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Il Messaggero Veneto 14-06-2002

Il comitato del no alla legge elettorale regionale della Casa delle libertà ha da ieri un alleato in piú

Referendum, c'è anche il Terzo polo

Malattia: il 26 giugno depositeremo le firme. Renzulli: si prepara la vittoria del 2003

UDINE - Al Friuli-Venezia Giulia non serve un presidente della giunta regionale dimezzato, poco credibile, e senza una vera autonomia. Da qui è partita la raccolta delle firme, sono già più di 40mila e saranno depositate il 26 giugno a Trieste, per chiedere il referendum popolare abrogativo della legge elettorale regionale, che prevede la sola indicazione del presidente.

«Il consenso dei cittadini è stato ampio trasversale e geograficamente omogeneo, una cesura rispetto al vecchio Friuli obbediente ai sorestans», ha esordito ieri il coordinatore del comitato Bruno Malattia, presentando alla stampa il nuovo alleato, Aldo Gabriele Renzulli a capo del Terzo polo. L'avvocato ha messo in luce la valenza culturale della consultazione, rivelando il decisivo apporto delle donne, casalinghe in testa, che hanno voluto il referendum, offese dalla legge che negava loro un diritto, e su queste scontento si sono ritrovati uniti sindacati e imprenditori. Un fenomeno sociologico, è stato il senso del commento dell'avvocato pordenonese, che la dice lunga sul giudizio nei confronti di una maggioranza forte ma in preda a convulsioni che fanno intuire la presenza di lobby e gruppi di potere che governano da lontano e che ha prodotto come ultimo frutto proprio la legge elettorale.

Malattia ha pure criticato il vetero autonomismo e le liti di vicinato dannose in un territorio che si attraversa in 90 minuti e che non può chiudersi in atteggiamenti medioevali. Onore al merito dei padri, ha rimarcato Malattia, "Comelli e anche Biasutti, pur con le disavventure di Tangentopoli, avevano un profilo alto e nobile, mentre negli ultimi otto anni è stato il trionfo della mediocrità". Le diversità del Friuli-Venezia Giulia, ha continuato il coordinatore, possono essere un punto di forza per sostenere la specialità per apririci agli altri a iniziare dalla Slovenia che nel 2006 entrerà nell'Ue. Bisogna pensare a una regione europea ha esortato Renzulli, dall'alto della sua esperienza il capo del Terzo polo, che precisa: "Non ci sarà spazio elettorale, ma politico certamente sí", può permettersi di ricordare senza voler fare il professore, che la legge Bassanini, per la semplificazione amministrativa, non ha cittadinanza in regione, la modifica del titolo V della Costituzione offre opportunità per nuove competenze, la Convenzione europea sta ridisegnando i rapporti fra le entità statuali, non destano interesse.

Qui in Friuli-Venezia Giulia invece, si rammarica Renzulli, il dibattito sul futuro rischia di essere deviato su una legge elettorale "votata dalla maggioranza con aggiunte dell'ultima ora, supportato dall'accordo Fi e Ln per consentire a quest'ultima di arrivare alla presidenza della giunta, mentre stupisce il comportamento della presidenzialista An". Renzulli ha invitato a non dimenticare l'esperienza positiva di Alpe Adria e dell'Ince, che hanno tuttora una validità. Ci vogliono "chiarezze di idee - ha puntualizzato - e un presidente con investitura popolare, per questo abbiamo aderito al comitato, e contiamo su una grande vittoria prodromica di quella del 2003".

Con chi si schiereranno, sia il terzo polo sia il comitato è un po' presto per dirlo, Malattia dice anzi: "Io non lavoro per il centro-sinistra". Intanto ieri, attorno a Renzulli, nel comitato c'erano tanti amici: Snidero, storico mediano dell'udinese, Cantarutti, Elisabetta Rocco, Franco Giunchi, Orfeo Salvador, il professor Piero Miani, Dario Pividori, Loris Asquini, Enzo Martines, Alessandro Dario, Franco Soldati, i dottori Bertolissi e Pizzolitto, Nicola De Cesare, Gianfranco Compagnon.

Maria Rita Branca