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Il Messaggero Veneto 20-03-2002

Solo dopo la pubblicazione sul Bur parte l'iter per la consultazione. La Regione: il testo è in giunta

Ulivo: la Cdl boicotta il referendum

Margherita e Ds: rischiamo di dover raccogliere le firme in piena estate

di TOMMASO CERNO

UDINE - L'Ulivo teme un boicottaggio da parte del centro-destra: lo slittamento "forzato", cioè, della pubblicazione della legge elettorale con il conseguente spostamento in avanti anche dei tempi tecnici per iniziare la raccolta delle 36mila firme necessarie a convocare il referendum. Con il rischio di dover sottoscrivere la consultazione popolare in estate inoltrata, magari cercando consensi sotto gli ombrelloni. Una specie di piano, dunque, che la Casa delle libertà nega con forza e rispedisce al mittente, e che mette in allarme Margherita e Democratici di sinistra. Il pericolo di «boicottaggio del referendum» da parte della maggioranza, insomma, è la ragione della denuncia-appello che viene dal capogruppo della Margherita in consiglio regionale, Gianfranco Moretton, che accusa la Casa delle libertà di «palese volontà di ostacolare i tempi per la raccolta delle firme - dice - necessarie ad indire il referendum».

L'accusa di Moretton prende spunto dal fatto che «la legge non è stata immediatamente pubblicata - aggiunge - e questo significa che è pasticciata e debole anche dal punto di vista giuridico, così come avevamo denunciato in aula». Moretton invita dunque la maggioranza ad accelerare i tempi di pubblicazione della norma al vaglio degli uffici di presidenza sul Bollettino regionale, «perché chi oggi ha la responsabilità di governo - prosegue Moretton - non deve indugiare, ma al contrario essere celere per consentire ai cittadini di esercitare un loro diritto, ed esprimere liberamente la volontà di abrogare questo provvedimento». Una legge, secondo l'esponente della Margherita, che «non consente agli elettori - rincara Moretton - di scegliere in modo compiuto il proprio presidente, né i candidati che preferiscono».

All'appello rivolto a Polo e Lega Nord dal partito di Francesco Rutelli, si affianca anche il segretario regionale dei Democratici di sinistra, Carlo Pegorer, che lancia alla Cdl regionale un vero e proprio ultimatum per fugare «il dubbio - dice - che i ritardi siano un tentativo di posticipare la raccolta di firme verso periodi dell'anno certamente non favorevoli a inziative di questo tipo». La Quercia regionale è disposta, insomma, ad aspettare fino al prossimo mercoledì: «La giunta avrà tra oggi e domani il testo della legge - prosegue Pegorer - il Bur esce di mercoledì e non c'è ragione per cui la pubblicazione della legge elettorale slitti». Se così fosse, la lettura che i diessini darebbero dell'ulteriore attesa "forzata", «è politica - conclude il segretario ds - visto che gli uffici hanno lavorato alacremente e che, in realtà, il testo avrebbe già potuto essere pubblicato domani (oggi, ndr), anche se così non è stato».

Dal consiglio regionale giunge la conferma che «l'analisi del testo approvato - spiegano a Trieste - è terminata, dopo un dettagliato e minuzioso controllo così come sempre accade con ogni provvedimento». La trasmissione del testo di legge, dunque, è avvenuta ieri e, da stamattina, la giunta regionale ha la possibilità di disporne la pubblicazione sul Bur. A questo punto, il comitato promotore del referendum per il no dovrà presentare la richiesta per il referendum all'ufficio di presidenza del consiglio, con almeno dieci sottoscrittori, assieme ai moduli per l' autenticazione delle firme. Per la raccolta, il comitato avrà tre mesi di tempo, prima della consegna agli uffici di Trieste per le verifiche. Altri trenta giorni sono a disposizione della presidenza del consiglio, prima che il governatore Tondo, entro un mese, indica il referendum, che potrà cadere tra il cinquantesimo e il novantesimo giorno. Secondo gli uffici triestini, la consultazione dovrebbe svolgersi «tra il 20 ottobre prossimo - concludono - e la fine di novembre. Con maggiore possibilità per ottobre». I comitati, già al lavoro sui moduli per la certificazione delle firme sono pronti a mobilitare gli oltre 1200 amministratori pubblici di centro-sinistra in campo per garantire le autenticazioni.