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Il Messaggero Veneto 17-06-2002

Il parlamentare sollecita un vertice della Cdl e la ricerca di un accordo con il centro-sinistra

Collino: sì al presidenzialismo

Il senatore di An condivide il ripensamento di Fi sulla legge elettorale

di PAOLO DECLEVA

UDINE - E'giusto tornare al presidenzialismo (anzi sarebbe sttao meglio non discostarsene mai), trovando un accordo con il centrosinistra per fare una nuova legge elettorale, ed è ora di finirla con i giri di valzer, ricandidando ufficialmente Renzo Tondo alla presidenza della Regione. Lo afferma il senatore udinese di An Giovanni Collino, che riprende l'invito del vicepresidente leghista della Camera Roberto Calderoli ad organizzare urgentemente un vertice dalla Casa delle libertà per definire il percorso da seguire per mettere a punto una legge che sia condivisa anche dall'opposizione, ma anche a finirla con le decisioni verticistiche e improvvisate e a riprendere la strada del confronto politico interno e con le opposizioni.

Cosa ne pensa senatore delle dichiarazioni di Saro prima e di Romoli poi?

Di fronte alla decisione di Forza Italia, la prima risposta che mi viene è che "Non è mai troppo tardi", come diceva una vecchia trasmissione televisiva impegnata nella lotta all'analfabetismo, sopratutto se si pensa che siamo di fronte a un tema rilevante che è nel Dna non solo di An ma di tutto il centro destra.

Ma non di tutta la Casa delle libertà, visto che ancora oggi parecchi esponenti della Lega difendono il proporzionalismo e le legge regionale ora rimessa in discussione...

Ho difeso con forza nei mesi scorsi il presidenzialismo e non ho condiviso le scelte trasversali su una legge sufficientemente buona ma che non teneva conto delle caratteristiche del centrodestra e della volontà della popolazione. Quando si rappresenta una forza riformatrice come la Casa delle libertà non si può pensare a una legge a proprio uso e consumo. La mediazione voluta da pochi, condita da nostalgie proporzionalistiche e forse anche da un "organigramma" Udine-Trieste appartiene a un vecchio modo di fare politica. E' il presidenzialismo il vero collante dell'unità regionale. La gente identifica il presidenzialismo con il buon funzionamento della struttura pubblica, con l'efficienza.

Ma in qualche Regione che l'ha già provato il presidenzialismo è stato messo sotto accusa...

In effetti è anche vero che qualche "governatore" ha ecceduto. Ma questo non è un buon motivo per abiurare il principio. Si tratta di introdurre dei ritocchi, delle correzioni e nulla di più, non perdendo di vista - non mi stanco di ripeterlo - l'identità presidenzialista di An e del Polo.

Tuttavia c'è voluta la sconfitta elettorale di Gorizia per riportare il centrodestra sulla via del presidenzialismo. Perchè si è dovuto attendere il segnale d'allarme giunto da Gorizia e non si è giunti invece prima a queste conclusioni e uomini come me ed altri non solo non sono stati ascoltati mia sono stati addirittura aggrediti per aver difeso la linea presidenzialista?

La risposta è amara: la Cdl deve avere capacità di autocritica e di analisi politica e culturale e invece abbiamo assistito a grandi tatticismi, ad un'oligarchia di vertice che ha negato il confronto politico anche interno. Non ricordo infatti una convention con i parlamentari ed i consiglieri regionali su un tema così importante come la legge elettorale. Le decisioni sono state invece prese alla spicciolata e con troppa superficialità senza un profondo dibattito politico. La funzione dei partiti della coalizione non è rincorrere nomine negli enti intermedi ma perseguire il confrotno politico. I partiti oligarchici non servono perchè rappresentano il principio della fine.

E gli elettori, a quanto pare, li puniscono...

Tra centrosinistra e centrodestra si è molto discusso in questi tempi del valore dell'alternanza eppure alcuni politici non si sono ancora resi conto della grande mobilità del voto. I cittadini puntano sulla credibilità dei candidati, sui programmi, sulla coerenza e sull'affidabilità degli schieramenti nel realizzarli.

E il centro destra ha le carte in regola in questo?

Condivido le affermazioni di Calderoli quando dice che la Cdl in Friuli-Venezia Giulia è nata in corsa: e' una riflessione che merita di essere approfondita con l'assunzione di responsabilità da parte della Lega, che è apputno la formazione che è entrata nella maggioarnza in corsa, anche su questo tema. E' necessario effettuare uno stop per poi ripartire.

Ma come uscirete da questa situazione, considerando oltretutto che il centro sinistra non intende rinunciare al referendum?

Non può esserci un processo che riguarda la riforma di regole elettorali o di statuti che possa essere migliorato senza il confronto con le forze dell'opposizione. In questo caso il rapporto tra maggioranza e minoranza è espressione di democrazia, non consociativismo. E quindi bisognerà confrontarsi. Ma Illy sbaglia - a mio avviso - insistendo per il referendum. Dovrebbe invece prendere atto dell'inversione delle posizioni del centro destra e cercare un confronto e un accordo su un presidenzialismo da costruire assieme nell'interesse di tutti i cittadini, che poi comprenderanno questa scelta.

Ma prima bisogna chiarire le posizioni all'interno della Cdl...

Infatti. E' necessario accogliere l'invito di Calderoli per un vertice urgente per definire il percorso da seguire per la modifica della legge con il confronto serrato con i Ds. E' una strada che io ho già indicato un anno fa. Questa riflessione da parte di chi prima non ha voluto ascoltare ragioni non può non essere accolta nell'interesse della stabilità e dello sviluppo della Regione. E mi sia consentito dire con una punta d'orgoglio che non serviva perdere un anno per arrivare a questo punto.