Il Messaggero Veneto 01-03-2002
ROMA - Il lavoro nero si addensa nelle regioni meridionali, mentre il Friuli-Venezia Giulia è tra le regioni con l'indice piú basso. Lo rileva un'indagine dell'Istat - che per la prima volta diffonde le stime regionali riguardanti il lavoro non regolare -. Nel Mezzogiorno ben il 22,6% delle unità di lavoro sono irregolari, con la Calabria che sfiora il 30% (27,8%) seguita dalla Campania a quota 25,9%; il Friuli-Venezia Giulia (con il 10,6%) registra uno degli indici più bassi. La media nazionale è del 15,1% pari a 3 milioni e 486 mila unità; la regione con il più basso tasso di lavoro nero è l'Emilia Romagna con il 10,4%.
Nelle regioni centrali la percentuale scende al 15,2%. Al nord la percentuale è sotto la media nazionale: 11,1% nel nord-ovest e 10,9% nel nord-est. Le stime sono relative al 1999. Nel mezzogiorno, inoltre, si registrano tassi elevati di lavoro nero in agricoltura: circa il 38,4%, con punte del 46,6% in Calabria, del 40,8% in Sicilia e del 39,9% in Campania. L'industria in senso stretto ricorre in misura contenuta al lavoro non regolare (5,7% in media) mentre quella delle costruzioni lo utilizza in misura maggiore (15,9%) con l'Emilia Romagna all«'ultimo» posto con solo il 2,1%.