Alla cortese attenzione dei membri
della Giunta e del Consiglio della Provincia di Trieste
30 settembre 2002
Egregi membri della Giunta e del Consiglio,
I risultati del referendum appena concluso consentono di trarre alcune conclusioni sulla volontà dei cittadini di questa regione. L'afflusso del 23% appare un dato quantitativamente significativo se lo si mette in relazione con la non favorevole data scelta per il voto, con il ridotto dibattito e con la scarsa e scadente informazione, incentrata per lo più sullo scontro tra i due poli.
Il 73% dei NO dimostra poi inequivocabilmente che l'elettore del Friuli Venezia Giulia vuole che gli sia concessa la possibilità di scegliere il proprio Presidente della Regione così come lo fa per il Sindaco ed il Presidente della Provincia. Questo diritto acquisito, riducendo la delega ai partiti ed aumentando il rapporto diretto con chi esercita il ruolo di governo, non solo renderà il cittadino votante più consapevole delle sue scelte ma indurrà anche una maggiore responsabilità in chi è stato personalmente scelto come Amministratore della regione. E' difficile non constatare come oramai la tendenza e la volontà popolare sia quella di preferire la rappresentanza diretta e non la delega mediata da un sistema proporzionale e partitocratico.
L'aver detto NO il 29 settembre non significa però necessariamente riconoscere il "Tatarellum" come migliore strumento di voto. Molto lavoro c'è ancora da fare prima di giungere ad un buon sistema elettorale; lavoro che quasi sicuramente non ha la possibilità di fare questa attuale legislatura regionale. I Radicali, fin dalla raccolta firme per promuovere il referendum, hanno sostenuto che non era sufficiente non confermare la legge approvata nel corso dell'inverno: questo era soltanto il primo passo da fare per iniziare una seria riforma istituzionale. La nostra risposta, a tale fine, è una proposta di legge elettorale maggioritaria e uninominale, in stile anglosassone.
Ci sono molti modi per sostenere e discutere questa proposta, noi riteniamo che il più significativo e costruttivo sia farne occasione di dibattito non solo con gli altri soggetti politici ma anche con i cittadini. Per questo motivo vorremmo entrare in contatto con Voi, sia per trovare un eventuale convergenza e scoprirci assieme promotori di questo progetto, sia per confrontarci (anche per mezzo di incontri pubblici) sulle divergenze, ritenendo comunque lo "scontro" politico un momento di crescita, di informazione e di democrazia.
In Fede Il Segretario Christina Sponza