Il Messaggero Veneto 11-04-2002
MESTRE - Secondo uno studio della Cgia di Mestre, la forte mobilità del lavoro è vissuta dai lavoratori dipendenti con l'obbiettivo di migliorare la posizione economica e l'avanzamento di carriera: Emilia-Romagna con il 7,9%, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giula con il 7,5% sono le prime tre regioni d'Italia per tasso di mobilità nel mercato del lavoro, mentre agli ultimi posti su una media nazionale di 5,6% a esclusione della Liguria (3,7%), ci sono le regioni del Centro-Sud: Campania 3,2% e Lazio 2,8%. Per quanto riguarda le province al vertice c'è Verbania (12,4%), Belluno (11,6%) e Prato (10,3%) e ultima La Spezia con una percentuale pari al 2,1%.
Il tasso di mobilità è dato dal rapporto tra coloro che hanno cambiato lavoro volontariamente e lo stock di occupati in un determinato periodo (aprile 2000-aprile 2001) «Stando a una nostra elaborazione su dati Isfol dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia com'era facilmente prevedibile è il Nord-Est la macro-area che presenta il tasso di mobilità più elevato».
Il Nord-Est, con una percentuale del 7,3%, precede le Isole 6,2% (risultato dovuto alla forte presenza in Sardegna e Sicilia degli stagionali nel settore turistico) il Nord-Ovest 5,6%, il Centro 4,6% e il Sud 4,4%. Il risultato del Lazio, classificatosi all'ultimo posto, è dovuto, secondo la Cgia di Mestre, all'elevatissimo numero di dipendenti pubblici e ministeriali presenti nella capitale.