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Il Messaggero Veneto 12-03-2002

Friuli, la riforma elettorale è legge

Passata con 41 voti. Favorevoli Cdl, Uf e Rc, no di Ds, Verdi, Margherita e Sdi

TRIESTE - Approvata la legge elettorale, con presidente indicato e poi eletto dal consiglio, listino di tre nomi, sbarramento al 4%, premio di maggioranza di 33 o 36 consiglieri, secondo il risultato, giunta non di minoranza, con tre possibili esterni cooptabili e l'obbligo di un assessore donna. La norme è passata con 41 voti, quelli della Cdl, più i tre del gruppo autonomista nato per l'occasione (Pozzo, Visintin e De Gioia), e i due di Rifondazione. Tra le innovazioni, spazi di comunicazione adeguati per le candidate e 1500 euro al mese (tre milioni) in più per ogni donna, da attribuire ai gruppi, e il possibile voto degli emigranti.

Bocciate invece la garanzia per la rappresentanza slovena e l'istituzione della Consulta regionale per i problemi degli immigrati extracomunitari (proposta dal Pdci). Solo moderatamente soddisfatti i toni: all'orizzonte c'è il referendum, problematico perché si sa già che né An né certe componenti forziste si danneranno. La maggioranza qualificata fa sì che occorrano firme per un trentesimo dell'elettorato, circa 33 mila. Ma ci sono tre mesi, e siccome ad autenticarle provvedono consiglieri regionali, provinciali e comunali, il centrosinistra potrà mettere in pista 350 persone, che dovranno trovare ciascuna un sottoscrittore al giorno.

Per il presidente Renzo Tondo «approvando la nuova legge elettorale il consiglio ha esercitato in pieno una propria falcoltà, cioè la potestà primaria in materia elettorale. Il consiglio non ha voluto essere omologato alle altre regioni italiane e, pur tra contrasti legittimi e posizioni divergenti, si è dato una legge con la quale gli elettori saranno chiamati a rinnovare il consiglio». Il presidente ha voluto ringraziare tutti i consiglieri per l' impegno profuso. «L'alternativa sarebbe sarebbe stato il Tatarellum cioè la legge oggi vigente per le regioni a statuto ordinario. Scegliendosi la propria legge invece la nostra regione ha dimostrato di non accettare facili omologazioni, di non voler tollerare facili leadership. La nostra è e resta una regione composita e la legge che ci siamo dati rispecchia queste nostre caratteristiche». Quanto al possibile referendum abrogativo, Tondo non ha voluto esprimersi: «La maggioranza spiegherà i motivi che l'hanno portata a questa legge - ha detto - mentre l' opposizione raccoglierà le firme per il referedum. I cittadini saranno comunque informati di quanto è avvenuto in aula.

Poi avranno tutto il tempo per scegliere e decidere. Insomma il referendum lo affronteremo con serenità». Roberto Molinaro, del Cpr, esprime soddisfazione: "E' una legge che consente all'elettore di contare di più". Toni analoghi quelli del forzista Gualtiero Stefanoni: "Sono contento che il tormentone si sia concluso meglio del previsto. Hanno votato più dei due terzi dei rappresentanti dell'elettorato". "Abbiamo scelto una norma equa che può essere il modello che molti altri copieranno, come è già successo tante altre volte in questa regione", gli fa eco il compagno di gruppo Roberto Asquini. La Lega parte già con i toni referendari: "Non capisco Ds e Margherita, per il terrore di perdere il posto in consiglio rinunciano all'identità e vogliono affidarsi a Illy", dice Beppino Zoppolato, mentre An non fa eccessive promesse sulla campagna che verrà. "Sono e rimango un presidenzialista. Cosa vuol dire? Ripeto: sono e rimango un presidenzialista", dice l'assessore Paolo Ciani. "Non mettiamo il carro davanti ai buoi: valuteremo tutto con la segreteria. Anche se la campagna elettorale durerà un anno, noi vogliamo pensare alle riforme", aggiunge il capogruppo Adriano Ritossa. La critiche maggiori, naturalmente vengono dal gruppo Ds.

Ma anche la Margherita promette battaglia. "Un'occasione persa per dettar regole comuni. Hanno voluto una legge che garantisca la maggioranza senza colmare i vuoti del Tatarellum", dice Franco Brussa. "Come annunciato nel dibattito, sosterremo il referendum per far bocciare la norma", chiarisce il suo capogruppo Gianfranco Moretton. "Rispetto alle garanzie di rappresentanza delle forze minori garantite dalla norma transitoria, questa legge costituisce un passo indietro. Promuoveremo il referendum", conferma lo Sdi Giorgio Baiutti. Paolo Fontanelli, capogruppo Pdci, che se la prende con Rc: "Votando con il centrodestra e dicendosi contro il referendum, danneggia l'opposizione. Fa di nuovo il vascello corsaro al servizio dell'imperatore". Ed è caustico Francesco Serpi (Gm): "La pressione, non voglio parlare di ricatto, ha funzionato. E qualcuno, con meno dignità degli ascari, ben sapendo che si voterà con il Tatarellum, ha cercato una captatio benevolentiae per entrare nel listino dei dodici. Ma non sa che i postulanti sono già di più". Infine il consigliere regionale forzista Adino Cisilino «L'ampia maggioranza che ha votato la legge è superiore alle aspettative e dimostra l'ottimo lavoro svolto».