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Il Messaggero Veneto 19-03-2002

«Referendum e quota per le donne»

Le rappresentanti dell'Ulivo avviano la raccolta di firme contro le norme elettorali

TRIESTE - Il coordinamento femminile dell'Ulivo annuncia il proprio impegno nella raccolta di firme per il referendum volto a rigettare una legge che, oltre a presentare meccanismi elettivi e rappresentativi insoddisfacenti, non ha realmente affrontato il tema della partecipazione femminile alla vita politico-amministrativa. Oltre a sostenere il no alla legge, l'azione sarà anche propositiva, intendendo, da un lato, stimolare un maggior impegno dei partiti della coalizione, ma anche lanciare un appello e una sfida alle donne della Casa delle libertà, visto che gli scarsi risultati ottenuti sono legati prima di tutto alle scelte politiche dei loro partiti, rappresentati in consiglio esclusivamente da uomini, a parte il caso della Lega.

L'annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri in consiglio regionale e alla quale hanno partecipato Caterina Dolcher (Ds), Bruna Zorzini (Pdci) e una ventina di esponenti dei partiti di centrosinistra e dell'associazionismo femminile di tutta la regione. Tra i punti dibattuti, l'insufficienza delle misure prese per favorire la parità di accesso e la bocciatura delle norme alternative proposte. Attualmente le donne, in Friuli-Venezia Giulia come in tutta Italia, rappresentano il 52% della popolazione; che la loro presenza negli organi elettivi si collochi sotto il 10% è prima di tutto un problema di democrazia - si è detto - la Regione Friuli-Venezia Giulia, nella sua potestà legislativa, avrebbe potuto predisporre norme più incisive, viceversa il voto del consiglio si è limitato a rispondere sostanzialmente con modeste regalie alla rivendicazione di un diritto.

E' stato poi sottolineato come le recenti modifiche costituzionali rappresentino il presupposto per riesaminare l'ipotesi della riserva di posti bocciata dalla Consulta all'inizio degli anni '90, anche alla luce delle misure esistenti in sede europea. Ma l'azione più concreta promossa dalle donne dell'Ulivo sta nell'acquisizione degli interventi pronunciati nel corso dei lavori d'aula. Poiché il dibattito consiliare ha avuto atteggiamenti di disattenzione, ma anche toni di derisione che hanno ferito quante erano presenti, ne è stata chiesta la trascrizione - si è detto. Questo per verificare se esistono affermazioni giuridicamente oltre che politicamente lesive, e per rendere noto a tutte le donne del Friuli-Venezia Giulia, al di là del loro orientamento politico, come i singoli consiglieri, eletti anche da voti femminili, hanno esercitato il loro diritto-dovere di rappresentanza.

L.S.