Il Piccolo 09-02-2002
Legge elettorale, nuova «coalizione» di centro
TRIESTE - È un consiglio regionale magmatico. Alle prese da un lato con alcuni focolai di crisi industriale e dall'altro con il sempre più incandescente dibattito sulla legge elettorale, cambia praticamente volto giorno dopo giorno. Anche sotto il profilo delle alleanze e dei gruppi. Le telescriventi non avevano neanche finito di spiegare, ieri, l'addio al Ccd di Giovanni Vio, passato armi e bagagli a Forza Italia che già i suoi ex colleghi, in un'altra ala del Palazzo della Regione, stavano consultandosi con un altro gruppo di «transfughi», quelli del Cpr, uniti al Centro Cristiano democratico nella comune perplessità sul testo di legge che sta venendo fuori. «Abbiamo molte cose in comune - ammette Bruno Marini, vicecapogruppo di Fi / Ccd - non ultima la comune radice democristiana nel partito che fu... Di sicuro siamo uniti e motivati su alcune scelte importanti, come ad esempio l'assoluta contrarietà allo sbarramento-truffa. Intendiamoci, e lo preciso per l'ennesima volta - incalza Marini - non si sta parlando della soglia del 5 per cento, ma di quel meccesnismo che anche dentro Forza Italia in molti considerano assurdamente penalizzante dei partiti più piccoli. Quelli che, detto per inciso, sarebbero chiamati a dare il sangue, e cioè i voti al gruppo di appartenenza, in cambio di niente e vedendo anzi i loro suffragi fare più ricchi i partiti più grandi della coalizione. Chiaro che non possiamo starci».
Per la cronaca, nella riunione di ieri erano presenti i due gruppi al gran completo. Per il Ccd, oltre a Marini, figuravano l'assessore Santarossa e il segretario regionale e consigliere Sasco. Sull'altro fronte i soliti Gottardo e Molinaro, con Cruder collegato via telefono. Quasi un'anticipazione di un ipotetico nuovo gruppo di centro che sta sollevando più di qualche fantasia tra i diretti interessati. Anche perchè, e va ricordato, da Trieste fino alla Regione non è che il Ccd abbia ottenuto ultimamente grandi favori dalla Casa delle libertà.
Che la posizione del nuovo ensemble politico si differenzi non poco da quella tipica del centrodestra lo spiega anche la proposta sul cosiddetto seggio sloveno. «Quella migliore - annota ancora Marini - ci sembra quella evidenziata dalla Margherita, che propone l'apparentamento per riservare un posto alla minoranza, com'è giusto». Prove tecniche di nuova Dc?
f. b.