Il Piccolo 21-04-2002
Maneschi (Lloyd Triestino): «Avevamo iniziato a trattare ma il ricorso al Tar ci ha indotto a sospendere tutto». Intanto si affacciano i tedeschi di Eurogate
Il presidente dell'Ap Maresca dà ormai in dirittura l'accordo con Psa-Evergreen
Il Molo Settimo è di nuovo al centro di grandi manovre. Il terminal, le cui potenzialità sono stimate in almeno 450 mila container l'anno, fa sempre più gola ai colossi internazionali dello shipping che combattono nel Mediterraneo una battaglia senza esclusione di colpi. La trattativa fra Psa-Evergreen e il terminalista Tict, di cui si è parlato più volte negli ultimi mesi, potrebbe essere alla stretta finale. A sostenerlo è il presidente dell'Autorità portuale, Maresca, che parla di tempi brevissimi per l'accordo e rileva come il 25 aprile sia fissato a Taiwan il consiglio di amministrazione di Evergreen, mentre quello di Psa (Autorità portuale di Singapore) sia programmato ai primi di maggio ad Anversa.
A rafforzare questa ipotesi ci sarebbe la recentissima visita al Molo Settimo, in incognito, di David Yang, direttore generale per l'Europa di Psa, e la presenza a Trieste, una settimana fa, sia del presidente del Lloyd Triestino (e agente per l'Italia di Evergreen) Maneschi, sia del vicepresidente di Psa-Sinport (cui fanno capo i terminal di Genova Voltri e Venezia) Cirillo Orlandi. Maneschi getta però acqua sul fuoco. «Non c'è nulla di definito - afferma -. Al momento non esiste alcuna trattativa. Essendoci un contenzioso fra Tict e Autorità portuale (il ricorso del terminalista al Tar, con richiesta di danni per 28 miliardi di lire; ndr) ce ne stiamo alla larga». Maneschi conferma peraltro che le parti avevano iniziato a discutere una settimana fa. E aggiunge: «Poi è partito il ricorso al Tar e abbiamo sospeso tutto».
Ma c'è anche una lettera con cui la Tict, a norma del contratto di concessione, ha chiesto all'Autorità portuale l'autorizzazione ad avviare trattative per la cessione di quote azionarie. La Tict conferma l'esistenza di questa lettera, precisando di essersi limitata a chiedere all'Authority l'autorizzazione al subingresso di qualche altro socio. Adesso attende una risposta. Ciò, oltre a non aver nulla a che fare con il ricorso al Tar, non significa comunque, fanno capire alla Tict, che ci siano dei «pretendenti». I soci sono tre (Parisi, Luka Koper e Compagnia portuale) e, nel caso di offerte per l'acquisto di quote, saranno tutti e tre a valutarle.
Ma non è unicamente il «tandem» Psa-Evergreen ad aver messo gli occhi sul Molo Settimo. Negli ambienti dello shipping, e non solo a Trieste, si dà quasi per certo l'interesse del gruppo tedesco Eurogate, presieduto da Thomas Eckelmann. In posizione di leader nel mercato europeo, e fra i primissimi al mondo, subito dopo Hutchison Port Holding di Hong Kong (che controlla l'olandese Ect) e Psa di Singapore, Eurogate nel 2000 ha movimentato 7,7 milioni di container, inclusi i terminal di Gioia Tauro (2,65 milioni di teu) e di La Spezia (circa 800 mila teu), cui successivamente si sono aggiunti quelli di Livorno e Ravenna. In Adriatico Eurogate dispone dunque solo della struttura ravennate. Un possibile «attacco» a Psa, per conquistare Trieste e impedire così a Singapore di rafforzare la posizione acquisita a Venezia, permetterebbe a Eurogate di piazzarsi nel porto strategicamente più favorevole di questo mare.
Giuseppe Palladini