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Il Piccolo 06-02-2002

I chiarimenti dell'altra notte all'interno della Casa delle libertà non sembrano ancora sufficienti a garantire l'immutabilità della bozza approvata in commissione

Legge elettorale, An tiene gli alleati sotto tiro

Menia: «Non accetteremo ulteriori aggiustamenti, devono ricordarsi che siamo partiti presidenzialisti»

TRIESTE - Tutti contenti, tutti, per vari motivi, insoddisfatti. O quasi. La lunga notte della legge elettorale, nella quale Forza Italia e An hanno tentato, con successo, di non stravolgere la bozza approvata dalla prima Commissione del Consiglio regionale, trova alla fine ad applaudire il solo Beppino Zoppolato, segretario della Lega Nord Friuli. «La maggioranza - sottolinea Zoppolato - ha dimostrato serietà e coerenza. Avevamo sempre detto di essere disponibili solo a piccoli aggiustamenti al testo licenziato dalla commissione consiliare - aggiunge - e così è stato. Mi pare un buon segnale».

Sulla durata del feeling con gli alleati, peraltro, non scommetteremmo un euro bucato. Non dopo aver sentito Roberto Menia, coordinatore regionale di An, ammettere che «in fondo il testo dei Ds non era malaccio, poteva andar bene e magari, per chi non era poi tanto presidenzialista, era il più accettabile». Colpi di scena dietro l'angolo? Non necessariamente, ma solo se si rimane allo status quo. Dice Menia: «Abbiamo un patto che richiede serietà. Se poi, su questo testo, vogliamo metterci a discutere con l'opposizione e trovare delle posizioni mediane affinchè il consenso si allarghi ulteriormente, tanto meglio. Quello che non è accettabile, invece, è che la bozza venga ridiscussa in seno alla stessa coalizione, col rischio di snaturarla. A quel punto non potremmo che ricordare da dove siamo partiti, e cioè dal presidenzialismo...».

L'inciso non è fine a sè stesso. Sembrava che il dibattito in seno ad Alleanza nazionale viaggiasse su due direttrici: quella sposata dagli assessori Ciriani e Ciani («Referendum? Potremmo appoggiarlo, siamo per il presidenzialismo») e quella del coordinatore, più fedele, per così dire, alla linea approntata assieme agli alleati, e invece le due teorie sembrano complementari. «Ciani e gli altri - annota Menia - non hanno fatto altro che un richiamo ai nostri alleati, per verificarne le reali intenzioni. E poi, come ha detto giustamente Ciani, nessuno ha voglia di regalare all' avversario un'arma del genere... Se proprio lo vogliono, esistono come si è visto anche forme di presidenzialismo "temperato" che potrebbero coinvolgere, come ho detto prima, la stessa opposizione». «Il problema - aggiunge un altro assessore di An, Sergio Dressi - è che il cittadino potrebbe essere atratto dal fascino di certi slogan. Il referendum dobbbiamo, paradossalmente, essere noi a proporlo, ma confermativo. Credo che quella elaborata sia una buona legge su cui lavorare. Si può pensare a un suo miglioramento, ma senza necessariamente buttare tutto a mare!». Forza Italia, nel frattempo, aspetta. L'anima pordenonese, critica sul provvedimento, si è adeguata alla disciplina di partito e attende l'esito dell'aula, mentre il portavoce Colautti tiene solo a precisare di non essersi mai espresso a favore del terzo mandato ai sindaci, per non irritare i compagni d'avventura di An e Lega.

Sul testo di legge, qualche variante ci sarà comunque. Una riguarda il listino collegato al candidato presidente: per la Lega Nord non ci sono problemi a considerare i tre rispettivamente presidente della giunta, vicepresidente e presidente del Consiglio regionale. Il nodo vero riguarda però la minoranza slovena, che vede i freschi alleati del Cpr alquanto motivati nel destinarle un seggio garantito. Che sia quello l'eventuale «snaturamento» della bozza tanto inviso ad An?

Furio Baldassi

«E la proposta dei Ds non era poi così male». L'unico soddisfatto sembra essere il leghista Zoppolato: «La maggioranza ha dimostrato serietà e coerenza»