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Il Messaggero Veneto 02-01-2002

In Friuli oltre 52 mila lavoratori "atipici"

Baiutti: siamo primi in Italia, ma la giunta non è ancora in grado di intervenire e regolare

TRIESTE - Il Friuli-Venezia Giulia ha il primato dei lavoratori atipici (cioè assunti con contratto interinale e qualche contratto di formazione-lavoro) che non molto tempo fa assommavano a 52.260, 22.462 dei quali donne, secondo i dati provvisori, di uno studio condotto dall'Inps. Lo rivela il consigliere regionale dello Sdi, Giorgio Baiutti critico con la maggioranza per aver bocciato un suo emendamento a favore di questa categoria, a cui il governo nazionale chiede sacrifici, come l'aumento dell'aliquota Inps, dal 13% al 16.9%, senza dare nulla in cambio. I "lavoratori dimenticati", li chiama Baiutti, sono quel che si dice una gallina dalle uova d'oro: il loro fondo Inps, nel 2002, ammonterà a 28.000 miliardi e nel 2001 ha erogato prestazioni solo per 128 miliardi. Il 10% degli iscritti a livello nazionale è composto da giovani dai 20 a 30 anni; le donne, che rappresentano il 46,3% hanno retribuzioni mediamente inferiori del 20% rispetto gli uomini. Queste ultime categorie hanno quasi sempre un solo committente e, di fatto, rapporti di lavoro subordinato. I soldi che vengono prelevati dalle tasche degli atipici, denuncia Baiutti, servono a pagare i conti in rosso delle casse dei coltivatori diretti, degli artigiani e dei commercianti.

In realtà, rilancia il consigliere, si vuole incentivare la precarizzazione di questi lavoratori facendoli immergere nel lavoro nero delle collaborazioni; o la loro trasformazione in occasionali essendo questi ultimi non soggette a oneri per il datore. A fronte di questi numeri degli atipici, rimarca Baiutti, la maggioranza regionale, non fa nulla, ma si preoccupa di trovare cinque miliardi per ridurre l'Irap. «Si riempiono tanto la bocca - ironizza Baiutti - circa la necessità di rendere flessibile il lavoro, di deregolamentizzarlo per favorire l'accesso ai giovani, e poi quando si tratta di trovare cinque miliardi per aiutare questa categoria di lavoratori fanno spallucce». Con i soldi derivanti dalla riduzione dell'aliquota Irap contenuta nella legge finanziaria, continua il consigliere socialista, i beneficiari al massimo possono portare a cena qualcuno o fare qualche regalo di Natale, non troppo costoso però, mentre con la stessa cifra si poteva aiutare molto più sostanziosamente i lavoratori atipici, che per il 90% sono collaboratori coordinati e continuativi senza partita Iva, una tipologia di lavoro che è a metà strada tra il lavoro autonomo e quello subordinato, che essendo però a metà strada, delle due tipologie ha recepito solo gli svantaggi. Non hanno possibilità di scaricare costi quali carburanti, computer, bollette telefoniche, pasti o altro, né i vantaggi del lavoro subordinato.

A parte l'assimilazione al lavoro subordinato avvenuta a partire dal 2001, i collaboratori, tristemente noti con il nome di co.co.co, ricorda Baiutti, hanno diritto all'indennità di maternità, agli assegni familiari, a un'indennità in caso di ricovero ospedaliero, ma per l'assegno di maternità hanno un limite di 3.500.000 e versano in proporzione molto più delle lavoratrici autonome. Non si vedono applicati i dispositivi previsti sulla maternità previsti dalla legge 1204, tanto che nel ricco nord est ci sono già diversi casi di donne che portano il busto per nascondere la gravidanza. Il ricovero ospedaliero, rileva ancora il consigliere regionale di opposizione, non copre la post-degenza e in caso di normali malattie il collaboratore è scoperto sia in termini di tutela contrattuale, rischia la recessione del contratto, sia in termini economici non percependo alcuna indennità. Per 1/3 si accollano inoltre l'onere Inail e spesso vengono pagati in ritardo senza percepire alcunché per il ritardato pagamento delle loro prestazioni.

"La mia proposta, specifica Baiutti, con uno stanziamento di 5 miliardi a favore di chi ha redditi entro 80 milioni, voleva venire incontro alle esigenze dei subordinati fornendo dei contributi, per spese da 3 a 40 milioni, riguardanti acquisti d'attrezzature, pagamenti di utenze e affitti, spese per la formazione professionale, agevolazioni nell'accesso al credito tramite contributi per interessi passivi pagati su rapporti bancari e per rilascio di fideiussioni». Era un primo passo verso un organico disegno di legge che riformasse anche l'accesso ai fondi agevolati previsti per le imprese e i professionisti e il sistema della concessione di garanzie per il ricorso al credito - sono ancora considerazioni di Baiutti -, ma è rimasto lettera morta da parte di una maggioranza «che solo a parole si dimostra sensibile verso le categorie più deboli, mentre in realtà è una nave senza una guida e un disegno strategico preciso; sperpera il denaro pubblico aiutando chi non ha bisogno e dimenticando chi ha veramente necessità». Baiutti comunque non ha intenzione di dichiararsi sconfitto e annuncia la presentazione di un disegno di legge che recepisca queste necessità unitamente a quelle dell'accesso alla casa, alla garanzia per chi concede mutui agli atipici, è una sfida, conclude, alla maggioranza regionale a fare altrettanto in tale senso ed arrivare in tempi brevi alla sua approvazione.

Maria Rita Branca