Il Messaggero Veneto 15-05-2002
In un commento si parla di legge pro-ribaltoni e si evoca il patto del camper
TRIESTE - «Contriroforma friulana sul presidente della Regione, con referendum "riparatore" all'orizzonte. Lo strano caso della legge approvata dal consiglio regionale con il concorso di Cdl e Rc, che renderà nuovamente possibili staffette e ribaltoni».
Se il titolo promette bene, il testo va anche più in là, con una critica spietata e la previsione di un esito infausto del referendum. Andrebbe tutto bene se il pezzo fosse uscito su un giornale di centrosinistra. Invece è de Il Foglio, diretto da Giuliano Ferrara, voce della coscienza berlusconiana. La firma congiunta Calderisi&Taradash rimanda all'ala radicale forzista da cui è partito anche Roberto Antonione, presidenzialista convinto. Il quale, secondo i maligni, apprezzerà molto l'articolo. Quali le tesi? Che sulla scheda si indica soltanto il nome del presidente, ma «il consiglio regionale rimarrà libero di eleggere chi crede (anche all'inizio della legislatura) e di cambiarlo quando è come vuole», senza conferirgli «il potere di nominare né tanto meno di revocare gli assessori».
Insomma, via libera a staffette e ribaltoni «come il famoso patto del camper tra Craxi e Forlani», notano gli autori, sottolineando come i registi dell'operazione siano due azzurri ex socialisti: il presidente Renzo Tondo e il deputati Giuseppe Ferruccio Saro, «con il sostegno determinante di Lega Nord e i mal di pancia di Alleanza Nazionale», e come la maggioranza qualificata in consiglio la Cdl l'abbia ottenuta grazie all'appoggio di Rifondazione.
L'Ulivo ha varato il referendum, prosegue il pezzo: «Riccardo Illy ha costituito un comitato che coinvolge significativi esponenti della società civile, come gli imprenditori Pierluigi Zamò, Silvio Cosulich, Gianni Stavro Santarosa, l'avvocato socialista Bruno Malattia, il sindaco di Pordenone Bruno Bolzonello, di tradizione liberale, e tanti altri».
Poiché è scontato che il referendum si faccia (almeno secondo Il Foglio), cosa succederà? Calderisi e Taradash sottolineano l'«atteggiamento fortemente critico» del senatore Giovanni Collino, riportano lo sconcerto di Gustavo Selva (ma anche del Ccd Marco Follini). Osservano che Fini («messo al corrente solo quando i giochi erano praticamente fatti»), ha ribadito a Pordenone il «suo convinto presidenzialismo», e l'auspicio «che in Regione la Cdl faccia sua questa opzione». Conclusione: la legge del Friuli-Venezia Giulia possibile «modello non solo per le altre regioni ma anche a livello nazionale» mette in atto «un percorso a ritroso, come i gamberi». Per calcoli di convenienza, certo. Ma, notano Calderisi e Taradash, «i calcoli sulla presunta convenienza dei sistemi sono sempre aleatori, come dimostrano i tanti casi di eterogenesi dei fini che caratterizzano la storia delle leggi elettorali».
L.S.