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Il Piccolo 04-01-2002

Perplessità del Wwf dopo le recenti scelte

«Regione, politica energetica da rifare: l'ultimo esempio è l'arrivo in zona della Enron»

I non meglio precisati «amici dell'ex presidente degli Usa, George Bush senior» che - secondo la stampa - sarebbero interessati ad insediarsi nella zona industriale Aussa-Corno, altri non sono che la «Enron», multinazionale dell'energia, che da tempo accarezza l'idea di realizzare una centrale elettrica da 800 mw in quell'area. La Enron, è - notoriamente - una delle società del settore energetico che maggiormente hanno contribuito a sostenere finanziariamente la campagna elettorale dell'attuale presidente Usa, George Bush junior, e di cui è nota la posizione ostile al protocollo di Kyoto sulla limitazione delle emissioni di gas serra (che significa anche riduzione dei consumi di combustibili tradizionali, carbone e petrolio in primis). Posizione che mostra inquietanti similitudini nella nostra Regione. Come giustificare altrimenti la proliferazione di nuove centrali elettriche previste (137 in tutta Italia , come pubblicato sul sito «www.e-gazette.it») fuori e dentro la nostra regione?

Il progetto di centrale della Enron si aggiunge ai numerosi altri (vedasi l'elenco citato di «e-gazette.it») di analoghe dimensioni previsti nel territorio del Friuli-Venezia Giulia: 4-800 mw a Pozzuolo (Electrabel), 4-800 mw a Codroipo (Mirant-Southern Energy), 400 mw a Udine (ABS-Danieli), altri 400 mw a Fogliano (Erp-Enam), oltre agli 800 mw appena approvati dal Ministero dell'ambiente della centrale «Caffaro» a Torviscosa.

Da sottolineare come l'elenco è composto solamente da megacentrali, mentre la politica energetica più moderna promuoverebbe la creazione di molte microcentrali diffuse, in grado di fornire energia elettrica solamente alla zona di competenza con un impatto ambientale notevolmente inferiore. Il quadro si completa se consideriamo come questo progetto «epansivo» si colloca in un contesto in cui il fabbisogno di elettricità del Friuli-Venezia Giulia è già ora sufficiente, come ammette la Regione stessa. Procedendo, poi, alla modernizzazione della centrale di Monfalcone, che significa metanizzazione e potenziamento, nonché riduzione dello spreco energetico frutto di tecniche di produzione oramai obsolete, ci troveremmo in una situazione di abbondante copertura.

Invece, i nuovi proprietari dell'Endesa non escludono di convertire dal misto nafta-carbone attuale al «tutto carbone» (addio nuovamente al protocollo di Kyoto). La nostra regione, nelle intenzioni mirerebbe a diventare un «polo» di produzione elettrica a beneficio di terzi, cioè in particolare delle regioni italiane deficitarie - Lombardia in primis - dove le centrali fanno fatica ad essere realizzate. I vantaggi sul mercato del lavoro regionale risulterebbero minimi, mentre rimarrebbero ovviamente gli effetti collaterali della produzione elettrica: emissioni in atmosfera, elettrodotti e relativo elettrosmog, rapina delle acque di falda (come a Torviscosa) per il raffreddamento degli impianti, tanto calore da disperdere nell'atmosfera perché inutilizzato, ecc.

Un esempio lampante, da portare nelle scuole, di come non vada sfruttato un territorio e le sue risorse. Ma perché la nostra Regione vuole decidere, amministrare e gestire il nostro futuro e il nostro ambiente secondo i dettami della Enron e secondo le politiche di Bush?

Vinicio Collavino

presidente Wwf del Friuli Venezia Giulia