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Il Messaggero Veneto 15-03-2002

Dopo l'approvazione della riforma elettorale il centro-sinistra raccoglie le firme

Scatta la corsa al referendum

L'Ulivo oggi insedia il comitato: fuori l'Udeur dentro la lista Di Pietro

di TOMMASO CERNO

UDINE - L'Ulivo si ricompatta per abbattere la riforma elettorale e tende la mano ad Antonio Di Pietro. Il comitato per il no al referendum, infatti, ha siglato il suo manifesto. Sette punti su cui costruire la rivincita del centro-sinistra in Friuli Venezia Giulia, con una mobilitazione tra società civile, mondo del lavoro, categorie e intellettuali. Ma anche l'invito, accettato, all'Italia dei Valori per raccogliere le firme assieme e, di fatto, indire le prove generali di alleanza per le regionali del 2003. Uniti dunque per l'introduzione, anche in Friuli Venezia Giulia, dell'elezione diretta del governatore. Quel "no" che acchiappa Di Pietro, però, fa perdere all'Ulivo l'appoggio dell'Udeur di Mastella, che in rotta con gli ex-alleati sceglie la via del proporzionale.

Il cartello ulivista boccia il presidente "indicato", dunque, e un premio di maggioranza «fatto per limitare la democrazia e imbavagliare le opposizioni». Con il rischio di rievocare quello che la Margherita chiama «l'effetto D'Alema», dice il portavoce Flavio Pressacco, «delegittimare cioè il sostituto del presidente indicato, come ha fatto Berlusconi con il successore di Prodi». Le 36 mila firme sono il tetto che il comitato intende sfondare nei 90 giorni, e il via ufficiale è fissato per stasera alle 18, nella sede udinese della Regione in via San Francesco per costituire la task force. La sede in cui da Margherita, Ds, Sdi, Verdi e Comunisti italiani arriverà la condanna unanime e allargata all'operato del centro-destra regionale nei quattro anni di governo. Una maggioranza che, a detta del comitato per il no, ha blindato «una legge frutto di veti e ricatti incrociati tra i partiti della Casa delle Libertà». Con un presidente non eletto dai cittadini e la cui "indicazione" risulta «pasticciata e confusa». Con l'aggravante, secondo il centro-sinistra che «proprio la storia di questi quattro anni di governo - aggiungono i firmatari - dimostra quanto possa essere condizionato nelle scelte un presidente ostaggio dei partiti».

Tutti all'attacco del berlusconismo, dunque, anche se con l'arma che fu del Cavaliere, quella appunto dell'elezione diretta, e tutti in difesa del candidato in pectore Riccardo Illy. Che, per Pressacco, «dovrebbe querelare chi cerca di renderlo speculare a Berlusconi - attacca - e questo è il tentativo di Romoli», il coordinatore regionale di Forza Italia che, secondo il consigliere della Margherita, Gianfranco Moretton, «se avesse mantenuto la parola e cercato un largo consenso per la legge - dice - avrebbe dimostrato di non prendere ordini dal Supremo. Ma non è stato così». Un muro contro muro, quello tra Ulivo e Cdl, che si misura anche dalle parole del segretario regionale della Quercia: «Il Polo avrebbe fatto meglio a pensare - dice Carlo Pegorer - a fare le riforme, mentre l'obiettivo è quello di mantenere il controllo sulla Regione proprio per non fare nulla». Toni duri che non replica per Rifondazione, sebbene schierata per il si: «Noi vogliamo - aggiunge infatti Pegorer - che il centro-sinistra governi nel 2003, spero che anche loro abbiano questo obiettivo».

Ma se l'Ulivo lavora per allargare il fronte della protesta contro la riforma elettorale, lo strappo con l'Udeur non si placa. E il partito di Mastella si schiera contro gli ex-alleati, dopo il patto con la nuova Democrazia cristiana di Angelo Sandri e GiorgioVello. Tanto che il segretario regionale, Marco Belviso, annuncia un «comitato per il sì - dice - alla legge elettorale». Pronto, se necessario, ad ingaggiare la battaglia «per la difesa di un quota proporzionale - aggiunge Belviso - che sia rispettosa del pluralismo dei partiti e del loro ruolo contro uno schema, costruito per appiattire tutti sul nome di un candidato come Illy che parla coi partiti solo quando deve candidarsi». Intanto stasera l'Ulivo aspetta il suo "popolo". Per iniziare la campagna contro il Polo.