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Il Piccolo 30-03-2002

Il parlamentare parla da leader «in pectore» della coalizione di Centrosinistra per le regionali del 2003. «Legge elettorale da abrogare: ci penserà il referendum»

Illy: «Presidente indicato, presidente dimezzato»

«Senza elezione diretta sarebbe ostaggio dei partiti. Il Friuli non voterà per un triestino? Dipende dal candidato. Stimo Tondo»

TRIESTE - Parla già da candidato. Con la cautela del caso, si capisce («Finchè non verrà abrogata la legge elettorale, formalmente non sarò in corsa per nessuna carica in Regione, anche se mi hanno chiamato in tanti»), ma con la sicurezza di chi certi passaggi, certe strozzature burocratiche, certe sfumature della camaleontica politica del Friuli Venezia Giulia le ha già mandate a memoria. Preparandosi, se possibile, a intaccare l'ultimo grande tabù di un territorio che ama vivere di falsi miti: l'ineleggibilità, almeno quella diretta, visto il precedente di Antonione, di un presidente triestino. Una sfida che stimola alquanto Riccardo Illy, parlamentare d'opposizione già alquanto disilluso («Mi hanno bocciato persino un emendamento che puntava a correggere un chiaro refuso in un decreto, in base al quale le maxinavi che sgarravano dalla rotta prevista avrebbero pagato delle multe superiori al loro stesso valore! Ma si può?»).

Bellicoso quanto basta, comunque, per affermare «da cittadino» che la legge che dovrebbe regolamentare le elezioni regionali del 2003 è tutta da rifare. «La mia non è una battaglia personale - attacca Illy - ma mira semplicemente a eleggere il miglior governo regionale possibile, lasciando che a valutare siano i cittadini, che invece così sono semplicemente tagliati fuori. E, anzi...»

Anzi?

Mi è sembrato veramente il massimo sentire l'attuale presidente Tondo disquisire sulla «novità» del provvedimento, dimenticando la sua assoluta affinità con quelli del passato delle Regioni ordinarie.

A proposito, sempre in linea teorica, se il Centrosinistra dovesse candidarla, sarà Tondo il suo avversario?

Mi sembrerebbe una cosa assolutamente logica. Non credo che la Casa delle libertà voglia ripetere l'errore del Centrosinistra, che ha appiedato Amato in favore di Rutelli...

Che giudizio dà di lui?

Lo stimo, come persona e come imprenditore. Dirò di più: quando Roberto Antonione passò la mano, anch'io gli suggerii quale successore proprio Tondo. Quando si parla di lui arrivo quasi al paradosso...

E cioè?

Se alla resa dei conti Tondo la dovesse spuntare, io gli auguro fin d'ora di essere eletto direttamente e non con la legge varata, che ne farebbe non un presidente ma un procuratore, alla mercè dei partiti. Cambiando il sistema, invece, potrebbe tornare a governare al meglio, come quando era sindaco a Tolmezzo.

Ma perché allora il Centrodestra si è incaponito tanto su certe varianti, tipo «l'indicazione»?

Perché, in prima battuta, vogliono veder garantito il loro, di posto. Mi spiego meglio: un presidente eletto direttamente, se non è più in sintonia con la giunta o le forze politiche che lo sostengono, si dimette causando il decadimento dell'esecutivo e la necessità di tornare a nuove elezioni.

Vediamo quello «indicato», allora...

Quello, semplicemente, viene mandato a casa, insediando un altro al suo posto e tradendo comunque il mandato degli elettori. In pratica è un ostaggio degli umori della coalizione. Alla faccia della governabilità.

Il Centrodestra, e segnatamente Forza Italia, ha preso ad attaccarla personalmente: Romoli ha parlato del referendum come di un suo «capriccio», Saro l'ha addirittura invitato a pagare in prima persona le spese della consultazione...

Gli attacchi personali mi fanno sorridere, evidentemente non hanno argomentazioni migliori per difendere l'indifendibile. Quello che mi diverte meno, invece, è un'altra cosa...

Quale?

In certe battute emerge l'assoluta, totale mancanza di rispetto per gli elettori, considerati poco meno di una variabile indipendente, carne da cannone elettorale, mentre invece sanno le cose, sono preparati, nonostante gli spettacoli indecorosi cui talvolta devono assistere. E vogliono potersi esprimere.

Il referendum sarà un mezzo efficace?

Direi ottimo, anche perché consentirà di ristabilire quel contatto diretto con i cittadini che era andato un po' scemando negli anni... Vien quasi da ringraziare chi ha votato quella legge.

Torniamo alla corsa elettorale: qualcuno del Centrodestra, forse per frenarla preventivamente, ha ripreso a battere la grancassa delle friulanità...

Non ho difficoltà ad ammettere che per i friulani è importante veder rappresentate certe loro aspirazioni, legate alla specificità della loro lingua e della loro cultura, e magari un nativo potrebbe risultare migliore, però...

Però?

Credo siano in grado di valutare anche le capacità di uno che non è friulano «doc». La conosce la storiella delle società di autonoleggio, la Hertz e la Avis? La Avis, che come fatturato e movimento era alle spalle della Hertz, fece uscire un testo pubblicitario del genere: «Siamo i secondi, e proprio per questo vi serviremo meglio...».

Come replica a chi, sempre nel Centrodestra, sostiene che a certi «governatori», anche allineati come Galan, Formigoni o Storace, il potere ha dato alla testa? Che sui risultati del loro operato dovrebbero parlare i loro corregionali, non i nostri consiglieri regionali....

Parliamo di possibili alleanze in chiave futura: Rifondazione comunista, che pure difende la legge elettorale, dopo le prime chiusure sembra più possibilista nei suoi confronti...

Non taglio fuori nessuno, nè me lo potrei permettere. A mettersi d'accordo dovranno essere le forse politiche, io non ho pregiudiziali. Comunque non violerei principi fondamentali solo per imbarcare qualche partito in più.

È sembrato di capire che Rifondazione aspetta di vedere come intende muoversi sul terreno delle privatizzazioni.

Quali? Al momento, se mi parlano di Autovie Venete o Mediocredito mi sembra logico che possano essere oggetto di privatizzazione. Di sicuro, invece, non è privatizzabile la Sanità.

A proposito di partiti, più di qualcuno ha tirato in ballo la sua storica ideosincrasia nei loro confronti.

Un mito da sfatare. Non sono un mangia-partiti, certe posizioni avevano magari un certo senso nel '93. Ma all'epoca si stava uscendo da una cosa che si chiamava Tangentopoli, non so se mi spiego...

Furio Baldassi