WALTER MENDIZZA: Perla Rosa

BOZZA DI PROGRAMMA ELETTORALE


Uno dei problemi più delicati che si riscontra quando si deve estendere un programma elettorale "locale" è che com'è noto i radicali non si sono quasi mai presentati alle amministrative (tranne qualche eccezione). Le battaglie che abbiamo condotto si sono sempre caratterizzate per un grosso afflato politico: battaglie di grande respiro, come quelle dei 18 referendum liberali o quella sulla libertà di ricerca scientifica in tema di procreazione medicalmente assistita. O la più attuale battaglia per l'amnistia. Con la Rosa nel Pugno, tutto questo dovrebbe cambiare. Ci stiamo organizzando con i compagni dello Sdi per scendere nell'arena del confronto politico ed affrontare lo spazio mediatico che la nuova forza liberale e liberista, dovrebbe necessariamente occupare.

Questo programma elettorale nasce dunque da questa necessità: aprirci alla cittadinanza e lasciare che chiunque voglia portare avanti una sua battaglia lo faccia raccogliendo intorno a sé le risorse umane ed economiche per portarla avanti. Ci siamo chiesti se può essere opportuno ripartire dalle campagne nazionali (libertà di ricerca scientifica, unioni civili, eutanasia, amnistia...) e cercare di declinarle per una realtà come quella di Trieste e della sua Provincia. Per fare ciò, abbiamo analizzato le problematiche generali partendo anche da fatti di cronaca locali e abbiamo registrato molti temi che potrebbero essere "glocali" cioè temi di respiro nazionale declinabili alla nostra realtà (aborto farmacologico RU486, democrazia on line, voto agli immigrati che lavorano, antiproibizionismo e micro-criminalità, uso del metadone, privatizzazione dei servizi pubblici locali, traffico e qualità della vita, patti territoriali, corridoio 5, Porto, Ferriera ecc.).

E' stato necessario dotarci di uno strumento mediatico quale il sito internet www.radicaliperlarosa.it per organizzare e successivamente diffondere alcune iniziative per Trieste: pannelli-poster in alcune zone della città, conferenza di presentazione della RnP, e successivamente dei candidati, conferenze stampa sulle iniziative per la città, organizzazione dei T.T.T. (Tavoli Tematici per Trieste) che toccano i temi considerati più caldi dal bacino di utenza che si aggira attorno alla Rosa nel Pugno. Si dovrà approfittare della campagna di raccolta firme per presentare la RnP cercando di volta in volta di attirare l'attenzione dei passanti su un tema specifico anche con eventuali raccolta di firme davanti e dentro il carcere del Coroneo, con cartelloni e volantini ad hoc auto-prodotti.

L'informazione, come sempre, non passerà o passerà assai poco sia sul Piccolo, sia sulle tv locali, dunque a colmare il deficit di informazione dobbiamo essere noi stessi con una costante e capillare controinformazione. Tra le iniziative ad hoc potrebbe starci bene organizzare una visita dell'ex- Ministro Veronesi oppure dell'economista Giavazzi o qualunque altra personalità di rilievo nazionale che possa permettere di riaprire alcuni temi come l'eutanasia o la procreazione medicalmente assistita, organizzando dei sit-in per la libertà di ricerca scientifica e la ri-proposizione di alcune proposte di legge targate RnP a favore della clonazione terapeutica, ecc. Temi da non dimenticare soprattutto per una città con forte orientamento scientifico.

Di seguito elenchiamo in maniera non esaustiva alcuni dei temi che per il momento hanno trovato una attenzione tra i nostri simpatizzanti.

TTT (Tavoli Tematici per Trieste)

1. Aborto farmacologico (RU486)

RnP intende sostenere la sperimentazione della pillola abortiva RU 486, per consentire, come già previsto dalla Legge 194/78, un più adeguato e meno invasivo trattamento medico al già complesso e provante evento dell'interruzione volontaria della gravidanza.

Si tratta di contattare i medici e gli operatori sanitari del Burlo Garofalo per discutere sulla sperimentazione dell'aborto farmacologico. Aprire un vero e proprio dibattito sull'ipotesi di adottare la RU486, incontrando eventualmente l'assenso del primario del reparto di ginecologia e quello dei vertici dell'Istituto. Coinvolgere, se possibile, anche l'Assessore regionale alla sanità affinché dia la sua disponibilità a seguire con attenzione l'iter di una eventuale sperimentazione della RU486 nel nostro Istituto di eccellenza.

