Il Messaggero Veneto 23-12-2001
Il deputato della Margherita: alla Cdl mancano visione strategica e leadership
UDINE - «Tre anni e mezzo di governo sono passati, e di riforme non c'è traccia. A questo punto è chiaro che se non sono stati capaci di realizzarle sinora, non ci riusciranno nel 2002». Riccardo Illy, parlamentare eletto nelle file della Margherita, da molti considerato il naturale front runner del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, si esprime così su risultati e prospettive della coalizione Cdl di cui è espressione la giunta Tondo. "Quando parlo di capacità, non intendo riferirmi a doti politiche o amministrative, piuttosto di visione strategica e di leadership interna a questa coalizione, che appare più centrifuga che unita».
«Oggi i componenti della coalizione sono consapevoli del fatto che entro tre o quattro mesi devono cimentarsi con la riforma elettorale, o piuttosto controriforma, visto il modo in cui l'hanno impostata. Contestualmente c'è da tener presente l'approssimarsi delle stesse consultazioni, per le quali la Lega dispone non solo di aspirazioni, ma anche di un'ottima candidata. Che voglia giocarsi tutte le sue carte, magari anche scavando la terra sotto i piedi dell'attuale presidente, non mi meraviglia. Credo che di qui al 2003 lo farà in maniera anche più decisa. Considerati gli scontri furibondi di questa Finanziaria, non oso immaginare cosa sarà quella del 2003», prosegue l'ex sindaco di Trieste. «Spiace però che chi ne fa le spese siano i cittadini e la Regione, con la sua specialità tanto esaltata quanto male usata, sino a diventare handicap».
Più riflessivo il neosegretario regionale dei Ds Carlo Pegorer: «Anche nelle schermaglie di queste ultime ore tra le diverse forze di maggioranza, o tra diversi esponenti della medesima forza, si evidenzia il profilo di una coalizione più interessata a rappresentare e soddisfare le aspettative interne ai vari gruppi di potere locale piuttosto che a disegnare delle politiche e delle scelte funzionali allo sviluppo di questa regione».
«Tondo e la sua giunta appaiono, ogni giorno di più, non signori, ma vassalli della politica. A contare sono quelli che siedono a Roma. In quanto alle realizzazioni pratiche, alle mirabolanti promesse fatte in campagna elettorale e all'inizio della legislatura è seguito il nulla, e questo lo si è visto chiaramente anche nella Finanziaria approvata venerdì», dice ancora il responsabile della Quercia. «Dal canto nostro, saremo impegnati non solo a dimostrare e pubblicizzare tutto ciò, ma anche ad elaborare proposte all'altezza della situazione, in merito allo sviluppo e la funzione della Regione, e alle certezze chieste dai suoi cittadini».
Estremamente critico Gianfranco Moretton, capogruppo dei Ppi Margherita: «Ripeto quanto ho detto in sede di voto della Finanziaria: questa maggioranza ha dimostrato, anche in aula, che al suo interno cova una fortissima conflittualità. E in futuro sarà anche peggio, perché la Lega è al si salvi chi può: consiglieri del Carroccio sanno infatti che l'essersi omologati a Forza Italia ha segnato il loro irreversibile declino».
«Sul piano del riforme, ossessivamente annunciate e mai fatte, a parte qualche soppressione di enti, la stagione non ci sarà: la sanità continuerà a peggiorare, nei conti e nella qualità, e non si farà niente nemmeno in altri campi, per il timore dell'impopolarità», conclude il consigliere della Destra Tagliamento. «Se la barca va alla deriva, è esclusivamente per colpa della coalizione di governo: la prova sta nel fatto che, malgrado la grande consistenza, legifera poco e male. Dal momento poi che per il 2002 i fondi globali previsti a bilancio sono esattamente la metà di quelli dell'anno uscente, è chiaro che anche in quest'ultima fase non si legifererà affatto».
L.S.