Il Piccolo 10-09-2001
TRIESTE - Beni abbandonati? C’è chi ritiene di avere la ricetta giusta in tasca. E’ Bozidar Vukasovic, vulcanico consulente finanziario croato, noto come il paladino dei risparmiatori croati della Ljubljanska banka (vedi l’ articolo qui sotto), che si è preso a cuore anche questa delicata questione. Premettiamo subito, lei è favorevole o contrario alla restituzione dei beni? Sono favorevole, ma, ovviamente a determinate condizioni.
Quali sono?
Intanto si deve distinguere tra le imprese e le case.
In che senso?
Se i veri proprietari, coloro cioè che si sono visti confiscare o nazionalizzare le aziende, sono interessati si può chiedere loro di esprimere tale interesse entro un determinato termine di tempo, ad esempio tre mesi. Poi si deve chiedere loro di investire nell’impresa almeno la cifra che hanno ricevuto a titolo di indennizzo da parte del governo italiano; di salvaguardare i posti di lavoro; e, infine, devono mantenere la proprietà per almeno tre o cinque anni, per evitare speculazioni.
E in questo modo che cosa si otterrebbe?
Si attirerebbero in Croazia i capitali di cui il Paese ha estremo bisogno per rilanciare la propria economia. Le faccio un esempio: attualmente mi sto occupando di una causa contro lo Stato croato riguardante gli alberghi di Abbazia, Bellevue e Palace oltre ad altri due edifici, che erano di proprietà della Società Grandi Alberghi Climatici, che aveva sede a Milano, ma poi si è trasferita a Trieste. Ebbene questi immobili sono stati confiscati nel ’47 sulla base di un’accusa all’allora direttore degli alberghi, Johannes Hubner, cittadino austriaco, di essere un nemico del popolo.
Che cosa aveva combinato il signor Hubner?
Era stato accusato – spiega Vukasovic mostrando la sentenza – di essere un collaborazionista dei tedeschi. Ma l’accusa si basava soltanto sulla testimonianza di un cliente dell’albergo che aveva detto di averlo visto in divisa nazista. Insomma un processo farsa. Ma quello che è importante e che fa crollare la motivazione della confisca è che Hubner era un dipendente della società, che invece ha subito il provvedimento. Mi spiego meglio: per un presunto reato commesso da un individuo è stata punita una persona giuridica che non c’entrava. La causa è ancora in corso perchè è piuttosto complessa. Oggi gli alberghi sono in uso al Comune di Abbazia e gestiti dalla società Liburnia Riviera Hotel. Nel frattempo stanno cadendo a pezzi. Ebbene, se si riuscisse a far restituire questi alberghi ai vecchi proprietari, che sarebbero disponibili a rilanciarli, si risolverebbe facilmente tutta la questione.
Ma a questo proposito, c’è da vedere che cosa deciderà il Sabor che deve modificare la legge sulla denazionalizzazione?
E’ proprio questo il punto, bisognerebbe avere il coraggio di estenderla a tutti i cittadini stranieri (come del resto ha indicato la Corte Costituzionale, che per questo motivo ha rinviato la normativa al Parlamento, n.d.r.) e quindi anche agli esuli, distinguendo le varie situazioni: restituzione laddove possibile o altre forme di indennizzo negli altri casi. Certo gli esuli che hanno ricevuto gli indennizzi dall’Italia, sperando che adesso vengano aggiornate le cifre reali, e che non sono interessati a tornare, rimangono esclusi. Ma ripeto potrebbe essere un formidabile volano per l’economia croata.
E riguardo alle case?
Ci sono tante case abbandonate in Istria. Credo che offrendo di restituirle si avrebbero soltanto degli effetti positivi perchè i proprietari le rimetterebbero a posto e si rivitalizzerebbero tante località. Anche qui va previsto un limite alla loro vendita, di alcuni anni, proprio per evitare speculazioni.
Ma non le sembra difficile far digerire queste ipotesi all’opinione pubblica croata?
Certo che è difficile. Però dobbiamo renderci conto che queste scelte favorirebbero l’avvicinamento della Croazia in Europa. Dobbiamo cambiare mentalità e questa è la strada da seguire. Io mi auguro che le proposte innovative promesse dal vice presidente del consiglio Gianfranco Fini, che il vostro ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, presenterà martedì a Lubiana e Zagabria siano di questo tenore. Inoltre c’è la questione dei 38 milioni di dollari che la Croazia deve all’ Italia per i beni della ex zona B sulla base del Trattato di Osimo (si tratta della tranche del debito di 110 milioni di dollari di pertinenza di Zagabria, mentre Lubiana ha già restituita la sua parte depositandola su un conto lussemburghese, n.d.r.). Leggo sul quotidiano zagabrese «Jutarni List» di oggi (ieri, n.d.r.) che il governo croato sarebbe disponibile a restituire immobili piuttosto che pagare questa cifra che è cospicua per la Croazia. Questo dimostra che l’ipotesi della restituzione si sta facendo strada anche da noi...
Pierluigi Sabatti