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Il Piccolo 16-01-2002

Romoli: «Massime garanzie dalla sfiducia costruttiva, non si può tornare a votare pure per eventi casuali.

Lo sbarramento è necessario»

TRIESTE - «A questo punto l'unico irrimediabilmente contro la legge mi sembra Illy, ma lui sembra averne fatto un caso personale, quasi una ripicca... Chiedete, ad esempio, ai diessini, se condividono o meno lo sbarramento al 5 per cento...».

Ettore Romoli non teme colpi a sorpresa nè, apparentemente, ricorsi referendari. Il deputato di Forza Italia, peraltro, è ben lungi dal considerare «blindata» la bozza di legge elettorale venuta fuori da uno dei più macerati confronti di maggioranza degli ultimi tempi.

«E' un testo equilibrato, con niente di inconsueto al suo interno. Intendiamoci: non è il Vangelo. Alcuni piccoli aggiustamenti sono possibili, sentendo anche l' opposizione, si capisce, perchè il suo ruolo è importante».

Da quella parte, però, c'è lo scoglio legato al presidente eletto o indicato...

La tesi di Illy, lo so... Del resto cosa si può fare di più? Con l'istituto della sfiducia costruttiva abbiamo fornito il massimo delle garanzie. Non è che Illy ha paura dei colpi di mano dei suoi alleati?!? E del resto...

Del resto?

Mica possiamo tornare a votare se un presidente di giunta, ad esempio, muore in un incidente stradale!

Tondo farà gli scongiuri...

Si, d'accordo, volevo solo esternare il principio che uniforma il testo. Che è quello di non tornare ad elezioni a capocchia, per un evento casuale.

Tra le formazioni minori vostre alleate c'è molto malcontento anche per la questione dello sbarramento.

Lo abbiamo messo al 5 per cento, ma non è un dogma. Volendo si puù arrivare anche al 4, ma sotto non si va, anche se magari a Rifondazione e Comunisti italiani andrebbe bene l'1.5 per cento... Non possiamo del resto dimenticarci un dato importante...

Quale?

La soglia del 5 per cento è maturata da una scelta nazionale. D'accordo che abbiamo competenza primaria sulla materia, ma mica possiamo fare delle leggi stravaganti.

Ammetterà, però, che con il meccanismo previsto i piccoli partiti si trovano ad essere ostaggi di Forza Italia: portano voti e non sono neanche sicuri di eleggere qualcuno dei propri.

Nulla di nuovo neanche qui. Forse che per il Parlamento nazionale non è successa la stessa cosa? I voti finiti nel calderone sono stati appannaggio delle forze più consistenti, per la regola dei resti. Del resto lo spirito dello sbarramento è proprio questo. Diversamente ci troveremmo di fronte a 5000 partiti diversi.

f.b.