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Il Messaggero Veneto 09-06-2002

Arpa, primo rapporto sull'ambiente

Il documento, aggiornato a tutto il 2001, sarà presentato nella prima decade di luglio

TRIESTE - L'Arpa - agenzia regionale per la tutela ecologica - presenterà entro la prima decade di luglio la prima relazione «sullo stato dell'ambiente» in regione. «Fotograferà - osserva Renzo Mattioni, responsabile della ricerca - le nostre acque, l'aria e il suolo, ivi comprese le situazioni in divenire e di transizione come la laguna; ma anche gli squilibri creati dalla modernità, come l'inquinamento elettromagnetico». All'Arpa tengono però le bocche cucite: nessuna anticipazione trapela dagli uffici palmarini. Mattioni concede solo qualche ovvietà: «dal rapporto emergeranno luci e ombre; situazioni tranquillizzanti, o perché risanate o perché mai compromesse, e qualche macchia scura».

Di certo si sa che la "fotografia" sarà aggiornata all'anno scorso, e questo rappresenta per l'agenzia una performance nient'affatto scontata. «Questo consentirà alla Regione - ammette Mattioni - di predisporre un programma di tutela e di risanamento a medio e lungo termine» in uno scenario che, pur in continuo cambiamento, annovera una cinquantina di siti inquinati, retaggio - spiega - degli anni in cui o mancavano le norme e su queste prevalevano altre logiche, come quelle produttive che tenevano in considerazione altre priorità».

Dopo la tempesta provocata dal rapporto pubblicato dagli ispettori dell'assessorato, all'Arpa è dunque tornato il sereno. Come si ricorderà, qualche mese fa l'agenzia per il monitoraggio e la protezione ambientali contestò aspramente lo stesso fondamento giuridico, oltre al merito e al metodo, del "libro bianco" predisposto dagli ispettori inviati dall'assessorato da cui dipende (protezione civile). «Si sono enfatizzati errori formali di numero e data» ricorda ancora il direttore Gastone Novelli che, passando allora al contrattacco, rilevò puntigliosamente la professionalità dei suoi 290 dipendenti (contro un organico previsto in 400) «che ogni giorno producono migliaia di analisi, con conoscenze specifiche di alto livello nei rispettivi settori». Sarà un caso, sarà una coincidenza, poco importa: sta il fatto che, a tamburo battente, l'agenzia sta dando alle stampe un documento che, oltre ad attestare l'impegno e la professionalità elogiate al tempo dell'ispezione, costituisce uno strumento essenziale per la programmazione regionale.

Tornati alla normalità i rapporti con la Regione (che non ha risposto alle controdeduzioni inviate dall'Arpa nel novembre 2001; un silenzio interpretato da più parti come una pietra messa sopra alle polemiche dell'anno passato), il lavoro procede a pieno regime. «Purtroppo, o per fortuna - sottolinea Novelli -, i compiti crescono a dismisura». Per una semplicissima ragione - argomenta Mattioni -; «le nostre misurazioni, sempre più sofisticate, ci consentono di individuare inquinanti come le polveri sottili fino a ieri trascurati; e di suggerire rimedi per eliminarne o attenuarne l'impatto sulla salute dei cittadini». Ma questo esige - osserva Novelli - nuove risorse, umane e finanziarie, da confrontare con quelle limitate di cui disponiamo». La lingua batte dove il dente duole.

Anche perché - prosegue Novelli - i compiti sono cresciuti e crescono in misura esponenziale. «Nel '99 (data di nascita dell'Agenzia) - ricorda - il problema dell'inquinamento elettromagnetico "non esisteva", o perché mancava la strumentazione idonea a quantificarne la pericolosità o perché la percezione della gente non aveva superato la soglia di allarme. Oggi, invece, una legge regionale fa obbligo ai Comuni di sentire l'Arpa per ogni concessione relativa a installazioni radio-telefoniche». Con 120 dipendenti in meno e risorse sottodimensionate l'Arpa si fa dunque in quattro per rincorrere bisogni che crescono e compiti che si ampiano.