E' necessario fornire un grosso aiuto a tutti quei medici che in coscienza credono nella validità dell'aborto farmacologico, ma che incontrano resistenze dettate dall'ideologia o dal piacere per il quieto vivere di una grossa fetta del personale medico e dirigente dei nostri ospedali. Il nostro compito dovrà essere quello di continuare a produrre informazione sulla legge 194, sulla RU486 (creando una opinione pubblica sempre più consapevole) ed al tempo stesso essere, per quanto possibile, cerniera tra le varie esperienze che nel frattempo emergeranno.

2. Ricerca Scientifica

Scriveva Massimo Gramellini sullo "Specchio" della "Stampa" nel 1992: "Il mondo della cultura ufficiale è una camarilla di mediocri che si sbrodolano addosso i loro livori. Da secoli l'intellettuale italiano è abituato a rivolgersi al principe, anziché al pubblico, a disprezzare le persone semplici e ad adulare i potenti. Parla e scrive in un linguaggio per iniziati. Il suo orizzonte è il salotto, come un tempo era la corte". Queste parole dovrebbero far riflettere sulla condizione della ricerca scientifica nel nostro Paese. Chi si attarda nel comprendere la natura del risultato e della posta in gioco dei referendum, difficilmente potrà capire quanto la legge 40 sulla fecondazione assistita assuma la connotazione di barbarie, di violenza e di dispositivo politico freddamente pensato a tavolino come arma imposta alle donne e che ci fa cadere in quel imperscrutabile abisso in cui si mescolano il niente e l'assoluto.

Con giri di parole e filosofia da bignami ci hanno dato a bere una violenza agghiacciante e tipicamente patriarcale perché ricoperta di ipocrisia e ignoranza. Una avversione alla ricerca che si manifesta con un perverso meccanismo sociale, facendo crescere quel senso di colpa per trasformarlo prima in fastidio e poi in disagio verso le vittime, cioè verso le donne, un antifemminismo che striscia.

Le buone coscienze a buon mercato che hanno fatto restare a casa la popolazione al momento di andare a votare per il referendum, hanno purtroppo imposto al resto degli italiani un grande sacrificio nel momento del bisogno poiché questi dovranno emigrare all'estero per le cure che l'indolenza ha negato loro. L'unico modo per liberarsi dal senso di colpa che questa tragedia genera è riprendere la battaglia sulla libertà di ricerca. E' dunque assolutamente necessario riprendere la lotta per portare avanti queste battaglie di scienza e di coscienza; e Trieste è sicuramente in pole position per quanto riguarda la ricerca dato il gran numero di ricercatori che lavorano nella nostra città.

3. Democrazia on line

Il principio di trasparenza è stato sancito quale principio generale del nostro ordinamento positivo dalla L. 241/1990. L'art. 23, come modificato dalla L. 265/99, ha esteso a tutte le pubbliche amministrazioni, agli enti pubblici, ai gestori di pubblici servizi, alle aziende autonome e speciali, alle autorità di garanzia e vigilanza nonché all'amministrazione comunitaria, la normativa sul diritto di accesso ai documenti amministrativi. Com'è noto l'art. 22 della l. 241/1990, ha riconosciuto a chiunque vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti il diritto di accesso ai documenti amministrativi. E' considerato documento amministrativo ogni rappresentazione, comunque formata, del contenuto di atti, anche interni, format dalle pubbliche amministrazioni o, comunque utilizzati ai fini dell'attività amministrativa.

Dunque la nostra proposta è quella di dare avvio concreto ai principi già sanciti nel nostro ordinamento principalmente tramite gli strumenti telematici, per consentire una maggiore interattività tra cittadino-utente e pubblica amministrazione, ad esempio, tramite la pubblicazione di tutti gli atti (delibere e determine) della Provincia.

3.1. Innovazione e riorganizzazione

Rosa nel pugno intende concertare con le altre forze politiche un piano di supporto ed assistenza agli Enti Locali nello sviluppo di progetti di innovazione e riorganizzazione che, utilizzando al meglio le leggi vigenti, realizzino risultati concreti e duraturi, gestibili dalle strutture amministrative esistenti. Lo scopo è quello di elaborare il feedback che arriva dai cittadini attraverso gli strumenti informatici della democrazia on line e ri-costruire assieme all'utenza un Ente Locale (Comune o Provincia) efficiente con progetti interdisciplinari di riorganizzazione multisettoriale dove ciascun cittadino trova servizi funzionanti. Sarà dunque necessaria una impostazione dell'organizzazione vista come macrostruttura, nonché della programmazione e del controllo di gestione per la pianificazione del sistema informativo e del c.d. e government.

