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Il Messaggero Veneto 08-04-2002

Una legge per le professioni

Depositata in consiglio la prima proposta per gli ordini

TRIESTE - Il Friuli-Venezia Giulia potrebbe essere la prima regione in Italia a disciplinare con una propria legge il rapporto con gli ordini, i collegi e le associazioni, nel segno della devolution. In consiglio regionale, infatti, è già stata depositata una proposta di legge, a firma del consigliere di Forza Italia, Adino Cisilino. «Il dibattito sul nuovo assetto delle professioni - ha spiegato - si trascina da tempo con altalenanti prospettive per la sorte degli ordini, dei collegi e delle associazioni dei professionisti. Dopo anni di discussioni, indagini dell'Antitrust, proposte di legge di parlamentari e di forze politiche, culminate con i disegni di legge Mirone e Fassino, il nuovo Parlamento pare intenzionato a portare a conclusione la riforma delle professioni ed in tal senso sono stati recentemente nominati i relatori presso la competente Commissione Giustizia del Senato. Nel frattempo però è stata approvata definitivamente la legge costituzionale sul federalismo che porta inaspettatamente alla ribalta le Regioni, anche per quanto concerne le professioni».

«In realtà - sono ancora parole di Cisilino - in tutto il dibattito fin qui sviluppato nessuna voce si era mai alzata per proporre un ruolo delle Regioni nel futuro assetto delle professioni. Inattesa e imprevista è invece intervenuta la legge costituzionale 3 che va a riorganizzare le competenze legislative ribaltando i criteri di riparto della competenza legislativa Stato-Regioni. In tale nuova impostazione le professioni sono sottoposte alla potestà normativa concorrente di Stato e Regioni e lo stesso nuovo articolo 117 della Costituzione si affretta a precisare che "nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato". In altre parole il nuovo assetto costituzionale delle competenze Stato-Regioni circoscrive l'intervento dello Stato alla sola determinazione dei principi fondamentali della materia demandando alle Regioni il completamento normativo della stessa, ivi compreso l'esercizio della potestà regolamentare».

«Il fatto - spiega Cisilino - non deve essere sottovalutato perché sicuramente apre un capitolo nuovo nella riforma delle professioni, introducendo un soggetto nuovo, la Regione, fino a ora totalmente trascurato ma ben deciso ad avvalersi delle sue nuove attribuzioni. Con la mia proposta di legge regionale intendo provvedere a un primo, ma significativo passo al fine di tutelare professionisti, utenti e consumatori della nostra Regione». Il progetto di Cisilino prefigura la valorizzazione della Conferenza permanente Regione-Ordini. La Conferenza sarà articolata in commisisni «che opereranno per settori omogenei per materia con lo scopo di rendere più snella ed efficace l'attività dell'organismo». La legge Cisilino prevede inoltre la costituzione di una segreteria per lo svolgimento delle attività della conferenza.