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Il Messaggero Veneto 12-03-2002

Antonaz (Rc): tutelato il proporzionalismo

TRIESTE - Rifondazione comunista vota con Polo e Lega Nord, ma nel nome di una legge che definisce «anti-Berlusconi». Quella che il partito di Bertinotti ha scelto di votare ieri in aula, dunque, garantendo lo sforamento dei 40 voti necessari a rendere più complesso all'Ulivo attivare il referendum popolare, è per il segretario Roberto Antonaz «un provvedimento certamente migliore - spiega - di qualunque presidenzialismo».

Eppure è la legge proposta dalla Casa delle libertà, quella passata con il sì dei comunisti, anche se per il capogruppo di Rc «non c'è proprio di che meravigliarsi - dice Antonaz - se abbiamo votato questa norma. La nostra bussola è stata fin dall'inizio quella di cercare una legge che garantisse il massimo di proporzionalismo e la maggiore democrazia possibile». E loro la bussola l'hanno seguita anche ieri sera, al momento del voto, «riconoscendo alla legge - aggiunge - il suo significato più semplice, essere diversa da quelle norme che negli ultimi dieci anni sono solo servite ad allontanare i cittadini dalla politica».

E, sebbene non piaccia del tutto la riforma elettorale targata Cdl, «resta il dato che da ieri il Friuli Venezia Giulia è l'unica regione italiana - prosegue Antonaz - che va in controtendenza e non elegge il governatore, mettendo al centro la democrazia consigliare e non il candidato». Sconfigge cioè quello stesso strumento, l' elezione popolare del presidente, che «ha inventato il berlusconismo - prosegue il segretario di Rc - e fatto vincere il Polo delle libertà». La ragione del voto favorevole di Rifondazione va anche cercata nel tentativo di «superare il ricatto costituito dal Tatarellum - continua Antonaz - e di scegliere una strada che, sebbene imperfetta per molti motivi, è comunque proporzionalista e democratica».

Anche perché, precisa il segretario di Rifondazione, «se avessimo votato contro questa legge, di fatto ci saremo schierati per il bipolarismo - spiega - un pensiero che non ci è mai appartenuto e che, checché ne dica oggi l'Ulivo, è sempre stato la bandiera della destra estrema, prima del Movimento sociale e adesso di Alleanza nazionale, le vere forze presidenzialiste di questo paese». Un Tatarellum, quello che Antonaz ha inteso scongiurare, «che prevedeva - precisa - listini da dodici persone già elette, a scapito della decisione popolare».

La legge passata ieri in consiglio regionale, comunque, alcuni punti neri li ha. Uno su tutti la «quota per cui scatta il premio di maggioranza - prosegue Antonaz - alta rispetto alla nostra richiesta di soglia minima al 45 per cento, se proprio doveva esserci». Anche se, in mattinata, aperture a Rifondazione erano giunte in materia di seggio per le donne e di sbarramento, sceso secondo le richieste dei "bertinottiani" al 4 per cento. Soddisfazione, dunque, tra i banchi di estrema sinistra «per aver evitato - dice ancora il leader regionale di Rc - il pericolo di un super-governatore, con una norma che ha uno spirito di fondo in cui tutta la sinistra dovrebbe riconoscersi».

Un voto che, se anche non fosse arrivato, avrebbe trovato - precisa Antonaz - Rc pronta a difendere questa norma in caso di referendum, proprio perchè quello che l'Ulivo intende fare è portare la regione su una strada ancora meno democratica». In caso di consultazione referendaria, dunque, il partito di Fausto Bertinotti sarà schierato per difendere la nuova legge, un provvedimento contro il quale, secondo l'analisi di Antonaz, «è già schierata anche Alleanza nazionale - aggiunge - anche se ha fatto l'accordo con gli alleati. Così come già sorgono comitati che rappresentano i potentati della regione, l'industria, l'economia».

To. Cer.