Il Messaggero Veneto 03-11-2001
I vertici della Cdl all'abbazia di Rosazzo mentre nella maggioranza affiora il pessimismo
TRIESTE - Martedí Renzo Tondo chiama a raccolta a Corno di Rosazzo assessori, capigruppo e segretari dei partiti, per serrare i ranghi di una maggioranza costretta a metabolizzare ogni giorno nuovi problemi. All'ordine del giorno l'intero libro dei sogni di questa legislatura: manovra finanziaria, iter dei provvedimenti legislativi, problematiche della Sanità, devolution per gli Enti locali, personale e comparto unico, riordino di Autovie, finanziarie e altre partecipate, attività internazionale, innovazione tecnologica, e, naturalmente, legge elettorale.
Ed è proprio quest'ultima, già punto fondante della giunta organica a suscitare qualche allarme e perplessità, anche perché deve trovare i quaranta consensi della maggioranza qualificata. Sempre martedì il comitato ristretto attende un conforto giuridico dall'avvocato Marco Marpillero. Ma, si sussurra, pare pacifico che non sarà pronto, che occorrerà prendere ancora (su questo ritardo lo stesso legale non conferma e non smentisce).
A far crescere la tepidezza verso l'urgenza del provvedimento è forse il "listino" previsto dalla norma transitoria (in vigore sino a quando la Regione non provvederà a legiferare). Un serbatoio di candidati per il premio di maggioranza, collegato al candidato presidente vincente, che aumenterebbe anche i posti in consiglio. «Forse la cosa comincia a interessare meno, e il timore che non se ne faccia niente diventa di giorno in giorno più concreto», riflette l'assessore leghista Danilo Narduzzi. «Mi pare di capire che vi sia ormai un'intesa trasversale dovuta a convergenze di interessi tra maggioranza e opposizione, per rallentare l'approvazione. Magari la legge nazionale con cui si andrebbe al voto in assenza di una nostra norma, sta bene a troppa gente».
E Adriano Ritossa, capogruppo di An, a chiedergli dello stato dell'arte, ridacchia sornione: «Boicottaggi? Posso avere il sospetto, ma non la certezza, che da parte di qualcuno, o di qualche frangia di partito, sotto sotto si lavori contro. Ma aspettiamo martedì. L'attuale situazione meteorologica, variabile, ma con grosse perturbazioni all'orizzonte, non permette di fare previsioni che vadano oltre le dodici ore».
«Però osserverei alcune cose: al vertice di Rosazzo dovremo affrontare di tutto e di più: le problematiche della Sanità, Autovie, il personale, i trasferimenti di competenze agli Enti locali, e anche la nuova legge elettorale. Che a partiti e consiglieri interessa molto, ma all'elettorato poco o nulla. La gente ha votato Cdl per il cambiamento, ma per altri cambiamenti, ed è su questi che dobbiamo spendere energie e capacità», prosegue Ritossa. «Se ci fosse stata la volontà politica, avremmo già fatto tutto. E se proseguiamo con questa velocità ci impantaniamo definitivamente. Sempre che non decidiamo di lavorare diciotto ore al giorno: siamo pagati profumatamente, e potremmo anche farlo».
Anche per Bruno Marini, che stante l'assenza di Ariis funge da capogruppo per Forza Italia e Ccd, la situazione non è tranquilla: «La preoccupazione è legittima. Ma abbiamo un calendario fittissimo: lunedì c'è maggioranza, martedì il vertice di Rosazzo e il comitato ristretto. Però la partita è importante: ricordo che esistono accordi ed impegni precisi. E, malgrado certe posizioni differenziate, nel nostro gruppo tutti hanno detto che si rimetteranno alla decisioni della maggioranza. Se poi, dall'esterno, qualcuno gioca allo sfascio, sappia che fallire la riforma vorrebbe dire che giunta e maggioranza sono arrivati al capolinea».
«In quanto al "listino", non c'è dubbio che per alcuni consiglieri uscenti sia una prospettiva allettante, ma anche questa con i suoi rischi», conclude Marini. «Mi spiego: se Riccardo Illy si mettesse in gioco con il centrosinistra, e a me chiedessero di scegliere tra il listino e la candidatura nel mio collegio, non avrei un attimo di dubbio per quest'ultima possibilità».
«Qualche segnale di ripensamento, in effetti, pare di coglierlo. Ma, più che da Forza Italia, sul versante della Lega Nord. Con certe battute, certe prese di posizione, certi sforzi per provare ad inserire nella bozza un listino, magari più piccolo, ipotesi a nostro avviso impraticabile, perchè il listino si fa solo con l'elezione diretta del presidente», nota Renzo Travanut, dei Ds. «Io credo che ci sia chi ci pensa, pur proclamando il contrario. Poi, se i tempi non torneranno, si indignerà, e scaricherà la colpa su altri».
I rappresentanti delle formazioni minori mostrano un'ostinata fiducia. «La legge si farà», assicura Isidoro Gottardo, capogruppo dei Cpr. E dello stesso parere è Giancarlo Moretton, presidente dei Ppi-Margherita. «Pericolo che non se ne faccia niente? Può darsi, ma il vero problema è un altro: se si approva una legge, per evitare che salti la giunta, con quanti voti la si farà passare? Perchè poi c'è il referendum», dice Mario Puiatti, dei Verdi-Sdi. «Dobbiamo approvare la legge. Altrimenti ci sarebbe un vuoto legislativo che rappresenterebbe il fallimento della Regione. Magari all'ultimo momento, ma ci arriviamo», commenta da Roma Ferruccio Saro, il più impegnato, dicono, sul versante della nuova normativa. «Certo che a trovare il punto di mediazione dovrà essere il nostro coordinatore Ettore Romoli. Perchè, a lasciar fare ai consiglieri, ognuno pensa a misure fatte a proprio esclusivo uso e consumo».
Luciano Santin