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Il Piccolo 23-12-2001

Le sigle sindacali che in regione raccolgono i tre quarti degli operatori di medicina generale bocciano le linee di riforma del settore approvate dalla giunta

Piano Sanità, protesta dei medici di famiglia

«L'assessore Santarossa ci ha presi in giro. Siamo pronti a contestare l'attuazione del documento»

Preoccupano l'accenno alla privatizzazione dei servizi e il mancato supporto finanziario alle Aziende territoriali e ai Distretti. «Non resteremo inerti»

TRIESTE - Il piano della Sanità varato giovedì dalla giunta Tondo? Un vero disastro, anche perché preparato e scritto unilateralmente dalla Regione senza nemmeno interpellare chi tasta letteralmente e direttamente il polso a quelli, cioè i cittadini-pazienti, che di quel sistema sono i fruitori. Parola dei tre quarti dei medici di famiglia del Friuli-Venezia Giulia, pronti a una stagione di protesta, se servirà anche clamorosa, «per vigilare affinché le decisioni che verranno prese dalla Regione in ambito sanitario non penalizzino la popolazione».

La posizione di netta contrarietà al documento che alla fine, dopo mesi di gestazione, giovedì scorso l'assessore alla Sanità Valter Santarossa ha portato all'approvazione unanime da parte dei colleghi d'esecutivo, è espressa in una nota congiunta dei rappresentanti di Fimmg, Snami, Simet, Cumi Aiss, la selva di impronunciabili sigle sindacali che raccoglie appunto quasi 800 dei poco più di mille dottori di medicina generale attivi in regione. I quali, oltre che con l'appena licenziato piano, se la prendono anche di persona con l'assessore: «Era mesi - spiega a nome di tutte le organizzazioni Sergio Lupieri, segretario di Fimmg - che chiedevamo invano di poterlo incontrare per parlare delle linee generali della Sanità regionale del futuro. Mercoledì scorso, sapendo che era imminente il passaggio del piano in giunta, gli abbiamo spedito un telegramma ultimativo.

Al quale Santarossa ha replicato con un immediato invito per le 12 del giorno successivo. Giovedì, quindi, ci siamo presentati preparati e battaglieri all'appuntamento e... siamo rimasti lì ad aspettarlo per tre ore. Alle 15 è arrivato un suo segretario che ci ha detto: "L'assessore si scusa, ma è impegnato nell'illustrazione del piano alla giunta e non può ricevervi". Insomma, Santarossa ci ha presi in giro. Ora noi denunciamo la sua inesistente considerazione nei nostri confronti, che pure sentiamo di essere coinvolti in pieno in tutti i cambiamenti che si stanno per realizzare nel settore sanitario».

Naturalmente, i medici di famiglia muovono anche, e soprattutto, critiche tecniche. «Esprimiamo disappunto, assoluta insoddisfazione e la più completa preoccupazione per quel documento. Il piano regionale della Sanità non prende alcuna decisione precisa, non interviene nel merito di finanziamenti indispensabili, non supporta le Aziende territoriali e i Distretti. Sentiamo minacciato il Sistema sanitario nazionale, basato sulla solidarietà e sull'universalismo. Siamo preoccupati per le annunciate privatizzazioni: temiamo che il non investire sul territorio da parte della Regione, il non portare avanti un discorso di programmazione e di organizzazione di medicina distrettuale, possa favorire l'ingresso dei privati per attività di medicina generale. Sappia il presidente Renzo Tondo che noi medici di famiglia non siamo disponibili a partecipare inerti alla dissoluzione di un patrimonio faticosamente accumulato».

Fimmg, Snami, Simet e Cumi Aiss annunciano infine la costituzione di un Comitato di sostegno e rilancio del Sistema sanitario nazionale e infine, dopo aver ricordato di essere già da qualche tempo in stato di agitazione, attaccano: «Prenderemo, congiuntamente e con modalità ancora da concordare, ulteriori iniziative di protesta per contestare i contenuti di quel piano della Sanità costruito senza alcuna concertazione con gli attori principali del sistema, ovvero i medici».

a.b.