Il Piccolo 16-01-2002
Se cade il primo si va a nuove elezioni mentre l'altro è sostituibile»
TRIESTE - Sembra più sconcertato che preoccupato. «Un accordo sulla legge elettorale? Ma siamo proprio sicuri? Non è che finirà come le altre volte, con beghe interne e verifiche legali esterne e la considerazione, finale, che il testo non sta in piedi?». Sceglie l'approccio sarcastico, Riccardo Illy. Indicato, da sempre, come il principale detrattore del testo faticosamente elaborato dalla maggioranza di centrodestra che regge la Regione, il deputato triestino preannuncia battaglia. «Non riesco a capire un tale spreco di energie per far finta di mandare avanti un provvedimento, quando si è già pronti, in subordine, a rassegnarsi alla norma transitoria...
Cosa intende dire?
È da parecchio tempo che ipotizzo la possibilità di ricorrere a un referendum abrogativo. Che si materializzerà sicuramente se il governo regionale insisterà su una legge così impopolare.
Perchè impopolare?
Il «vulnus» grave è che è stato calpestato il diritto dei cittadini di scegliersi direttamente il presidente della loro Regione, anche se immagino già la replica della controparte...
Quale?
Diranno che la possibilità di indicare il presidente esiste comunque, ma è una balla. O, meglio, una cosa è essere indicato l'altra è essere eletto...
Si spieghi meglio.
Presto fatto. Per sostituire un presidente che è stato eletto bisogna ritornare alle urne, mentre quello indicato può essere revocato e, al caso, sostituito da un altro.
Il referendum, dunque, sembra scontato a suo avviso?
Non lo dico solo io, lo dicono anche i sondaggi. I cittadini a favore dell' elezione diretta sono una larghissima maggioranza. Solo un presidente eletto può garantire una certa coerenza di governo.
Ma, con questa incognita sulla testa, perché allora la maggioranza va al massacro?
E infatti non sono ancora convinto che lo farà. Magari contano sull'inerzia e la rassegnazione dei cittadini, che però sui temi importanti, vedi le modifiche costituzionali, si muovono. E comunque, detto per inciso, per questa consultazione referendaria non servirebbe neanche il "quorum". La sua sembra un'implicita contestazione all'amministrazione regionale... Lo è. Ha dimostrato, nei fatti, di essere guidata in maniera non adeguata. La specialità è ormai diventata un handicap, la "devolution" una favola, visto che non vogliono neanche delegare agli enti locali la gestione delle strade... Siamo al decentralismo, inteso come centralismo decentrato delle Regioni! Anche per questo...
Cosa?
In questo particolare momento ci sarebbe voluta una legge elettorale in grado di garantire non solo la governabilità del nostro territorio ma la stessa qualità del governo regionale. E quel pasticcio che ne è venuto fuori non salvaguarda nè l'una nè l'altra. Al massimo può garantire a qualcuno la sua poltrona per qualche annetto ancora.
Furio Baldassi