3.2. Progettazione delle modalità di finanziamento delle attività

  • - Individuazione dei principi e delle procedure per la gestione della politica degli acquisti
  • - Individuazione delle politiche di reperimento delle risorse finanziarie
  • - Definizione dei criteri di sostenibilità degli investimenti
  • 3.3. Progettazione dei sistemi di comunicazione e marketing dell'Ente

  • - Valutazione del cittadino sull'operato dell'amministrazione
  • - Pianificazione degli obiettivi, delle forme e degli strumenti della comunicazione
  • - Impostazione del consuntivo di mandato
  • 3.4. Progettazione dei sistemi di qualità dell'Ente

  • - Impostazione dei criteri per l'attuazione delle politiche di qualità
  • - Individuazione criteri per la redazione del bilancio ambientale
  • - Individuazione criteri per la redazione del bilancio sociale/partecipato
  • - Attivazione della valutazione del corretto comportamento tenuto nella gestione dell'Ente (Due diligence)
  • - Ridefinizione delle Carte dei Servizi e delle discipline di funzionamento
  • - Definizione degli atti amministrativi relativi ai contratti di servizio , di concessione e privatizzazione
  • 3.5. Progettazione delle modalità di miglioramento

  • - Attivazione e qualificazione degli Uffici di Relazioni con il Pubblico in rete
  • - Trasformazione dei siti Internet pubblici da vetrine istituzionali a strumenti per interagire
  • in maniera diretta con lo Stato (e-goverment) _
  • - Realizzazione di veri Portali su Internet per l'accesso dinamico on line di servizi al cittadino
  • - Attuazione di piani di comunicazione ed informazione ai cittadini attraverso la creazione di una immagine coordinata e di leggibilità degli atti amministrativi
  • 4. Voto agli immigrati

    RnP intende promuovere il giusto principio "nessuna tassazione senza rappresentazione". Dunque voto agli immigrati, per promuovere in tutti i Comuni della provincia modifiche agli statuti che consentano di arrivare ad una parificazione di tutti i cittadini che concorrono alla costruzione del Luogo, indipendentemente dalla loro nazionalità.

    5. Registro delle coppie civili

    RnP intende incoraggiare il riconoscimento delle coppie di fatto, per rimuovere tutti gli ostacoli che, anche a livello amministrativo, comportano una discriminazione - o una diversità di trattamento rispetto alle coppie sposate - nei confronti delle coppie di fatto.

    6. Università

    Oggi quasi nessuno vuole più studiare matematica, fisica e chimica, al punto che siamo costretti ad importare cervelli dai paesi in via di sviluppo. Il Centro di Fisica Teorica a Trieste è composto nella totalità da ricercatori non italiani, mentre strabocchiamo di cultori della filosofia e lettere... E' un sintomo di crisi profonda, a ben vedere. Nell'Argentina dell'imminente sciagura economica e sociale, infatti, a livello universitario vi era un grande interesse per discipline come la psicologia, la sociologia e per gli studi tradizionalmente detti umanistici ... poca propensione per lo studio delle "scienze esatte".

    Siamo in presenza di un sistema economico fondato principalmente sulle piccole e medie imprese impegnate in produzioni di tipo "tradizionale" a bassa tecnologia, e di un tessuto imprenditoriale ignorante e avverso al rischio, in cui si è privilegiata la riduzione dei costi di produzione per affrontare la concorrenza e l'innovazione di processo, invece di una più qualificante ricerca di innovazione riguardante i prodotti. La domanda di personale specializzato, dotato di buone conoscenze scientifiche e specialistiche, è molto minore in rapporto a quanto accade nei grandi paesi occidentali. Per non parlare del ruolo giocato dai processi di delocalizzazione dell'industria, nel sottrarre attività produttive ma anche competenze, al nostro tessuto economico e produttivo. Spesso servono soltanto operai generici, lavoratori a basso costo e facilmente addestrabili, per produrre ceste, scarpe, vasellame in plastica, eccŠ oppure per fare le pulizie in hotel, case private, condomini e stabilimenti industriali. Il brillante laureato in fisica o in ingegneria che volesse continuare la sua formazione professionale e/o fare ricerca, troverà sbocchi convenienti nei paesi dove le produzioni sono ad alta tecnologia e dove l'innovazione ha un peso più elevato rispetto al nostro.

