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Il Piccolo 15-12-2001

La nostra regione sarà la prima a introdurre l'innovazione tecnologica in sede di giudizio

Arrivano i processi «telematici»

Gli avvocati potranno inviare gli atti «on-line» direttamente al Tribunale

Il nuovo tipo di procedimento dovrebbe condurre a una velocizzazione dell'intero sistema giuridico, annullando i tempi morti e i conseguenti ritardi

TRIESTE - Sarà il Friuli-Venezia Giulia la prima regione italiana a sperimentare il "processo telematico". Lo ha annunciato ieri, nel corso del convegno intitolato "Privacy e sicurezza: la società tecnologica fra cittadino, impresa e giustizia", svoltosi all'Università di Trieste, per l'organizzazione della Facoltà di Giurisprudenza, in collaborazione con l'Associazione culturale per lo studio del diritto e l'Ordine degli avvocati di Trieste e di Pordenone, il professor Glauco Riem, docente di Informatica giuridica all'eteneo del capoluogo regionale.

"Grazie all'interessamento e alla disponibilità degli Ordini professionali delle quattro province del Friuli-Venezia Giulia e dei Tribunali locali - ha dichiarato Riem - stiamo predisponendo gli strumenti informatici necessari a questa svolta nel campo giuridico e della gestione della giustizia, che vedrà il Friuli-Venezia Giulia primeggiare a livello nazionale".

In sostanza, gli avvocati, in virtù di questa novità, potranno inviare atti e formulare richieste in via telematica, ripercorrendo in qualche modo ciò che stanno già facendo da qualche anno i commercialisti e i fiscalisti, che inoltrano le dichiarazioni al ministero delle Finanze, utilizzando degli speciali codici informatici. "Certo, prima di poter partire con l'intero complesso delle cause in corso ci vorrà ancora del tempo - ha precisato Riem - ma oramai il processo di questo tipo non è più un tabù. Fondamentale sarà creare una serie di garanzie sia per i professionisti che per i giudici e le cancellerie. Evidentemente - ha proseguito - sarà indispensabile la firma elettronica e qui entriamo nel merito del convegno di oggi (ieri, ndr) che tratta appunto dei limiti di difesa della privacy dei cittadini. Ma senz'altro stiamo andando in questa direzione e i passi che stiamo facendo sono decisivi".

Questo nuovo tipo di processo dovrebbe condurre a una velocizzazione dell'intero sistema giuridico dei processi, perché verrebbero in questa maniera annullati diversi temi morti che oggi determinano lungaggini e ritardi nella gestione della giustizia. "E' facile immaginare quanto tempo si potrà risparmiare - ha sintetizzato Riem - quando invece di dover mandare un'impiegata al Tribunale, per il deposito di atti o per la richiesta di documenti, sarà sufficiente un clic su un computer sistemato all'interno dello studio professionale".

Il docente ha parlato poi anche di "banca dati giurimetrica". "Questa è una conseguenza trasversale dell'introduzione del processo telematico - ha affermato a questo proposito - in quanto la necessità di dover rispondere per via informatica ai quesiti degli avvocati, obbligherà i tribunali e le cancellerie alla tenuta di dati, catalogati con precisi criteri informatici. Naturale pensare perciò alla realizzazione di una banca dati di questo tipo - ha concluso - che oltre tutto renderà facilissimo l'accesso alle sentenze e alle verifiche giurisprudenziali". I primi processi telematici potrebbero svolgersi già nel corso del prossimo anno.

Ugo Salvini