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NEWSLETTER STRAORDINARIA. AGOSTO 2003

OGGETTO: ELEZIONI SUPPLETTIVE A TRIESTE




Ritengo che questa iniziativa abbia evidentemente carattere extra triestino ed è per questo che mi rivolgo al confronto, e mi appello all'aiuto, di tutti quelli che la ritengono valida.

Sono fissate due prossime riunioni APERTE AL PUBBLICO ma non ancora alla stampa:

Sabato 16 Agosto, ore 18.00, presso il Caffè Tergesteo a Trieste (riunione informale)

Sabato 23 Agosto, ore 18.00, presso il Caffè Tergesteo a Trieste (assemblea straordinaria dell'associazione Radicali Riformatori Presidenzialisti e riunione estesa) alla associazione sarà proposto di sostenere il comitato elettorale e di impegnarsi nella campagna di raccolta firme sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare.









Gentili concittadini,

il 26 ottobre si svolgeranno le elezioni suppletive nel collegio Trieste 2 (Trieste periferia, Duino Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico). Circa 100.000 elettori saranno chiamati a scegliere il sostituto del neo-governatore Riccardo Illy, alla Camera del Parlamento Italiano. Purtroppo soltanto una ridotta percentuale di questi si recherà a votare. Meno numerosi saranno gli aventi diritto che decideranno di frequentare le urne e più aumenterà la percentuale di quelli che il voto sanno già a chi darlo, per abitudine, per convenienza, per scelta del “meno peggio” tra i partiti. Già, … tra i partiti… magari senza conoscere il candidato, la sua storia, le battaglie passate ed una esplicita dichiarazione di quelle future e degli strumenti politici con cui realizzarle.
Certo, in campo saranno schierati due eserciti molto forti, due Poli addirittura che attirano ed inglobano qualsiasi entità stia nel mezzo.
Purtroppo questi due poli sono quelli di una stessa “sfera”, di uno stesso “globo” politico, e siccome la “popolazione politica” che vuole godere dei benefici di questo mondo è numerosa, ecco che chi occupa i due estremi è in quantità minore rispetto a chi risiede nella zona intermedia. Un’ampia area in cui non ha più nessun senso parlare di destra e di sinistra, perché nell’esigenza di far breccia sullo stesso elettorato prevale la necessità di non sbilanciarsi sui temi troppo “caldi”.
I temi più caldi, si sa, sono quelli che toccano più da vicino la vita privata, la morale personale, l’etica dei gruppi sociali omogenei. Ecco dunque che sulle questioni che riguardano la vita individuale prevale l’attaccamento alla consuetudine conservatrice, a secoli di morale cattolica assunta a regola politica, all’ipocrisia di chi sa che il rispetto, la tutela ed il riconoscimento legale delle libertà personali altrui può mettere in seria discussione la rigida formalità, sotto cui si celano le paure e le fragilità personali.
Per fare politica con altri obiettivi, ma soprattutto con altri metodi, ho scelto di essere, da qualche anno ormai, una militante Radicale.
Per la rabbia di assistere all’indistinto politico, che soprattutto nei momenti elettorali si trasforma in gioco delle parti, ho deciso di investire gran parte delle mie energie nell’attività politica.
Per condurre e dimostrare come si possa condurre una battaglia politica assieme ai cittadini, anche al di fuori della rappresentanza istituzionale, ho deciso recentemente di impegnarmi nel sostenere una proposta di legge di iniziativa popolare per modificare il sistema elettorale nella nostra regione.
Poiché proprio queste elezioni suppletive si svolgeranno con il meccanismo elettorale che si vorrebbe applicato alla scelta di tutti i parlamentari italiani e consiglieri regionali, costituendo quindi un ottimo esempio pratico ed un occasione di maggiore amplificazione di una battaglia;
poiché ritengo che, così come si possono condurre battaglie politiche fra i comuni cittadini, si possa fare complementariamente anche all’interno del parlamento, costituendo, in maniera assolutamente trasversale su alcuni temi, forti gruppi di azione;
poiché ritengo urgente mobilitarsi a tutti i livelli affinché la minoranza attualmente più vessata, che è l’individuo, possa trovare una risposta politica che lo valorizzi innanzitutto come singolo e speciale essere umano e non lo reprima in artefatte regole sociali che troppo spesso ed ipocritamente si vogliono ricondotte a giustificazioni morali e naturali;
poiché soltanto un individuo libero e soddisfatto di sé è in grado di allacciare costruttivi rapporti con gli altri individui;
poiché, purtroppo, soltanto dopo aver raggiunto uno stato limite si sofferenza si può pensare ad una efficace rinascita e ricostruzione; poiché proprio Trieste e la sua periferia, oggi più che mai manifesta disagio sociale ed economico, essendo nella vecchiaia - e quindi nella assenza della distrazione operata dall’attività lavorativa - che l’individualità si presenta con tutto il tormento che le è stato inflitto;click to zoom
ho deciso di candidarmi.
Per assumermi tutte le responsabilità di questa azione e per rafforzare il legame tra il candidato e la concretezza dell’impegno politico, ho deciso di dar vita ad un comitato elettorale di nome Riformatori Presidenzialisti, derivante dalla mia recente esperienza con la associazione politica Radicali Riformatori Presidenzialisti.

