Il Messaggero Veneto 19-06-2002
Il gruppo consiliare regionale di Forza Italia ha dato mandato al capo dell'esecutivo di sciogliere il nodo elezioni
Il presidente della giunta forse già oggi a Roma. L'ipotesi di un doppio referendum
TRIESTE - L'altra sera, durante il vertice convocato d'urgenza a Tolmezzo, il presidente della giunta regionale Renzo Tondo ha ricevuto un mandato pieno dal gruppo consiliare regionale di Fi, per elaborare un progetto di legge elettorale di tipo presidenzialistico da sottoporre alle forze dell'opposizione. E forse già oggi sarà a Roma per discuterne con il presidente del consiglio, Berlusconi al quale sottoporre i piani di battaglia in vista delle elezioni del 2003. Lo ha confermato, da Belgrado dov'era in missione, il portavoce del presidente, Alessandro Colautti. «Confermo, ma preciso che non sarà un'iniziativa ad escludendum: Tondo non pensa minimamente di scavalcare il coordinatore nazionale Antonione o quello regionale Romoli». Né ignorerà le istanze degli altri alleati.
Ma una cosa è certa: il gruppo consiliare azzurro ha voluto dare un chiaro segnale di appoggio alla leadership di Tondo come candidato naturale alle regionali del 2003. Come a reclamare una certa compostezza degli azzurri e l'abbandono di polemiche dai toni forti come quelle che hanno coinvolto il coordinatore provinciale di Pordenone, Agrusti.
«Il presidente non ha accettato un mandato in bianco - ha tenuto a precisare Colautti -. Però ha inteso farsi carico delle esigenze della Cdl in questa regione per rappresentarle a Berlusconi e studiare risposte convincenti per questo ultimo anno di legislatura regionale». Quella di Roma, dunque, sarà una missione «sul tipo di quella che il presidente compí tempo fa con Galan per sciogliere la questione del passante di Mestre. Questa volta farà presente al presidente del consiglio le necessità del Friuli-Venezia Giulia in tema di legge elettorale».
Tre le opzioni al vaglio della Cdl, dopo l'apertura di Tondo alle opposizioni: il referendum promosso dal centro-sinistra e da un comitato espressione della società civile si fa, dunque la parola passa ai cittadini, a quel punto si vede se ci sono le condizioni per varare una nuova legge di tipo presidenzialistico, altrimenti si andrà al voto con il Tatarellum, come nelle regioni ordinarie («che è ciò che vuole Illy», sottolinea Colautti). L'altra ipotesi - quella bipartisan - è che prima di andare al referendum si trovi un accordo «risparmiando 6 milioni di euro» e si faccia un'altra legge. In questo caso la Cdl sosterrebbe una legge elettorale presidenzialistica «depurata dei listini». Infine, se l'opposizione non accogliesse questa proposta di mediazione «allora, in base all'articolo 9, il presidente potrebbe valutare la possibilità di prorogare di qualche mese l'indizione del referendum per affiancarne un secondo, chiesto da 12 consiglieri, con il quale chiedere all'elettorato se preferisce eleggere il consiglio regionale con il Tatarellum (e il listino) oppure con una legge di tipo presidenzialistico adattata alla realtà del Friuli-Venezia Giulia».