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Il Messaggero Veneto 11-01-2002

La relazione del procuratore generale: macchina giudiziaria in difficoltà, solo nel 37% dei casi si patteggia

Giustizia troppo lenta in Friuli

Unica eccezione Pordenone. Verso la chiusura Palmanova e Cividale

TRIESTE - Ombre, ma anche qualche raggio di luce: la relazione annuale del Procuratore generale della Repubblica di Trieste, Giorgio Brignoli, sarà pronunciata domani, in occasione della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, ma qualche passo di quello che rappresenta sia il bilancio di un anno di attività giudiziaria, sia un'indicazione per il futuro, è già stato anticipato. Brignoli non nasconde i problemi della giustizia in questo momento: il procuratore generale ammette chiaramente che il funzionamento della macchina giudiziaria nell'intero paese è insoddisfacente. Il male cronico della giustizia italiana, soprattutto civile, è la lunghezza eccessiva dei procedimenti: i riti alternativi, come il patteggiamento o il rito abbreviato, non sono riusciti a raggiungere l'obiettivo di ridurre al 10 - 20 per cento i procedimenti giunti fino al dibattimento, così come ci si aspettava al momento del varo delle nuove norme.

Un risultato che non è stato raggiunto neppure all'interno del distretto regionale, dove, se non si considerano i decreti penali, solo il 37 per cento delle cause penali riescono ad essere risolte con riti alternativi. Per avere un termine di paragone, nella giustizia statunitense, patria del patteggiamento, solo il 3 per cento delle cause sono risolte da una sentenza. A fronte di questa situazione c'è però anche un'isola felice, come il Tribunale di Pordenone, che, anche grazie ad un organico adeguato, è riuscito a risolvere l'80 per cento dei procedimento con riti alternativi. "Pordenone però è l'eccezione, non la regola", ha ricordato Brignoli. Anche le nuove norme non hanno aiutato la speditezza dei processi: "i principi garantisti contenuti nel nuovo codice - ha commentato il Procuratore generale - sono ispirati a norme di civiltà giuridica, ma di fatto rallentano i procedimenti, e anche la ragionevole durata di un procedimento è un principio tutelato dall'articolo 111 della Costituzione".

Il procuratore generale punta però anche il dito contro l'insufficienza di personale: mancano magistrati e personale amministrativo. Nel distretto sono vacanti molti posti di magistrato: il presidente e due consiglieri di corte d'appello, oltre ad un sostituto alla procura generale, e poi un presidente di sezione al Tribunale di Pordenone, a Trieste un giudice e due sostituti alla Procura della Repubblica e un giudice del Tribunale dei minorenni, quattro giudici e un sostituto al Tribunale di Udine, un giudice al Tribunale di Gorizia. Sotto accusa anche le strutture: il cablaggio e l'informatizzazione sono a buon punto, ma gli spazi ancora inadeguati: in particolare anche Brignoli ha condiviso la necessità di accorpare a Udine le sezioni distaccate di Palmanova e Cividale del Friuli, pur ammettendo problemi per il trasferimento dei giudici.

Nessun commento sullo scontro fra politica e magistratura (anche perché la relazione si riferisce al periodo che va dal luglio 2000 al giugno 2001), ma Brignoli invita ad attendere prima di dare giudizi: "bisognerà vedere come si evolve la situazione - ha detto il Procuratore generale - il Tribunale di Milano sta cercando ad esempio di ridurre al minimo l'impatto di provvedimenti come quello sulle rogatorie, e non dimentichiamo che è stata anche sollevata un questione di legittimità costituzionale".

Passando ai contenuti dell'attività giudiziaria, Giorgio Brignoli ha indicato nel traffico di stupefacenti e nell'immigrazione clandestina le maggiori emergenze per la nostra regione. In particolare il flusso di clandestini, soprattutto cinesi, che passano dalle nostre frontiere ha determinato un ulteriore carico di lavoro per la Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, che segue indagini complesse anche in collaborazione con magistrature e polizia di Slovenia, Croazia, Austria e Francia. Proprio l'immigrazione clandestina avrebbe favorito anche l'aumento di altri tipi di reati, come il sequestro di persona a scopo di estorsione. Sfruttamento della prostituzione, furto d'auto e contraffazione di documenti sono altre emergenze indicate dal Procuratore generale, che ha anche segnalato un alto numero di delitti di violenza sessuale, in particolare nella provincia di Udine.

Alessandro Martegani