Il nome indica chiaramente un tema politico ma, in particolare in questo momento storico, può essere preso a simbolo di una azione fondata essenzialmente sulla responsabilizzazione dell’individuo, sia esso cittadino elettore che eletto.
Queste suppletive, ad esempio, si svolgono in un collegio uninominale, ossia un insieme ben delimitato di elettori cui corrisponde univocamente un eletto: quello che ha ottenuto la maggioranza dei voti. Non tutti i deputati in parlamento però sono stati eletti con questo metodo; alcuni, infatti, sono la conseguenza dell’assegnazione proporzionale di seggi ad un partito, in ragione della percentuale di voti che questo partito ha ottenuto. Con un sistema, a volte molto complesso e spesso complicato da premi di maggioranza, alcuni degli eletti possono aver ricevuto molti meno voti dei candidati non eletti. Esempi si possono ritrovare anche nelle recenti elezioni regionali. Sistemi elettorali di questo tipo, proporzionali e con premio di maggioranza, ricompensano elettoralmente l’esistenza di tanti piccoli partiti e li inducono a raggrupparsi in coalizioni; i Poli appunto.
La conseguenza è una minore riconoscibilità personale dei candidati e la credenza diffusa che quanti più partiti sono presenti in parlamento, tanto più è rappresentato il popolo italiano; salvo poi ritrovarsi con deputati che, in estrema minoranza e privi del consenso elettorale ma solo di quello “partitico”, non hanno la forza e la capacità di condurre riforme politiche.
Quello che vi proponiamo è invece un sistema elettorale che faccia corrispondere direttamente il candidato ai suoi elettori, per una migliore valutazione delle capacità ed un controllo più efficace delle sue azioni. Un sistema che funzioni esclusivamente con la suddivisione del territorio in collegi uninominali e l’elezione diretta anche della carica di presidente.
Non più, quindi, gruppi sociali che si identificano con partiti ma un insieme di individui che si relaziona con un altro individuo, scelto come proprio rappresentante, il quale, a sua volta e su alcuni temi, si organizza in “parti” con altri candidati od eletti.
Il cammino per arrivare a questa evoluzione politica - sempre che il cittadino lo voglia - è difficile e sono consapevole che non sarà costellato da successi elettorali. Il mettere tuttavia l’elettore di fronte a questa possibilità di scelta, non fornirà più la giustificazione del non andare a votare “perché tanto i politici sono tutti uguali”. Nemmeno considerazioni circa l’ininfluenza di uno o pochi individui contro l’inerzia dell’attuale sistema politico saranno valide scuse, avendo più volte i Radicali dimostrato che è possibile condurre e vincere battaglie politiche addirittura anche senza avere la rappresentanza parlamentare. E’ a questo modo di agire che mi rifaccio e del quale si può avere un’esperienza pratica sostenendo e sottoscrivendo la proposta di legge per modificare il sistema elettorale, a partire dalla nostra regione.
Una proposta di legge può essere proposta dai cittadini, appoggiata da uomini politici e personaggi pubblici, sostenuta con contributi in denaro che ne consentano la divulgazione pubblicitaria. Un onere notevole ma che può dare un risultato sorprendente, nel momento in cui la pressione popolare diventa così forte da non consentire al legislatore di chiudere gli occhi. Non solo un voto è quindi necessario per esercitare appieno il proprio ruolo democratico ma anche una firma ed un contributo economico, nella speranza che un domani sarà consuetudine per gruppi di cittadini finanziare e sostenere le proprie battaglie politiche e magari scegliere i propri candidati.