    7. Energia nucleare

    La riflessione sulle cause e sugli effetti dell'ultimo contenzioso tra Russia ed Ucraina ha posto sul tappeto problemi di rilevante attualità. La considerevole diminuzione del gas erogato, ha posto come problema impellente quello del mancato piano nazionale dell'energia ed ha minacciato l'approvvigionamento di gas in tutta Europa. Il contenzioso ha avuto il merito di averci mostrato quanto siamo impreparati ad affrontare una realtà che tutti gli operatori ed esperti del settore ben conoscono, e cioè che il gas sta diventando sempre più importante del greggio. Nel nostro Paese il consumo del gas è salito dal 27,4 per cento sul totale delle fonti primarie del 1997 a quasi il 35 del 2005, mentre quelli petroliferi sono scesi dal 54,4 a poco più del 44 per cento. E' arrivato il momento di fare una seria discussione sull'opportunità di costruire nuove centrali nucleari e la nostra regione ed in particolare il Carso può risultare una zona di straordinaria sicurezza per uno stabilimento nucleare moderno. La centrale di Kursk a pochi chilometri dal nostro confine è oramai datata ed è stata costruita con la stessa tecnologia di Chernobyl. Continuare a chiudere gli occhi mettendo la testa nella sabbia o sentirci con la coscienza a posto con le ipocrite scritte sulla denuclearizzazione dei Comuni non contribuisce alla verità ed anzi, incoraggia la nostra dipendenza. Peraltro la recente nettissima vittoria del blocco islamico di Hamas in Palestina pone problemi inquietanti dal punto di vista energetico, soprattutto se pensiamo che l'unico governo che si è congratulato con la vittoria degli estremisti è stato quello di Iran dal quale l'Italia è il principale importatore di petrolio.

    8. Porto

    Il sistema politico, non è stato finora in grado di affrontare le problematiche relative alla specificità di quest'area e neppure di dare risposte alle aspettative legittime, di crescita e sviluppo del Porto. Questo stato di cose è senza dubbio dovuto alle ridotte dimensioni della regione FVG (tra le più piccole, per peso economico e per peso demografico) e alla sua marginalità in termini di periferia. Nonostante la nostra sia una regione a statuto speciale, non ha finora trovato quegli strumenti che le permettessero di valorizzarla e neppure è riuscita ad approfittare della sua posizione geografica. In questo senso, la nostra città che è fortemente orientata all'industria marina (porti, cantieri e marineria) potrebbe risultare di estrema importanza poiché attraverso lo sviluppo del porto di Trieste, la regione FVG potrà trovare il modo di esaltare le proprie specificità.

    Si tratta di valorizzare l'industria marina dell'area costiera, che, se ben integrata, sarà uno sbocco espansionistico naturale per l'agricoltura e per le piccole e medie industrie dell'entroterra che a sua volta recupereranno nell'indotto creato, un efficace modello di sviluppo. Intorno al Porto si intrattengono circa 10 mila operatori ed anche per il porto di Trieste vale il rapporto 80/20 e cioè con un 20 per cento di occupati in attività dirette c'è un 80% di attività indotte collegate che genera in tutto un volume di affari di circa un miliardo di Euro all'anno. La RnP non crede che la politica debba fare un passo indietro limitandosi al ruolo pubblico di controllo e di trasparenza. I problemi riguardo le infrastrutture di trasporto ed il Corridoio 5 sono un problema politico, come lo sono il disinteresse degli sloveni o l'eterna contrarietà degli ambientalisti che si oppongono sempre a tutto tanto nella Baia di Sistiana come nella Val di Susa.

