Il Messaggero Veneto 16-01-2002
Ritrovata l'unità interna, la Confederazione del lavoro attacca Regione e imprenditori
Pupulin confermato alla segreteria: il fronte con Cisl e Uil resterà unito
GORIZIA - Non si fidano della Regione, né credono nella possibilità di inaugurare in tempi brevi una nuova stagione di confronto sul terreno politico e sociale. I rappresentanti sindacali della Cgil, riuniti per due giorni all'Azienda fiere di Gorizia in occasione del nono congresso regionale del sindacato, si preparano piuttosto ad affrontare un lungo periodo di conflitto sindacale. Tante le ragioni dello scontro con la Regione, ma su tutte, ancora una volta, la sanità, considerata «l'oggetto di un processo di sotterranea ma graduale privatizzazione», privatizzazione incontrollata che il sindacato combattterà sino alla fine.
E mentre affilano le armi, fanno il conto delle forze a disposizione: tante, finalmente unite sotto la stessa bandiera e di nuovo in campo al fianco delle consorelle della Triplice. Prova ne sia la votazione con la quale si è concluso ieri il congresso: riconferma della leadership al segretario generale uscente, Paolo Pupulin, e approvazione di una sola mozione.
Segretario Pupulin, con il loro voto unanime, i 220 delegati al congresso di Gorizia hanno lanciato un segnale importante anche al resto del Paese.
Proprio così. Il dato più rilevante emerso al termine di queste due giornate di ampio dibattito è rappresentato proprio da una ritrovata unità sindacale. Dopo almeno cinquanta interventi, che hanno messo in luce ancora una volta le due diverse anime del sindacato - sostenitori di Cofferati da una parte e di Patta dall'altra -, siamo finalmente approdati a un documento programmatico unico.
Quali sono, allora, le conclusioni che l'assemblea ha tratto, anche alla luce dei duri attacchi che lei stesso ha rivolto alla Regione?
E' stata confermata la preoccupazione espressa nella mia relazione. Il giudizio che la Cgil ha dato della politica di questa Regione è fortemente critico. Non si scorge alcuna strategia di sviluppo finalizzata al raggiungimento di standard qualitativi elevati, tali da rafforzare la struttura sociale e valorizzare il mercato del lavoro. Sbagliano anche gli imprenditori, che con le loro scelte attaccano i diritti e le garanzie dei lavoratori.
Quali sono, a vosto avviso, gli errori commessi dall'amministrazione regionale?
In Friuli-Venezia Giulia, si sta tornando all'affermazione di un governo di tipo centralista. Noi puntiamo invece ad uno stato sociale inclusivo, in grado cioè di allargare le maglie della propria azione. L'altra grave questione riguarda la privatizzazione della sanità, che condurrà ad un inevitabile aumento dei costi a carico dei cittadini.
Ma nel suo intervento al congresso di Gorizia, il presidente Tondo ha escluso la strada della privatizzazione nel campo della sanità.
E così dicendo, Tondo ha contraddetto i contenuti del piano già deliberato dalla sua Giunta. Anche al tavolo delle trattative, la Regione ha sempre confermato la propria volontà di affidare la gestione di alcune attività di servizio a società private. Per quanto sotterranea, questa soluzione conduce dritta dritta alla privatizzazione della sanità e annulla l'impegno di riorganizzare la struttura pubblica. Come se ciò non bastasse, nel piano si parla addirittura di eliminare il limite imposto alla presenza dei privati in campo sanitario. Siamo molto scettici anche sulle azioni promosse a favore degli anziani, verso i quali è stata intrapresa una devoluzione spesso fasulla, in quanto ai servizi dati non è corrisposta la dovuta copertura finanziaria. Definirei invece "stracciona" la devoluzione sbandierata nel caso del mercato del lavoro.
Tondo ha anche parlato di un nuovo tipo di rapporti con i sindacati, auspicando maggiore apertura e confronto. Lei come vede il futuro di questa regione?
Sino ad ora il confronto ha prodotto risultati insoddisfacenti. Nei prossimi giorni, ci incontreremo anche con Cisl e Uil per esprimere una valutazione comune sulla finanziaria regionale e decidere le azioni da intraprendere per migliorare la situazione. Lo sciopero generale del 25 gennaio sarà il primo passo. Le parole di Tondo hanno incontrato il mio disappunto sul piano dei contenuti, ma resto sempre disponibile a un confronto in merito al metodo che la Regione vorrà adottare al tavolo della concertazione.
Luana de Francisco