La riforma del sistema elettorale è solo un passo per mutare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Il senso di una maggiore responsabilizzazione degli uni e dei rappresentanti delle altre, deve necessariamente passare per un processo che consenta di arrivare ad una maggiore consapevolezza di sé e del proprio rapporto con gli altri individui. Non è possibile puntare a raggiungere questo stato se non vengono garantite le indispensabili condizioni di libertà personale, a cui uno può sempre personalmente rinunciare ma che diventa violenza volerle a priori limitare.
Oggi sono negate molte delle minime garanzie di libertà personale, anche se purtroppo ci si accorge di ciò soltanto quando si è intimamente toccati e quando, spesso, manca la lucidità per combattere. Investire in democrazia significa muoversi in anticipo, prima che le cose precipitino, prima di essere direttamente coinvolti. A quanti di voi è stato concesso di non sopportare maggiori pene perché qualcuno, tempo fa e non necessariamente perché direttamente coinvolto, si è battuto per legittimare il divorzio e legalizzare l’aborto? Per dare ad ognuno di noi oggi la possibilità di una scelta morale individuale?
Manca ancora molto per arrivare ad essere una società, come insieme di persone che si relazionano le une con le altre nel pieno rispetto delle rispettive individualità e libertà, con tutto il potenziale costruttivo che da ciò deriverebbe.
La libertà di decidere della propria vita, con un testamento biologico, legalizzando l’eutanasia.
La libertà di unirsi con una persona, anche dello stesso sesso, sottoscrivendo una sorta di “contratto di coppia” e vedendo riconosciuti tutti i diritti di cui può godere una coppia sposata.
La libertà di gestire la propria sessualità senza obblighi di clandestinità, e quindi di più facile sfruttamento, legalizzando la prostituzione.
La libertà di ridurre le proprie sofferenze nel caso in cui, per volontà o per scelta, si ricorra all’aborto, con l’introduzione dell’aborto chimico al posto di quello chirurgico.
La libertà di finanziare soltanto chi si impegna in battaglie politiche che si ritengono importanti, eliminando il finanziamento pubblico ai partiti.
La libertà di vivere in uno stato laico, non politicamente e costituzionalmente legato ed influenzato dalla Chiesa, abolendo il Concordato con la Chiesa Cattolica.
La libertà di decidere di non andare a votare per i referendum, ma non per questo inficiandone la validità, con l’abolizione del quorum.
La libertà di porre velocemente fine al proprio rapporto matrimoniale, una volta deciso il divorzio, riducendone i tempi d’attesa.
La libertà
di essere agevolati nel momento del voto, facendo diventare prassi il voto elettronico ed introducendo il voto on-line.
La libertà
di essere costantemente informati su tutte le attività e gli atti degli organi istituzionali e giurisdizionali, con la pubblicazione on-line e la trasmissione audio-video.
La libertà
di cura e di ricerca scientifica, con l’utilizzo della “clonazione terapeutica” e l’utilizzo delle cellule staminali sovrannumerali.

Questi argomenti sono stati, già da tempo, tradotti da Radicali Italiani sotto forma di proposte di legge, sulle quali circa due anni fa si è cercato di raccogliere 50.000 firme per farle diventare proposte di legge di iniziativa popolare, invano per opera della totale censura dell’informazione pubblica. Ora giacciono in parlamento, depositate da alcuni deputati ma mai affrontate con coraggio.


Christina Sponza

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CHRISTINA SPONZA cell. 3356329385, fax: 1786038907, e-mail: christina@sponza.it


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Modulo di raccolta firme per la presentazione della candidatura




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