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Il Messaggero Veneto 16-06-2002

La Sinistra accusa la Casa delle libertà di voler sottrarre la legge elettorale alle decisioni dei cittadini

I Ds: nessuno fermerà il referendum

Tesini: Saro non è il dottor sottile, la sua idea non è tecnicamente attuabile

TRIESTE - "La Casa delle libertà non riuscirà ad impedire lo svolgimento del referendum sulla legge elettorale regionale." I democratici della sinistra replicano alle ultime dichiarazioni dei rappresentanti della maggioranza, e in particolare del deputato azzurro Ferruccio Saro, che aveva ipotizzato un emendamento alla legge elettorale per evitare il referendum: una soluzione, ha assicurato il capogruppo dei Ds in consiglio Alessandro Tesini, accanto al segretario della quercia Carlo Pegorer, al consigliere regionale Bruno Zvech e al coordinatore Stefano Pizzin, che, oltre a non essere possibile, violerebbe un preciso diritto dei cittadini.

"Questo confronto e queste fibrillazioni all'interno della Casa delle libertà - ha detto Pegorer - tradiscono il nervosismo e le difficoltà emersi dopo il risultato elettorale di Gorizia. Evidentemente nel centro destra erano convinti che avrebbero vinto in ogni caso, ma il risultato ha posto in evidenza i limiti di una politica basata sull'arroganza." Un'arroganza che, ha detto Pegorer si rifletterebbe nella difesa dell'attuale legge elettorale, e nel non considerare che "i cittadini vogliono l'elezione diretta del presidente della giunta, ritenendola la strada giusta per cambiare volto alla regione e uscire dal meccanismo delle consorterie". "Il deputato di Udine di Forza Italia - ha detto Pegorer, evitando perfino di pronunciare il nome di Ferruccio Saro - lascia intendere che la decisione sulla legge elettorale è una questione interna alla Casa delle Libertà, e non qualcosa che riguarda tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia".

Nella Casa delle Libertà insomma, secondo i Ds, si starebbe diffondendo un sorta di timore in vista delle elezioni regionali, la paura che un fatto come quello di Gorizia possa ripetersi, e che ci sia, come ha detto Pizzin "un pezzo del Friuli Venezia Giulia che non si fida più della politica della Casa delle Libertà". Il tentativo di evitare il referendum rientrebbe in questo quadro: "dopo il risultato di Gorizia - ha detto Tesini - la maggioranza è in preda a una sindrome da sfarinamento, c'è chi straparla e chi invece ostenta il silenzio. Evidentemente hanno paura: dopo aver approvato quella pessima legge, pasticciata e criticata da tutti, non pensavano che il comitato riuscisse a raccogliere le firme sufficienti, tanto meno che ci si potesse avvicinare a un risultato molto significativo". Si parla attualmente di quasi 46-48 mila firme: Tesini, pur non anticipando cifre, ha assicurato che il numero di adesioni raccolte, da presentare entro il 27 giugno, è molto alto, "e questo, - ha aggiunto - è già un chiaro messaggio."

Non è mancata una bordata a Ferruccio Saro, accusato da Tesini di voler "scippare agli elettori il sacrosanto diritto di esprimersi". "Saro, chiamato spesso il dottor sottile, è in realtà il dottor grezzone - ha commentato Tesini - anche perché non c'è alcuna possibilità tecnica di evitare il referendum". La legge elettorale infatti sarà pubblicata sul Bur il 27 giugno, dopo la consegna delle firme: dopo la verifica dei documenti, che potrà durare fino a fine luglio, non ci sarà più "alcun appiglio che possa impedire al presidente di non indire il referendum entro un mese". I Ds insomma, ritengono il voto sulla legge elettorale un preciso impegno preso con i cittadini, e non intendono rinunciare in alcun modo da una battaglia iniziata con la raccolta delle firme. "Noi - ha detto Bruno Zvech - abbiamo scelto come alleati i cittadini, e il referendum si farà, in virtù del patto che abbiamo stretto con gli elettori".

Alessandro Martegani