Il Messaggero Veneto 17-12-2001
Sanità: un'indagine sulla riorganizzazione dei reparti rivela l'efficienza delle strutture del Friuli-Venezia Giulia
Con i nuovi protocolli in cinque anni si è scesi da 255 mila a 181 mila degenze
UDINE - Gli ospedali del Friuli-Venezia Giulia sono particolarmente efficienti e con la riorganizzazione delle procedure di ingresso, nell'arco di cinque anni, a fronte del mantenimento della qualità del servizio, hanno ridotto i ricoveri del trenta per cento. Piú nel dettaglio, dal '95 a oggi, il grado di incidenza delle ammissioni e di quei ricoveri che si definiscono "inappropriati", si è ridotto di due terzi, passando dal 60 al 20 per cento, grazie all'utilizzo di uno strumento collaudato a livello internazionale che si chiama Protocollo di revisione dell'uso dell'ospedale (Pruo). Gli effetti pratici (in termini di miglioramento qualitativo delle prestazioni e di contenimento dei costi di gestione) derivanti dall'introduzione di queste procedure di controllo, si sono concretati nella compressione del numero complessivo dei ricoveri, passati dai 255 mila del '95 ai 181 mila del Duemila, con una contrazione di circa il 30 per cento.
Nel 1995 il tasso di ospedalizzazione regionale era tra i più alti d'Italia, attestandosi intorno a 220 ricoveri per mille residenti, e rappresentava il punto più alto di una curva impennatasi a partire dal 1990. Negli anni successivi, con l'introduzione dei piani sanitari, esso è andato progressivamente riducendosi, fino ad attestarsi, nel Duemila, al livello di 187 ricoveri ogni mille residenti, valore abbastanza prossimo all'obiettivo programmato di 170 per mille. A tale risultato si è giunti mettendo in atto il citato progetto, il quale prevede che gli ospedali regionali si mantengano al di sotto di una soglia di "inappropriatezza" definita con criteri uniformi per tutte le strutture. Il mancato raggiungimento degli obiettivi comporta una penalizzazione economica.
I comportamenti vengono valutati attraverso l'analisi, da parte di rilevatori dell'Agenzia regionale della sanità, di un campione di cartelle cliniche sempre più nutrito e rappresentativo, che dalle 8 mila del 1996 è arrivato alle 14 mila dell'ultimo anno. I valori di soglia, al di là dei quali scatta la penalizzazione, sono stati distinti a seconda che si tratti di reparti di base o specialistici. Per i primi il limite massimo di inappropriatezza (cioè l'utilizzo di posti letto per prestazioni erogabili presso altre strutture territoriali) è attualmente del 15 per cento per le ammissioni (con una penalizzazione sul tariffario del 2% in caso di supero) e dell'otto per cento per i ricoveri (con penale 1%); per i secondi i tetti sono leggermente più elevati, rispettivamente del 23 e del 10 per cento. I benefici derivanti dall'introduzione del PRUO sono evidenti.
In cinque anni l'incidenza delle ammissioni inappropriate è scesa dal 36 al 13,3 per cento; quella dei ricoveri dal 21,4 al 6,6. Parallelamente si è riscontrata una drastica riduzione dell'occupazione dei posti letto sia nei reparti di base che in quelli specialistici, cui hanno fatto riscontro incrementi in regime di day hospital che comunque sono stati meno che proporzionali rispetto alle diminuzioni registrate nei reparti. Con l'introduzione del meccanismo di finanziamento "a prestazione" dell'attività di ricovero (i famosi DRG) alcuni nosocomi potevano essere indotti ad incentivare il numero dei degenti, o addirittura a "selezionare" quelli più redditizi, cioè meglio remunerati (l'intervento chirurgico allo stomaco ha un "prezzo" ovviamente superiore all'asportazione dell'appendicite), anche a costo di pagare una piccola penale.
Per evitare che il "tacon" fosse peggio del "buso", il meccanismo è stato tarato in modo da rendere più conveniente la riduzione dei ricoveri rispetto al maggior incasso tariffario. Non solo, ma dal Duemila le prestazioni a tariffa oltre il tetto vengono totalmente disconosciute (è come lavorare gratis). Anche l'efficienza degli ospedali è aumentata. Grazie ad alcuni interventi di razionalizzazione (posti letto di osservazione in pronto soccorso, accertamenti clinici ambulatoriali in fase di pre ricovero, utilizzo del day hospital) la degenza media ordinaria è scesa dai 9,4 giorni del 1995 agli 8 del Duemila, mentre quella pre operatoria è diminuita del 32% (ora sotto i due giorni).
Abbondio Bevilacqua