Il Messaggero Veneto 26-05-2002
Contestata la norma votata dalla Casa delle libertà anche da Sonego e Agrusti. Raccolte adesioni pure in carcere
Tavoli nelle piazze e lungo le strade. La strategia dei radicali si ripete per decidere il governatore regionale attraverso il referendum e per proporre un modello di legge elettorale. Per quest'ultima iniziativa si tratterebbe del primo caso in Friuli Venezia Giulia. Una novità che è stata presentata in città dal segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone.
I radicali sono favorevoli al sistema maggioritario a turno secco e unico, «per evitare il potere di ricatto dei partiti». Finora sono state raccolte 25 mila firme, entro la fine di giugno se ne dovranno contare 36 mila. «Se non riusciremo nell'intento - ha dichiarato Stefano Santarossa - dovremo mantenere una legge elettorale pessima, voluta dalla Casa delle libertà e da Rifondazione comunista. Questo farà comodo ai 44 partiti esistenti».
Il sistema proposto prevede che chi vince resta, chi perde ritorna a casa. Questo è il pensiero dei radicali, appoggiato anche dal centrosinistra. «Il Friuli Venezia Giulia - ha affermato il consigliere regionale Lodovico Sonego, alla conferenza degli uomini di Pannella, tenutasi ieri pomeriggio a Pordenone - è vergognosamente l'ultima e unica regione d'Italia che si ostina assurdamente a volere il proporzionale». Sonego picchia duro e afferma che «la nostra è una regione che fa dell'intolleranza la sua bandiera». Un esempio? «Il mutuo concesso ai richiedenti residenti da tre anni - ha indicato il consigliere - per cui in questo modo è stato penalizzato un giovane di Sacile con la "morosa" che abita, per soli trecento metri, in territorio veneto».
Anche il forzista Michelangelo Agrusti ha dato man forte ai radicali intervenendo sulla legge elettorale: «Un passo indietro si è fatto - ha detto - rispetto ai passi avanti che si sono fatti a livello nazionale». Al modello americano i radicali aggiungono connotati svizzeri, proponendo un largo ricorso al sistema referendario.
Capezzone ha chiamato in causa anche An, che per lungo tempo si è detta presidenzialista. «Dove sono? Dove si sono nascosti gli esponenti di An? Li invitiamo a fare assieme questa battaglia», ha esordito il leader nazionale. «Vogliamo che governi la persona scelta dai cittadini - ha precisato Capezzone - e non il rappresentante paracadutato dai partiti che può essere tolto e sostituito a piacimento». Tappa in carcere per il partito di Pannella durante la giornata di ieri. Anche lì si sono raccolte firme. Santarossa ha annotato una situazione invivibile: 86 detenuti per una casa di detenzione che ne può contenere 35. Dieci di questi, quelli residenti in regione, hanno accolto l'iniziativa. A partire da lunedì i reclusi, anche stranieri aderiranno allo sciopero della fame inerente il rispetto della legalità a Montecitorio.
Sara Carnelos