuno dei miei si è iscritto a Forza Italia. L'accordo è stato raggiunto né per favorire la Destra né per fare uno sgarbo alla Sinistra, ma soltanto - ha aggiunto - nell'interesse di Gorizia».
Ma in casa della lista civica le acque sono agitate. L'apparentamento con Pettarin è stato firmato prima di una riunione che era in programma nella serata di ieri. C'è chi si lamenta perché credeva che l'operazione Scarano, in vista delle elezioni comunali, fosse stata avviata nella più assoluta indipendenza con altri schieramenti politici. E chi si sente tradito per non essere stato informato dell'avvenuta intesa. Non si scompone più di tanto Vittorio Brancati, candidato del centro-sinistra, con il quale, pure, Scarano aveva intavolato una trattativa che peraltro a molti era parsa un atto meramente formale. «Indubbiamente ora Pettarin ha un vantaggio sulla carta (Scarano al primo turno aveva sfiorato il 17 per cento dei suffragi, ndr) - ha affermato -. Ma sono curioso di vedere se la gente darà fiducia al mio avversario. Per me, buona parte di quanti hanno votato Scarano domenica e lunedì scorsi non vedono di buon occhio l'alleanza con il centro-destra. Per cui starei attento, e mi rivolgo alla Casa delle libertà, prima di cantare vittoria».