Il Messaggero Veneto 15-01-2002
Verso un sistema proporzionale con premio di maggioranza al 40% e sfiducia costruttiva
Stretto l'accordo, Polo e Lega accelerano la riforma: in aula il 12 febbraio
TRIESTE - Alla vigilia del dibattito in commissione, la proposta finale della Cdl sulla legge elettorale ha finalmente trovato una quadratura, in parte sulla linea delle ipotesi messe a punto nello studio dell'avvocato Marco Marpillero, in parte con soluzioni nuove. Polo e Lega hanno intenzione di spingere sull'acceleratore per portare la legge all'attenzione dell'aula il 12 febbraio, prima seduta utile dopo quella obbligatoria. Evidentemente c'è la preoccupazione che l'accordo di oggi non sia sufficiente per evitare il referendum.
Ci vogliono infatti 40 voti, e giocheranno un ruolo importante in questo senso tre consiglieri attualmente non in maggioranza nè all'opposizione: Giorgio Pozzo (UF), Francesco Serpi (Gm) e Roberto De Gioia (Sdi). Si dovrà vedere infine se l'intesa reggerà. E questo lo si comincerà a capire da oggi, nel primo dei tre giorni di discussione. «Sono convinto che abbiamo perso anche troppo tempo - dice il consigliere regionale forzista Adino Cisilino -. Questa legge può essere approvata entro fine febbraio».
Il punto più importante della riforma ufficializzata ieri è rappresentato dal listino. Sarà bloccato a tre nomi, il primo dei quali sarà quello del candidato presidente, che si presenterà all'assemblea con programmi e squadra assessorile. La terna del listino, non obbligata a competere nelle circoscrizioni, in caso di vittoria è eletta automaticamente, in caso di sconfitta scatta invece l'elezione del solo capolista.
La soglia di sbarramento (che vale anche nelle coalizioni), è fissata al 5%; per il seggio agli sloveni si chiederà uno specifico provvedimento di legge costituzionale, affidato ai parlamentari, e così sarà per le donne. «Probabilmente non ce la faremo per queste elezioni, ma si potrebbe studiare anche l'obbligatorietà dell'assessore sloveno, come in Sudtirolo c'è quella per il ladino. Io sarei favorevole», dice Beppino Zoppolato, presidente della quinta commissione. «In quanto alle donne, da Roma devono smetterla di fare leggi furbe, indicando alle Regioni di garantire la rappresentanza, sapendo che poi la riserva di posti viene bocciata per incostituzionalità. Ci pensino loro».
Il premio di maggioranza scatterà al 40% dei voti validi, e garantirà alla lista vincente il 60% dei consiglieri. «Anche qui c'è stata una modifica: prima si parlava del 40% dei seggi, adesso siamo passati ai suffragi, che in realtà valgono il 45% dei seggi», dice ancora Zoppolato. Il premio di maggioranza (da cui dovrebbero essere scorporati i tre nomi del listino) perderà efficacia sopra il 60% dei consensi, limite oltre il quale si passerà al proporzionale puro. In questo caso, se una forza della coalizione non avrà raggiunto la soglia del 5% i voti verranno ripartiti all'interno degli altri partiti.
In relazione all'istituto della sfiducia costruttiva, c'è una novità: la norma antiribaltone che impedisce il cambio di schieramento (non di partito). Nel «terzo dei consiglieri assegnati», previsto come requisito numerico minimo per presentare la mozione, «devono essere ricompresi la metà dei componenti la coalizione che ha ottenuto il premio di maggioranza». In altre parole ci vorranno venti firme per chiedere di votare la fiducia al presidente, diciotto delle quali almeno appartenenti ai consiglieri di maggioranza. Un passaggio che susciterà polemiche, perché priva il rappresentante della possibilità di mutare opinione (o, se lo fa, gli toglie alcuni diritti essenziali).
«La riunione è stata costruttiva, abbiamo trovato un accordo, come largamente previsto. L'avevo detto, del resto, che il percorso della legge aveva imboccato una discesa», prosegue Zoppolato. «Siccome siamo aperti ai contributi, e pensiamo che le regole vadano concordate tra tutte le forze, esamineremo anche le proposte dell'opposizione, sperando che vengano fatte con spirito collaborativo», conclude. Lasciando capire che si potrà trattare su qualche passaggio, come a esempio la soglia di sbarramento, visto che il 5% della norma viene definito "trattabile".