Il Messaggero Veneto 01-03-2002
Travanut (Ds): quello che farà il consiglio conta relativamente
TRIESTE - L'opposizione, sulla legge elettorale, ce l'ha sin troppo facile. Approvatela pure se ne siete capaci, noi non vi ostacoleremo, ha detto negli scorsi gionri. E il risultato è stato che, per evitare di confrontarsi sul voto, Polo e Lega hanno fatto slittare i lavori. «Qui, se Bossi non dice ai suoi: zitti voi che comando io, si rischia davvero la crisi. Anche se è più probabile che la legge venga in qualche modo votata, per subire poi il referendum, nella quale verrà bocciata dalla gente». Gianfranco Moretton, capogruppo della Margherita, commenta così lo stop che la Cdl si è data in materia di legge elettorale. «Ora a subire è il Carroccio: Aldo Ariis, responsabile di Forza Italia, ha giustamente osservato che il potere di ricatto non ce l'ha più la Lega. Cui tocca subire ciò che ordina Bossi, a sua volta teleguidato da quel Berluscaz contro il quale venivano istigate - e tassate - le folle a Pontida».
«Quello che farà il consiglio orami conta relativamente, perché la partita la deciderà l'elettorato. Che la maggioranza si assicuri 39 o 41 voti, il referendum si farà. E si vincerà», aggiunge il diessino Renzo Travanut. «Polo e Carroccio sono allo sbando assoluto. Non riuscendo a chiudere un accordo sul provvedimento da loro stessi proposto, sono stati costretti a chiedere una sospensione, inventandosi l'esigenza di approfondimenti e consultazioni. C'è una sola certezza in merito alla legge elettorale, ed è che non esiste una posizione condivisa all'interno della maggioranza», dice Mario Puiatti, dei Verdi. «Il fatto è che la Lega ha delle pretese che molti non vogliono accettare. Se Tondo avesse un po' di coraggio, sceglierebbe di sbarazzarsene».
«Come finirà? Mah, penso che alla fin fine la maggioranza questa legge la voterà, e a questo punto il referendum sarà quasi automatico. Devo dire che, se passasse così com'è, noi autonomisti saremmo per respingerla, perché malgrado i suoi difetti il Tatarellum è meglio», osserva Giorgio Pozzo, di UF, oggi esterno sia alla maggioranza che all'opposizione. «Di fatto si sa che dentro Polo e Lega ci sono posizioni molto diverse. L'unica cosa che li unisce è la volontà di stare insieme, sulla base delle richieste della Lega». Il giudizio più severo viene da Francesco Serpi, già di An, oggi nel gruppo misto: «Dopo essere finita nell'angolo della vergogna, con in testa il cappello da asino, per tutte le bugie che ha detto e continua a dire, la Cdl ormai può solo finire all'inferno».
L.S.