    9. Prostituzione

    Per quanto riguarda il fenomeno della prostituzione riteniamo che ci siano le condizioni per far partire un progetto pilota da esportare in tutto il Paese, che si occupi specificatamente di assistenza alle prostitute di strada, diffondendo materiale informativo sui servizi socio-sanitari a disposizione e sulla profilassi di base e fornendo aiuto ed un contatto istituzionale con le prostitute che sono vittime della tratta. Il progetto si può auto-finanziare imponendo alle stesse prostitute il pagamento di imposte che, come l'Iva, andrà pagato dal cliente finale. Si avrebbe così un progetto costruito attorno ad una filosofia di riduzione del danno che poi andrebbe salvaguardato da derive di stampo moralistico o demagogico. Bisogna spiegare all'opinione pubblica che fintanto che la prostituzione sarà confinata in un ambito di illegalità anche gli "interventi" di strada non potranno che dare pochi frutti. Non parliamo poi delle ronde che sono state proposte perché è un insulto alla intelligenza dato che la prostituzione non è illegale ma lo è il suo sfruttamento.

    In questo senso il tema della prostituzione può essere inserito come elemento di confronto politico-amministrativo anche a livello locale. Riteniamo che ci possa essere un grande interesse da parte dei cittadini per questo tipo di soluzione. Soluzione che nel mercato della politica siamo i soli ad offrire in alternativa alle inutili fiaccolate dei cittadini fatte in altre città contro le prostitute o all'illegale schieramento di vigili sulle strade per scoraggiare i clienti. Il tema della legalizzazione della prostituzione apre poi tutta una serie di possibilità di sconfinamenti, per analogia, in altri terreni. Ad un'opinione pubblica solitamente favorevole a regolamentare in qualche modo il problema prostituzione, occorre far capire che lo stesso deve valere in altri campi, come ad esempio quello delle droghe. Proponendo poi un approccio non moralistico alla prostituzione (inserendo il "mestiere" tra tutti gli altri mestieri come un semplice scambio di prestazioni contro denaro) la RnP può far avanzare una sana cultura individualista e far superare gli effetti negativi conseguenti una legislazione che pretende di stabilire per ogni individuo ciò che è morale o non morale scambiare.

    10. Eutanasia e testamento biologico

    L'eutanasia, ovvero la dolce morte è il diritto di morire. Diritto che come tutti i diritti della persona fa capo unicamente al soggetto stesso. Dunque l'eutanasia è tale solo se è la persona stessa ad aver deciso una "morte dolce". L'eutanasia è sempre volontaria. Anche se è difficile accettare che una vita possa spegnersi, il problema va affrontato giacché la fine della nostra vita ci riguarda tutti ed è un argomento che non possiamo celare sotto la coltre del perbenismo e continuare ad ignorarlo.

    Noi vorremmo avere il diritto di andarcene appena viene il buio, ma vogliamo farlo "decidendolo ora, quando la luce è ancora accesa". Dunque l'unico modo è quello di esprimere questa volontà anticipatamente. Questo è il testamento biologico. Una sorta di carta di autodeterminazione o come la chiamano nei paesi anglosassoni "Living Will". Il problema è che in Italia questi testamenti biologici non hanno ancora valore giuridico ma possono essere presi in considerazione solo attraverso un passaggio deontologico, cioè se i medici ravvisano nei metodi di cura che dovrebbero essere praticati per mantenerci in vita, il carattere di "accanimento terapeutico", di cure inappropriate in quanto il malato è giunto alla fine dell'esistenza e non può guarire. Dunque è un criterio discrezionale che può variare da medico a medico e quindi si ravvisa la necessità di una legge che tuteli l'inalienabile diritto del malato a decidere come morire. Del resto, si tratta in fin di conti di rispettare il desiderio di non subire cure inutili e costose.

    L'art. 34 del Codice deontologico dei medici afferma che "il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, non può non tenere conto di quanto precedentemente manifestato dallo stesso". Dunque il testamento biologico serve a rimuovere gli ostacoli che si frappongono tra tutti i soggetti coinvolti nella vicenda: il paziente che non può parlare, i suoi familiari, il medico e a volte anche il giudice che è chiamato a dirimere la questione.

    In Europa ci sono vari stati che hanno dato il riconoscimento al testamento biologico: Belgio, Danimarca, Germania, Olanda. Anche la convenzione di Oviedo che risale al 1996 e che è stata ratificata dal nostro Paese nel 2001, afferma: "I desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado d esprimere la sua volontà, saranno tenuti in considerazione". La RnP può sollecitare che si acceleri il progetto di legge che giace in Parlamento sul testamento biologico, facendolo diventare uno strumento prezioso che punta a rispettare la decisione della persona di non subire trattamenti inutili e penosi.

    Trieste 29/01/2006

    Walter Mendizza