Sintesi dell'intervento di Paolo Masci (SDI)
Conferenza stampa di presentazione del simbolo elettorale - Trieste 18/01/2006
Risulta evidente l'imbarbarimento della politica italiana, ad ogni livello, e la perdita di credibilità del Paese a livello internazionale. Non passa giorno senza che il nostro beneamato Presidente del Consiglio rilasci una qualche dichiarazione allarmistica su quel che succederebbe all'Italia ove gli elettori, legittimamente, decidessero di voltargli le spalle: niente più democrazia, niente più libertà, lo spettro del Comunismo. D'altra parte, quando mancano i contenuti, ci si affida agli slogan, ad un diluvio di parole, sperando che queste, almeno, lascino il segno nelle coscienze.
Sono davvero andati a beneficio del Paese o solo di una ristretta minoranza, i condoni fiscali ed edilizi, le leggi come quelle sulle rogatorie internazionali, sul falso in bilancio, sull'abolizione della tassa di successione per i grandi patrimoni... e poi il lodo Schifani, la famosa Cirami? Serve al Paese questa "devolution" pasticciata, che nasconde in realtà il conferimento di pieni poteri al "primo Ministro" e l'oscuramento del Capo dello Stato? Serviva al Paese una legge elettorale come quella proposta dal centro-destra, o serve soltanto all'attuale maggioranza per assicurarsi un futuro indipendentemente dalla volontà degli elettori? E' davvero utile al Paese sostituire la propaganda ai fatti, la finzione alla realtà, i progetti faraonici ed inattuabili al potenziamento, necessario, delle infrastrutture esistenti?
Sono auspicabili o anche solo sopportabili, per il Paese, altri 5 anni di Governo Berlusconi? Noi, onestamente, riteniamo di No.
Anche a livello locale, apparenza e realtà corrono su binari paralleli. Guardiamo alla Lista per Trieste: tappezza la città di manifesti, fa uscire di nuovo la Voce Libera, inneggia all'autonomia ed alla propria rinnovata indipendenza dai partiti! Sembra rifiorita, insomma... sembra: perché è fumo negli occhi! Manlio Cecovini, per primo, non crede a questa messinscena: la Lista è finita, ammonisce, la lotta per l'autonomia della città va combattuta altrove. Neppure noi, che della Lista abbiamo fatto parte, crediamo alla resurrezione: non abbiamo scordato le recenti infuocate assemblee, la nostra lotta, a viso aperto, da oppositori interni, per staccare in modo definitivo il movimento da Forza Italia. Non fu possibile; i forzisti raccolsero tutte le loro forze, vecchi retori e giovani rampanti, per sbarrare il passo al rinnovamento! Guardate l'attuale dirigenza della Lista: c'è qualcuno, fra loro, che non faccia capo ai vertici locali di Forza Italia e segnatamente al Senatore Giulio Camber? Parlano di correre da soli alle elezioni, e magari lo faranno anche, nel caso sia utile a qualcuno, ma finora non sono stati manco capaci di costituire un gruppo autonomo in Consiglio comunale! La realtà è che la Lista è oggi più che mai la devota ancella di Forza Italia a Trieste; per qualche mese agiterà la sgualcita bandiera dell'autonomismo, farà proclami altisonanti, prometterà referendum e proposte di legge... poi tutto finirà in niente.
Noi abbiamo scelto di continuare la nostra battaglia, per l'autonomia sostanziale di Trieste e del suo Porto. Per farlo abbiamo bisogno dell'appoggio di un soggetto politico di rilievo nazionale, che sia forte e autorevole. L'abbiamo trovato nella "Rosa nel Pugno", che raccoglie l'eredità di due grandi protagonisti della storia italiana: il partito socialista ed il partito radicale.
Per noi, che amiamo la nostra città e crediamo nel socialismo liberale, questa scelta di campo è pressoché obbligata, e quindi, il sostegno ai candidati del centro-sinistra, nostro, e di tanti vecchi iscritti e simpatizzanti della Lista per Trieste, che ci hanno fin qui sostenuti e ci sosterranno ancora, sarà chiaro, e leale.
Coerentemente - Paolo Masci, delegato dall'Assemblea della Lista per Trieste alla stesura del documento programmatico concernente le linee guide per il processo di rinnovamento della LpT, ha annunciato la decisione di uscire dall'"Associazione per l'autonomia di Trieste - Lista per Trieste" per assumere l'incarico di Coordinatore, per lo SDI, della "Rosa nel Pugno";
Norberto Fragiacomo, consigliere della IV Circoscrizione ha annunciato la sua decisione di uscire dal gruppo di Forza Italia, del quale faceva parte come esponente della Lista per Trieste, per rappresentare, in Consiglio, la "Rosa nel Pugno".
Due movimenti che oggi iniziano un percorso comune, dopo aver affrontato insieme alcune tra le sfide più entusiasmanti dell'ultimo cinquantennio: pensiamo ai referendum sul divorzio e sull'aborto, scelte di civiltà che oggi, per servilismo ed interessi di parte, vengono messe in discussione! Non una semplice sommatoria di SDI e Radicali, ma la rinascita di una forza laica, dove confluisce la tradizione socialista e quella radicale, che trova il suo fondamento nel documento di Fiuggi, "Progetto per le libertà". 31 proposte programmatiche che costituiranno la base comune per l'attività parlamentare, della Rosa nel pugno, nella prossima legislatura.
Ecco il fatto nuovo, l'unico, sulla scena italiana! Speranze che si riaccendono, ideali per cui battersi sul palcoscenico, vuoto e polveroso, della "Seconda Repubblica".
Paolo Masci (SDI)
Trieste 18/01/2006
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