Il Piccolo 19-09-2001
TRIESTE - Illy? Non può pretendere che gli venga confezionata una legge elettorale su misura. Anzi, potrà ottenerla solo disponendo di qualche «sarto» in Regione. Le esternazioni dell'ex sindaco di Trieste, ora deputato, al nostro giornale, non sono passate inosservate, soprattutto in quell'area di Centrodestra messa all'indice dal parlamentare per la sua apparente incapacità di dar vita a un testo legislativo che tenga conto delle istanze dei cittadini. Punti nel vivo, i consiglieri Ariis (Forza Italia), Gottardo (Centro popolare riformatore), Ritossa (An) e Violino (Lega Nord) hanno elaborato ieri una risposta comune. Che prende lo spunto dalle dichiarazioni di Illy, al quale viene imputato di volere «una legge elettorale al di sopra della politica e con partiti delegittimati rispetto al ruolo che devono esercitare» ma risulta alla fine una vera e propria dichiarazione d'intenti.
I quattro alleati mettono subito le carte in tavola, sostenendo che «il ruolo di questa Regione non sta nell'avere un presidente eletto direttamente quanto nell'avere o meno stabilità politica e capacità di valorizzare la propria autonoma specificità». Un'altra frecciata arriva sul cosiddetto «centro» politico. «Vero è affermano i consiglieri che lui (Illy ndr) non vuole il Centro degli altri ma punta a confezionarsi un suo Centro, anche questo su misura, ancora al di fuori della politica e in chiave strettamente personale». Non piace, insomma, l'impostazione stessa data al dibattito, «perchè non è né giusto né corretto imboccare la strada della delegittimazione del pensiero degli altri etichettandolo "di retroguardia" e contrapponendolo ad una società "più avanzata"».
A detta di Ariis, Gottardo, Ritossa e Violino, Illy dovrebbe candidarsi comunque, «a prescindere dalla legge elettorale e senza la pretesa di decidere chi dovrà contendergli la guida della Regione, né quella di fissare anche le altre regole del gioco». Di qui, concludono gli alleati di maggioranza, l'impegno a rilegittimare i partiti e a preparare una nuova classe politica, comunque preferibile «alla logica delle lobbies economiche che poi si sottraggono e sfuggono al controllo dei cittadini».
f.b.