Il Piccolo 11-02-2002
I finiani non parteciperanno alla riunione di maggioranza di oggi. E domani la Casa delle libertà si presenterà disunita all'avvio del dibattito in Consiglio regionale
Legge elettorale, An diserta il vertice decisivo
Il capogruppo Ritossa: «Basta con i giochetti: c'è un testo, sì avanti con quello». Ma Fi: «Lo perfezioneremo»
TRIESTE - La settimana decisiva per i destini della legge elettorale regionale e per quelli della stessa maggioranza di Centrodestra si apre con un clamoroso strappo. Oggi Alleanza nazionale non parteciperà al vertice con gli altri esponenti della Casa delle libertà, in programma alle 16 nella sede udinese della Regione. Eppure su quella riunione, l'ultima prima dell' inizio della discussione in aula, erano basate tutte le aspettative della coalizione di ritrovare in extremis, dopo mesi di baruffe, voltafaccia, incomprensioni, una parvenza di compattezza e un po' di serenità. Invece, a meno di improbabili colpi di scena, il Centrodestra domani si presenterà in Consiglio regionale senza essersi più confrontato e senza quindi aver stabilito una linea unitaria da tenere nel dibattito consiliare che dovrebbe portare all'approvazione della nuova legge.
La «bomba» arriva da Adriano Ritossa, capogruppo dei finiani, che rivela con la solita flemma l'intenzione, sua e dei suoi colleghi di partito, di disertare il summit di oggi pomeriggio: «Io non ci andrò - spiega - e penso proprio che non ci saranno né Roberto Menia né altri dei nostri. Non vedo perché dovremmo perdere altro tempo parlando di legge elettorale. Noi siamo presidenzialisti, abbiamo accettato di far passare in Commissione un testo proporzionalista con la sola indicazione del candidato presidente per una questione di "real politic", abbiamo fatto sacrifici per il bene dell' alleanza. Però adesso basta, siamo stufi. Questi non possono pretendere di continuare a fare giochetti chiedendo una correzione qui, un aggiustamento lì... C'è un testo concordato? Bene: si va avanti con quello.
Insomma, questa gente abbia il coraggio di prendersi qualche responsabilità». Ritossa non lo dice, ma i suoi strali sono indirizzati soprattutto verso Forza Italia e verso i partitini di centro (Ccd, Cpr...) che vorrebbero ancora «perfezionare» la bozza. Così la pensava ieri il coordinatore regionale azzurro, Ettore Romoli: «Mi aspetto di riuscire ad apportare ancora qualche sostanziale miglioramento al testo uscito dalla Commissione. Per esempio: va corretta la regola che lascia in teoria il via libera a una giunta di minoranza; va affrontata e risolta la questione della rappresentanza della comunità slovena; va trovata la maniera di consentire alle formazioni minori, ricomprese all'interno di un patto di coalizione, di partecipare alla ripartizione dei seggi. E poi con l'opposizione, se ci saranno le condizioni, potremmo anche vedere di ridiscutere la soglia di sbarramento attualmente fissata al 5%».
Romoli si spazientisce quando gli si ricorda gli irrigidimenti di Alleanza nazionale: «Ogni tanto protestano e non si sa per cosa. In questi giorni ho letto dichiarazioni di rappresentanti di An che sulla legge elettorale dicevano tutto e il contrario di tutto: che si decidano, una buona volta. Trovino una sintesi e l'esprimano.. Hanno un coordinatore regionale, Menia, che è capace e serio: spero ci pensi lui». In questo «teatrino», per colmo dell'ironia la componente più tranquilla della Cdl sembra essere la Lega Nord: «Noi siamo soddisfatti del testo uscito dalla Commissione - afferma pacato il capogruppo Claudio Violino - e manterremo questa linea fino in fondo». Ma non è proprio quello che sembra volere anche An?
Alberto Bollis